Chiara Corbella Petrillo, al via l’iter per la beatificazione. La diocesi di Roma ha pubblicato l’editto per l’apertura della causa della giovane, morta a 28 anni nel 2012 per aver rimandato le cure di un tumore pur di portare avanti la gravidanza, di Federica Cifelli
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Riprendiamo da Romasette di Avvenire del 18/7/2018 un articolo di Federica Cifelli. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti, cfr. la sezione Maestri dello Spirito.
Il Centro culturale Gli scritti (22/7/2018)
Porta la firma del cardinale vicario Angelo De Donatis l’Editto con il quale la diocesi di Roma annuncia l’avvio dell’iter che potrebbe portare alla causa di beatificazione di Chiara Corbella Petrillo, morta 6 anni fa, il 13 giugno 2012, a 28 anni. Laica e madre di famiglia, dal settembre 2008 moglie di Enrico Petrillo, Chiara, dopo aver perso due bambini, Maria e Davide, a poche ore dalla nascita per gravi malformazioni, alla sua terza gravidanza aveva ricevuto la diagnosi di un tumore ma al momento di scegliere tra le cure che avrebbero avuto conseguenze letali per il feto e la nascita del suo bambino, ha scelto la vita. Per lui, Francesco, che è nato sano e oggi vive sereno circondato dall’amore, ma anche per se stessa, nata al cielo dopo una vita vissuta alla luce della fede, «consumata» dall’amore, come scrive nella lettera lasciata al piccolo Francesco per il suo primo compleanno: «È bello morire consumati, proprio come una candela che si spegne solo quando ha raggiunto il suo scopo».
Oggi Chiara, nata nel gennaio del 1984, avrebbe 34 anni. «La sua oblazione – si legge nel testo dell’Editto – rimane come faro di luce della speranza, testimonianza della fede in Dio, autore della vita, esempio dell’amore più grande della paura e della morte». Quell’amore che le consentiva di dire agli amici di considerare «un privilegio sapere in anticipo di morire, perché potevo dire “ti voglio bene” a tutti», e alla madre: «Se il Signore ha scelto questo per me, vuol dire che è meglio così per me e per quanti mi sono intorno. Perciò io sono contenta». Ora, a 6 anni dalla morte, «essendo andata aumentando la sua fama di santità ed essendo stato formalmente richiesto di dare inizio alla causa di beatificazione e canonizzazione – si legge nell’Editto -, nel portarne a conoscenza la comunità ecclesiale, invitiamo tutti e singoli i fedeli a comunicarci direttamente o a far pervenire al Tribunale diocesano del Vicariato di Roma (piazza San Giovanni in Laterano 6, 00184, Roma) tutte quelle notizie dalle quali si possano in qualche modo arguire elementi favorevoli o contrari alla fama di santità della detta Serva di Dio».
Ancora, il cardinale De Donatis invita anche a rimettere «con debita sollecitudine» al Tribunale diocesano «qualsiasi scritto che abbia come autore la Serva di Dio, qualora non sia già stato consegnato alla postulazione della causa», affidata all’ordine dei Carmelitani scalzi e in particolare al trentino padre Romano Gambalunga. L’Editto resterà affisso alle porte del Vicariato per due mesi, mentre si procede alla raccolta della documentazione necessaria perché possa essere avviato il processo.
«Qualsiasi cosa farai – scriveva Chiara nella lettera indirizzata a suo figlio – avrà senso solo se la vedrai in funzione della vita eterna. Se starai amando veramente te ne accorgerai dal fatto che nulla ti appartiene veramente, perché tutto è un dono; come dice San Francesco: “Il contrario dell’amore è il possesso”. Noi abbiamo amato i tuoi fratelli Maria e Davide – proseguiva ricordando le sue prime gravidanze – e abbiamo amato te, sapendo che non eravate nostri, che non eravate per noi e così deve essere tutto nella vita: tutto ciò che hai non ti appartiene mai, perché è un dono che Dio ti fa, perché tu possa farlo fruttare». Quindi, la consegna del suo amore più grande: «Non scoraggiarti mai figlio mio, Dio non ti toglie mai nulla, se toglie è solo perché vuole donarti tanto di più». Infine, poco più avanti: «Sappiamo che sei speciale e che hai una missione grande. Il Signore ti ha voluto da sempre e ti mostrerà la strada da seguire, se gli aprirai il cuore. Fidati ne vale la pena». Firmato: «Mamma Chiara».