Rebecca, rugbista diciottenne, e il suo papà: nel lutto una speranza. I messaggi agli amici di Giuliano Braglia
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Riprendiamo sul nostro sito alcuni post su FB di Giuliano Braglia, il papà di Rebecca morta a 18 anni dopo un incidente di gioco. Grazie a Paolo Cerino che li ha raccolti e condivisi. Per altri testi, cfr. la sezione Del morire.
Il Centro culturale Gli scritti (6/5/2018)
Rebecca aveva 18 anni ed era di Reggio Emilia. Giocava a rugby già da molti anni ed era, di carattere, vivacissima: alla notizia del suo grave incidente di gioco sono apparsi dei video in cui lei, a 11 anni, intervistava uomini politici, allenatori, e giocatori al termine di un torneo di rugby.
Domenica 29 aprile stava giocando a Ravenna una partita di Coppa Italia femminile under 18. Una normale azione di gioco, un placcaggio, la caduta scomposta e il colpo alla nuca nell’impatto con il terreno. Immediato il ricovero all’ospedale Bufalini di Cesena dove è stata operata al cranio. Le sue condizioni da subito sono apparse disperate e mercoledì alle 15.00 ne è stata annunciata la morte.
Oltre alla commozione per la sua morte, quello che ha profondamente colpito tutti coloro che amavano Rebecca è stato il modo in cui suo papà, Giuliano Braglia, ha affrontato pubblicamente la prova. Ha deciso di comunicare con il mondo attraverso la sua pagina Facebook. Ma le parole che ha usato sono sempre state “dolci”: nel dolore non ha mai imprecato, disperato o inveito. Nemmeno ha dato prova di un distacco da “nobile”, aristocratico, quasi a nascondere in pubblico i suoi sentimenti.
Giuliano, invece, ha mostrato di amare profondissimamente Rebecca e ne ha messo la vita nelle mani di Dio, pubblicamente. Ecco i suoi messaggi:
La prima comunicazione, domenica, è stata:
"Chiedo a tutti di pregare per mia figlia Rebecca che sta combattendo per la vita in Rianimazione a Cesena dopo un terribile infortunio sportivo".
Lunedì la situazione si è aggravata e ha scritto:
"Oramai la Medicina ha esaurito le munizioni, la Fede no. Pregate per Rebecca".
Martedì, quando la speranza si è praticamente spenta, ha comunicato:
"Rebecca si appresta alla Casa del Padre, pregate per lei che lei prega per noi".
Mercoledì pomeriggio ne ha annunciato la morte:
“Ringrazio tutti, ora Rebecca è nella Casa del Padre e prega per tutti coloro che le sono stati vicini con la preghiera".
Ma subito dopo ha aggiunto:
"Rebecca era una rugbista e ringrazia tutti i rugbisti, ora gioca nel Campionato dei Cieli, voi dovete continuare quello terreno".
In queste parole, che non avrebbero bisogno di commento, non si può non leggere il desiderio del padre di Rebecca di indicarci che per esiste un legame fra la terra ed il Regno dei Cieli e, insieme, la sua volontà di sottolineare l'impegno che a noi sulla terra rimane da portare avanti.
Il giorno successivo alla morte di Rebecca il papà ha aggiunto questo messaggio:
“Ringrazio tutti per le preghiere e mi dispiace non poterlo fare a ciascuno singolarmente, auguro a tutti un sacco di bene e di trovare sostegno nei momenti più bui. Rebecca oramai è nella Vita Eterna ma a noi che siamo ancora nella vita mortale chiede di farne buon uso. Per coloro che vorranno partecipare agli ultimi saluti delle sue spoglie mortali farò sapere sul mio profilo quando ciò sarà possibile essendo aperta una doverosa inchiesta sull'episodio come vuole la Legge. A tutti un forte abbraccio e l'invito a pregare anche per altri due ragazzi, Andrea e Brian, che stanno lottando (spero con buone possibilità di uscirne vivi) assistiti dagli Angeli della Rianimazione del Bufalini di Cesena”.
In queste 60 ore di dolore il papà ha trovato parole straordinarie per dialogare con il mondo, parole di dolore straziante, ma sempre piene di fede e mai disperanti. La fede di quest'uomo colpisce profondamente e ci pone la domanda su come avremmo potuto reagire noi in un evento così estremo.