La “sezione aerea di San Gioacchino” (S.A.S.G.) in Prati a Roma. Come i redentoristi salvarono ebrei e rifugiati nel contro-soffitto della chiesa, murandoli all’interno
Riprendiamo dal sito della parrocchia di San Gioacchino in Prati la cronistoria dell’anno 1943-1944, tratta a sua volta, secondo quanto lì come indicato, dalla pubblicazione “S.A.S.G.” di Giuliana Lestini – ED. Il Ventaglio. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti, cfr. la mostra Voci dalla Shoah.
Il Centro culturale Gli scritti (8/4/2018)
Ecco la cronistoria di quei giorni:
- 8 settembre 1943: Badoglio annuncia alla nazione l’armistizio; ci fu uno scoppio di gioia per le strade di Roma che durò poco in quanto ci si rese subito conto che la guerra continuava;
- nelle giornate seguenti le strade di Italia erano percorse da uomini, già soldati ricoperti alla meglio di panni civili: furono numerosi i militari che accorsero all’Associazione Cattolica di San Gioacchino di cui Lestini era vicepresidente. Dopo aver dato vitto e vestiario, per alcuni, nella difficoltà di raggiungere la famiglia sia al nord che al sud, si dovette far fronte al problema dell’alloggio. Lestini chiese al Parroco, Padre Antonio Dressino, il permesso di ospitare quel gruppo di militari presso il teatrino della parrocchia sotto la chiesa; lì mangiavano e dormivano alla meglio in terra su materassi procurati dai ripostigli dei redentoristi; Lestini e il sagrestano Domenico Pizzato, rimediavano pranzo e cena da suor Margherita, delle piccole suore della Divina Provvidenza o figlie della Carità (chiamate familiarmente ‘Capellone’), che gestiva la cucina del Circolo di San Pietro situata di fronte alla chiesa di San Gioacchino.
Nella città intanto la situazione peggiorava: il tribunale militare tedesco s’era insediato in via Veneto e le famigerate SS affluivano al centro un po’ dappertutto. Il 16 ottobre ci fu la grande razzia del ghetto. Già prima molte famiglie ebraiche avevano trovato rifugio e nascondiglio presso famiglie romane amiche, nei collegi religiosi e nelle cliniche;
Per tutto il mese di ottobre seguitarono le razzie degli ebrei nel nostro quartiere: anche i commercianti di via Fabio Massimo non furono risparmiati, coloro che furono trovati sul posto di lavoro vennero caricati sui furgoni e deportati. Di giorno in giorno aumentava il numero di coloro che desideravano occultarsi, poiché la situazione stava diventando sempre più incandescente; ciò convinse Lestini a trovare per i suoi protetti un più sicuro nascondiglio che non fosse il teatrino e prese la decisione di usufruire di un locale esistente tra la volta e il tetto della chiesa, un locale quasi aereo tra le capriate del soffitto. A questo scopo parlò con Padre Dressino che si mostrò favorevole ma si riservò di sentire prima i propri superiori e alcuni Padri.
- il luogo venne adeguatamente preparato. Nello stanzone non c’era assolutamente nulla; dopo qualche tempo c’erano: un gabinetto, che rispettava la regola della decenza, una luce elettrica in ogni spazio riservato a ciascun ospite, più una luce nello spazio comune, con tavolo e sedie, una radio e alcuni fornelletti per riscaldare le vivande; era stato costruito anche un argano, usato non solo per il carico e scarico dei materiali, ma anche per l’entrata e uscita delle persone. Quando si faceva buio e se non c’era la luna, veniva aperto il portellone (il piccolo rosone superiore della chiesa che porta luce nella soffitta) e si faceva uscire il palo con carrucola e fune che terminava con un gancio robusto;
- il 25 ottobre gli uomini salirono dal teatrino in soffitta; da novembre 1943 a marzo 1944 il numero delle persone ha oscillato sulle 12-13 unità, con un massimo di 17; fu così che nacque la “sezione aerea di San Gioacchino (S.A.S.G.)”;
- 2 novembre: arriva una grave notizia “domani avrà inizio la perquisizione di tutti gli istituti religiosi…”; Lestini convocato in fretta riunisce un’adunanza che a maggioranza decide di murarsi, Lestini domani penserà a fare l’intonaco all’esterno; i lavori iniziano alle 21 e alle 5 del mattino la costruzione è finita;
- 3 novembre: dagli strani rumori che si odono al di là del muro si comprende che viene effettuato il mascheramento con l’intonaco;
- 5 novembre: ha inizio il nuovo servizio di posta “pneumatica”; un rotolo di lettere viene fatto discendere attraverso il buco del lampadario, che è praticato nella volta, con uno spago; Lenzini aspetta nella chiesa per ricevere le lettere da spedire e consegnare quelle ricevute;
- 12 novembre: arrivano due nuovi ospiti, attraverso il rosone, che era l’unico contatto con il mondo;
- 20 novembre: con il benestare di Lenzini e dell’Assemblea escono due ospiti il primo per affari professionali e il secondo per la nascita dell’erede;
- 26 novembre: ad un mese dal giorno in cui la soffitta è stata abitata viene fatta festa nella soffitta;
- 25 dicembre 1943 giorno di Natale: per la prima volta tutti escono dopo il 25 ottobre; suor Margherita aveva preparato il pranzo natalizio in un ampio locale al pianterreno del convento; festa e, per alcuni, incontro con i parenti;
Dopo il capodanno fu chiara la convinzione che la guerra s’era assestata a Cassino; più di una volta dei camions arrivavano a via dei Gracchi e facevano scendere numerosi profughi venuti dalla zona di guerra; spesso si rivolgevano a San Gioacchino dove Lenzini consegnava loro denaro, vestiti e buoni per l’acquisto di cibo: erano i primi possibili aiuti che la parrocchia era in grado di dare;
- 22 gennaio: arriva la notizia che era avvenuto lo sbarco di Anzio e che gli alleati, superata la difesa tedesca stavano incamminandosi alla volta di Roma; ci fu festa nella soffitta;
- 3 marzo 1944: i tedeschi sparano sulle donne radunate in viale Giulio Cesare, all’altezza di via Paolo Emilio, per chiedere la liberazione dei propri uomini imprigionati nelle caserme; rimane uccisa una donna; nello stesso periodo era stato ucciso nella zona, dai partigiani, un gerarca fascista (forse l’uccisione della donna era proprio da mettere in relazione allo stato di nervosismo determinato da quel fatto);
- con l’arrivo degli americani a Roma il S.A.S.G. si scioglie;
Il 17 marzo 1996, alle ore 17, l’Ambasciatore di Israele a Roma YEHUDA MILLO consegna le Medaglie dei Giusti fra le Nazioni alla memoria di Padre Antonio Dressino e Pietro Lestini.