Cristiani evangelici cinesi a Roma, in memoria dei martiri. Le comunità scelgono il Circo Massimo per il loro primo happening pubblico europeo che celebra gli apostoli Pietro e Paolo a 1950 anni dal loro martirio. E manifesta uno slancio apostolico che guarda anche al Vecchio Continente come “terra di missione”, di Gianni Valente
Riprendiamo da La Stampa del 28/6/2018 un articolo di Gianni Valente. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line.
Il Centro culturale Gli scritti (15/7/2018)
Un coro di cristiani evangelici cinesi in Italia
L’appuntamento è per sabato 30 giugno: più di 20 mila cristiani evangelici e pentecostali cinesi convergeranno a Roma, al Circo Massimo, provenienti da tutta Italia, ma anche – almeno 3 mila – da altri Paesi europei. Saranno in gran parte giovani, richiamati anche dalle star della musica cinese che si esibiranno nel “Love in Rome Century Music Festival”. Un happening pop cinese nel cuore della Città Eterna, e non solo. «Con questo evento», spiega a Vatican Insider Antonello Ke Xinghai, responsabile dell’organizzazione, «vogliamo aiutare i giovani cinesi nati in Europa a custodire il legame con la cultura cinese. Ci siamo accorti che quelli di terza generazione rischiano di perderla. Per questo si esibiranno tutti artisti cinesi, molto apprezzati da ragazzi e ragazze». Ma il luogo del concerto non è casuale, e neanche la data.
«Abbiamo saputo - aggiunge Ke Xinghai - che al Circo Massimo, al tempo degli antichi Romani, anche i cristiani venivano mangiati dalle fiere e bruciati vivi. Noi, essendo cristiani, non possiamo dimenticare che l’apostolo Paolo e l’apostolo Pietro hanno dato la vita qui a Roma per la loro fede in Gesù, proprio 1950 anni fa. Faremo anche un piccolo gesto, per fare memoria di loro, e di tutti i martiri». Nel loro primo raduno europeo, i cristiani evangelici cinesi vengono quindi a Roma per far memoria degli apostoli Pietro e Paolo, la cui memoria liturgica verrà celebrata il giorno prima anche da Papa Francesco, in piazza San Pietro. Così l’evento del Circo Massimo nella sua singolarità, rende pubblicamente manifesto anche nella città del Papa il dinamismo e la vitalità delle comunità cristiane evangeliche cinesi.
Le sette chiese (evangeliche cinesi) di Roma
Se oggi a Roma un cinese abbraccia la fede cristiana e si fa battezzare, il più delle volte accade anche grazie alla testimonianza e al fervore delle locali comunità evangeliche cinesi. Nell’Urbe, dal centro alle periferie, fanno capo a quelle comunità almeno sei luoghi di culto: tre lungo la via Casilina, uno al Tuscolano, uno nel quartiere multietnico di Piazza Vittorio e uno a Trastevere. Alle funzioni più importanti prendono parte migliaia di fedeli. Ma le comunità cristiane evangeliche di Roma fanno parte di una rete in continua espansione che si estende su tutto il territorio nazionale. Sono almeno cinquanta le associazioni comunitarie che nel 2009 si sono dotate anche di un organismo pubblico di collegamento, riunendosi nel Centro missionario delle Chiese evangeliche cinesi in Italia.
La storia della crescita esponenziale delle comunità evangeliche cinesi nel territorio italiano viene raccontata come un’epopea, connessa con la crescita della presenza di immigrati cinesi nel Belpaese. Un’avventura missionaria che legge in chiave provvidenziale il flusso migratorio di lavoratori cinesi verso l’Europa, e la presenza tra i migranti di predicatori e fratelli evangelici. Nel 1981 proprio a Roma si aggrega la prima comunità cinese evangelica in Italia, formata da fratelli e sorelle che si riuniscono per le letture bibliche. Poi, nel 1983, cominciano ad arrivare dalla Cina anche i ministri del culto: il primo è Pan Xizheng, di Wenzhou, che risiede a Livorno e poi, nel marzo 1984, guida a Roma il primo culto vero e proprio.
Da allora, la rete delle comunità evangeliche è diventata anche il luogo per sviluppare sinergie operative e talenti imprenditoriali. Anche nell’Urbe fanno capo a cristiani evangelici cinesi un gran numero di ristoranti e supermercati, insieme ad aziende di import-export che stanno sviluppando contatti e collaborazioni con aziende ed enti politico-amministrativi italiani (come è avvenuto di recente con la Regione Molise).
Missionari cinesi per l’Europa smemorata
A Roma, il dinamismo missionario delle comunità evangeliche cinesi si percepisce perfino nelle Bibbie distribuite tra i negozi cinesi: parrucchieri, ristoranti, bar concentrati all’Esquilino, e ora disseminati in tutta la metropoli. Una predicazione alla luce del sole, che accetta e anzi cerca per sua iniziativa di essere registrata presso gli organismi amministrativi e di polizia municipale, e non esprime ostilità nemmeno verso gli apparati politici della Madrepatria. «Anche in Cina - riferisce Ke Xinghai - noi preferiamo sempre agire seguendo la legge». Diffidenze e precauzioni vengono riservate piuttosto a «gruppi stranieri» che continuano a foraggiare attività in territorio cinese sempre connotate da una certa propaganda anti-governo, e soprattutto a gruppi religiosi settari d’impronta millenarista diffusi in alcune province cinesi.
«Abbiamo sempre detto ai nostri fratelli e alle nostre sorelle – confida Ke - di vigilare nei confronti di questi gruppi, e dei loro tentativi di infiltrarsi tra di noi». Occorre distinguersi dai metodi di plagio settari – sottolinea il responsabile dell’evento del Circo Massimo – proprio per essere più trasparenti e liberi da ogni timidezza nell’annuncio del Vangelo. Uno slancio apostolico che non si rivolge solo ai connazionali cinesi emigrati fuori dalla Cina: «Col tempo - spiega Ke - stiamo superando l’isolamento iniziale nella nostra comunità linguistica. Qui in Italia, ci sono giovani cinesi che stanno seguendo corsi biblici in cui si parla solo italiano».
Aumentano i contatti con le comunità evangeliche e pentecostali italiane. E cresce l’impressione che un’Europa sempre più smemorata e de-cristianizzata possa diventare spazio di missione anche per i cristiani evangelici arrivati dalla Cina. «Tanti europei», nota Ke Xinghai, che di mestiere fa il ristoratore, «stanno perdendo il loro cristianesimo. Centinaia di anni fa sono stati i missionari europei a portare in Cina la fede cristiana, sacrificando spesso le loro vite. Noi, come figli di Dio, proseguiamo la loro missione, e desideriamo portare il Vangelo non solo ai cittadini cinesi, ma anche agli europei».
In tanti discorsi fumosi sullo stato della fede cristiana nel mondo, la Cina viene ancora descritta come un luogo dove bisognerebbe inviare dall’esterno missionari e magari sperimentare nuove “tecniche” di evangelizzazione. Gli evangelici cinesi confidano piuttosto nel fatto che dalla loro esperienza di fede potranno venire testimoni per annunciare il Vangelo nelle città e nelle province del Vecchio Continente. E quando parlano dei martiri, le loro parole sulle esperienze di martirio e persecuzione, passate o recenti - non danno pretesto a lamenti, recriminazioni o retoriche auto-celebrative: la memoria dei martiri è solo un tesoro donato per alimentare la passione apostolica.
Un dinamismo che non si rintraccia sempre tra i cattolici cinesi: «A volte», fa notare il sacerdote cinese Paul Han Quingping, animatore di un noto blog sulla Chiesa in Cina, «alcuni cattolici cinesi, anche tra i sacerdoti, sembrano tutti presi a giudicare la fede dei propri fratelli e a dimostrare la propria ortodossia, invece di annunciare la gioia del Vangelo e la salvezza».