Per una politica che vinca le paure degli italiani sulla questione dei migranti, sciogliendo i nodi che la generano, di Giovanni Amico
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Riprendiamo sul nostro sito una riflessione di Giovanni Amico. Per approfondimenti, cfr. la sezione Immigrazione e integrazione.
Il Centro culturale Gli scritti (15/4/2018)
1/ Quanto è vecchia l’affermazione che gli italiani avrebbero paura dei migranti perché questi toglierebbero loro il lavoro. La paura degli italiani è invece che in Italia non ci sia lavoro e che i migranti possano sopravvivere solo finendo a chiedere l’elemosina o entrando nella malavita
Quanto è vecchia l’affermazione che gli italiani avrebbero paura dei migranti perché questi toglierebbero loro il lavoro. Politici e giornalisti che affermano questo ingannano i migranti e la nazione, leggendo in maniera distorta la realtà.
Gli italiani hanno piuttosto paura che non ci sia lavoro per i migranti e che, quindi, questi possano finire a chiedere l’elemosina o a ingrossare le file della delinquenza. Oppure che ci siano persone che non hanno desiderio di lavorare e che pensino che si può vivere senza impegnarsi con tutta l’anima in un mestiere.
La risposta che deve dare la politica è quella del lavoro: basta che sia evidente che i giovani che hanno attraversato il mare e che sono stati accolti nel sistema nazionale di prima accoglienza trovano lavoro uscendo dal sistema di prima accoglienza ed ogni paura sarà vinta.
La paura dell’italiano è che non ci sia lavoro in Italia.
Se invece, il percorso di accoglienza li mette in grado di trovare lavoro, ogni paura sarà vinta. Solo se, invece, la politica e la società non sono in grado di creare lavoro e di offrire occasioni di lavoro ecco che la paura non potrà essere vinta. Se la politica produrrà possibilità lavorative ben più interessanti di quelle della malavita, con i suoi caporali agricoli ed il suo giro di prostituzione o di illegalità varia, ecco che la paura sarà vinta.
2/ Quanto è vecchia l’affermazione che gli italiani sarebbero razzisti. La paura degli italiani riguarda invece un’unica questione e precisamente che le correnti islamiche meno tolleranti possano imporre nella vita le loro visioni sulla donna, sul sesso o sul rifiuto della critica alla religione
Quanto è vecchia pure l’affermazione che gli italiani sarebbero razzisti. Politici e giornalisti che affermano questo ingannano i migranti e la nazione, leggendo in maniera distorta la realtà.
Gli italiani non hanno paura dei migranti extra-comunitari, siano essi dell’est o dell’America Latina o dell’estremo oriente. Hanno piuttosto paura dei migranti islamici, poiché temono che essi non accettino la libertà della donna, la libertà laica, la critica della religione, temono che essi non lascino ognuno libero di diventare ateo, di convertirsi al cristianesimo o di restare ciò che è.
Che gli italiani non siano razzisti è evidente da come accolgono un prete extra-comunitario come parroco o come cardinale, da come chiedono a tanti stranieri di tante diverse nazioni di lavorare nella propria casa.
La paura dell’italiano è che avvenga anche in Italia ciò che sta avvenendo in alcune città del nord Europa, dove le donne abituate ad andare in minigonna cominciano ad avere paura a farlo o dove un giornalista che intende criticare alcune modalità di interpretazione della religione islamica, anche senza irriderla come Charlie Hebdo, ha paura di farlo pubblicamente, o ancora dove un musulmano che desidera convertirsi al cristianesimo deve farlo di nascosto.
Hanno paura che la politica utilizzo il pretesto del multiculturalismo, confondendolo invece con l’intercultura, per nascondere le radici cristiane della storia italiana, arrivando quasi a vergognarsi della propria storia per paura di “offendere” l’altro. L’italiano ha paura di una scuola nella quale a Natale si insegnino solo canzoni dove viene censurato il nome di Gesù.
L’italiano sa che per l’Islam la crocifissione sarebbe una falsificazione della vera storia di Gesù che sarebbe stata inventata dai cristiani (per cui credono che Gesù non sia mai morto in corce, ma sia salito in cielo in corpo e anima e al suo posto sarebbe morto in croce Giuda o qualcun altro), ma chiede proprio per questo che la scuola insegni che la croce è una realtà storica indiscutibile e che proprio essa cambia lo sguardo dell’uomo dinanzi ai peccati sessuali o all’apostasia. Sa che se si insegnasse questo nelle scuole si aiuterebbero i musulmani a scoprire che è necessaria una lettura allegorica e non letterale delle loro fonti religiose, come si è scoperto per la Bibbia.
L’italiano ha paura che la scuola, invece, voglia tacere di tali questioni per paura di toccare punti nevralgici, svilendo così il suo compito ed impedendo la formazione di una mentalità critica. È da questa paura che proviene la paura dell’espansione nel paese di una religione che potrebbe impedire il libero insegnamento. Vinta invece questa paura, l’italiano non avrebbe alcun timore ad accogliere i migranti di religioni differenti da quella cristiana.
Basta che la politica mostri di essere in grado di impedire a chiunque di limitare queste libertà e nessuna paura toccherà più il cuore degli italiani.
Insomma le paure degli italiani possono essere facilmente vinte dalla politica. Basta che essa dia segnali chiari e ogni rifiuto dell’accoglienza sarà presto vinto.