The Blues Brothers: un film cattolico? (g.m.v.)
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Riprendiamo da L’Osservatore Romano del 16/6/2010 un articolo a firma g.m.v. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti, cfr. la sezione Cinema.
Il Centro culturale Gli scritti (26/8/2018)
N.B. de Gli scritti. Con la pubblicazione di questo testo non si vuole arruolare facilmente qualcosa o qualcuno - così come non doveva essere questa l'intenzione del direttore de L'Osservatore Romano - quanto mostrare come esistano artisti che non sentono la necessità di irridere ad ogni pie' sospinto il cattolicesimo ed anzi sappiano trovarvi motivo di ispirazione.
Un film cattolico (di g.m.v.)
The Blues Brothers è un film cattolico? Gli indizi non mancano in un'opera dove i dettagli non sono certo casuali. A iniziare dalla foto incorniciata di un giovane e forte Giovanni Paolo ii nella casa dell'affittacamere - dall'accento siciliano e vestita di nero, dunque cattolica - di Lou "Blue" Marini. Senz'altro cattolico, come Alan "Mr. Fabulous" Rubin, di origine polacca, e come soprattutto i fratelli Jake ed Elwood Blues. E a notarlo, con maligna ostilità, sono gli avversari più determinati, cioè gli insopportabili nazisti dell'Illinois.
Jake ed Elwood sono infatti cresciuti nell'orfanotrofio intitolato a sant'Elena e alla santa Sindone, governato dalla terribile ma a suo modo affettuosa Sister Mary Stigmata, detta la Pinguina, e ora a rischio di sopravvivenza per cinquemila dollari di tasse non versate. Ma per i due quella istituzione cattolica è tutta la loro famiglia - solo il vecchio impiegato Curtis suonava per loro l'armonica in cantina, ricordano con nostalgia - e decidono di salvarla a ogni costo con i suoi piccoli ospiti.
Ma come farlo senza allontanarsi (troppo) dai valori trasmessi dalle suore e, nonostante qualche trasgressione, sempre ritenuti validi? L'illuminazione arriva nella chiesa battista di Triple Rock dove li ha indirizzati Curtis e dove ascoltano un sermone del reverendo Cleophus James sulla necessità di non sprecare la propria vita. Ed è proprio il religioso protestante ad accorgersi del cambiamento di Jake ("tu hai visto la Luce!") che scatena tra i fedeli un'ondata carismatica, ovviamente rock, ma che soprattutto porterà i fratelli a ricostituire "la banda" per raccogliere i dollari necessari alla salvezza dell'orfanotrofio.
A fianco dei piccoli (e della Pinguina), i fratelli Blues sono capaci di toccanti attenzioni: così Elwood non si dimentica di una terribile crema al formaggio commissionatagli da un anziano amico. E nulla antepongono - Elwood, il più galante, rinuncia persino all'avventura con una fascinosa signorina - alla "missione per conto di Dio".
Che alla fine riuscirà. Consegnando alla storia del cinema e della musica un film memorabile. Stando ai fatti, cattolico.
(©L'Osservatore Romano 16 giugno 2010)