La presentazione “puerocentrica” della creazione in tanti progetti di Iniziazione crstiana e la “sperimentazione” de Le domande grandi dei bambini, di Andrea Lonardo
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Riprendiamo sul nostro sito una breve nota di Andrea Lonardo. Per approfondimenti, cfr. la sezione Catechesi.
Il Centro culturale Gli scritti (28/1/2018)
Mi invitano a parlare della creazione in una parrocchia ai genitori dei bambini delle prime Comunioni. C’è un grandissimo interesse.
Il parroco inizia dicendo che non possiamo deludere i bambini che hanno grandi domande su questo tema. I figli, infatti, chiedono ai genitori e ai catechisti cosa pensare di ciò che sentono a scuola su Genesi. Vogliono sapere se la creazione è vera. E i genitori subito annuiscono, sentono che è vero ciò che il prete dice loro.
Getto uno sguardo su di un “sussidio” di catechesi di una grande diocesi italiana - lo ha in mano una catechista - che affronta il tema della creazione in maniera banale, dando per scontato che genitori e bambini non abbiano dubbi sulla creazione. Si limita a dire che Genesi è un bel testo, che Dio ci ama e che le sue opere sono grandi: prosegue poi con una preghiera di lode e con un riassunto dei sette giorni di Genesi 1.
Che povertà in questa prospettiva! Si dice di voler “annunziare”, di voler proporre una catechesi “di stile catecumenale”, ma, in realtà, il sussidio propone solo una conoscenza socialzzante dei bambini fra di loro, una presentazione dei genitori fra di loro e, per il resto, dà tutto per scontato, come se non esistessero dubbi, come se i genitori non fossero adulti e i bambini non avessero obiezioni.
Molti testi consimili sembrano fermi agli anni del pre-concilio, quando tutto sembrava ovvio: Dio, la fede, la creazione.
Invece i genitori presenti mi chiedono della scienza, di Galilei, della scimmia, del Big Bang, di cosa ci sia di nuovo in Genesi. Restano colpiti quando spiego loro cosa sia il “fianco” da cui nasce Eva o come il “settimo giorno” sia il cuore della creazione e come il giorno di riposo settimanale abbia cambiato la storia del mondo. Sono attentissimi quando parlo della de-mitizzazione operata da Genesi rispetto ai racconti coevi di creazione.
Anche i bambini più piccoli presenti – quelli delle Comunioni sono con gli animatori, ma quelli sotto gli 8 anni sono con noi – mi ascoltano con grande interesse quando faccio vedere loro i disegni e le foto de Le domande grandi dei bambini su creazione e Genesi.
L’idea errata che molti genitori hanno in testa è che la creazione sia un fatto puntuale: restano stupiti quando paragono la paternità creatrice di Dio alla loro paternità che non comprende solo il momento del concepimento, bensì genera i figli ogni giorno con il cibo, con la cura e con l’educazione. Spiego che l’idea di creazione ebraica è diversa da quella del motore immobile di Aristotele che dà la prima “schicchera” al movimento del cosmo e poi si ritira, lasciandolo a se stesso. Spiego cosa sia la paternità divina e perché la fede dica “Padre creatore” e non solo “creatore” o solo “padre”.
Tornando a casa non riesco a non pensare che la “sperimentazione” de Le domande grandi dei bambini è veramente all’avanguardia, in un tempo in cui le persone non sanno se credere o meno. Molte altre “sperimentazioni” sembrano su questo punto molto vecchie come impostazione, scolastiche nei sussidi e nei quaderni attivi che propongono per parlare di Genesi: non tengono minimamente conto del contesto culturale nel quale genitori e figli sono inseriti, vivono come se si fosse ancora nel contesto di una società cristiana.
Tornato a casa trovo una lettera pastorale di un vescovo che critica la catechesi perché è “puerocentrica” e mi viene da sorridere, perché sono spesso proprio “sperimentazioni” come quella che ho visto a mantenere la catechesi ad un livello “puerocentrico”, mentre una proposta più profonda, come quella de Le domande grandi dei bambini - e come l’incontro che ho appena vissuto - trattano gli adulti da adulti, perché partono dal presupposto che l’incontro dei genitori con le domande vere dei loro figli sia la grande occasione di una catechesi non più infantile – i genitori sono i veri adulti, mentre non lo sono quei quattro “matusa” che vengono talvolta confusi con gli “adulti”.
Non dobbiamo sprecare l’occasione dell’Iniziazione cristiana, come avviene in talune “sperimentazioni”: dobbiamo rifuggire da ogni proposta puerile e infantile di presentare il cristianesimo.
Alla fine dell’anno Le domande grandi dei bambini sarà stato sperimentato da molte parrocchie c he lo stanno utilizzando. Non vedo l’ora di sapere, dopo un anno di utilizzo, se ha contribuito a proporre contenuti ed esperienze di modo che la catechesi di Iniziazione cristiana non sia più “puerocentrica”. Non vedo l’ora di sapere se quel modo di presentare la fede è stato prezioso per chi non è credente e lontano dalla fede.