Andrea Lonardo. I “misteri” della vita di Cristo. Traccia della lezione di sabato 20 gennaio presso la chiesa di Sant'Onofrio al Gianicolo
Prossimi appuntamenti
Sabato 3 febbraio 2018, ore 9.30-13.00: stage di formazione per catechisti dei catecumeni, “Cosa vuol dire accompagnare un catecumeno al Battesimo: aspetti spirituali, ecclesiali, relazionali”, d. Andrea Cavallini e dott.ssa Marta Lazzari, presso il Pontificio Seminario Romano Maggiore, piazza San Giovanni, 4.
Sabato 24 febbraio 2018, ore 9.45-12.00: quarto incontro di Storia della Chiesa, presso la chiesa di S. Giovanni Battista dei Cavalieri di Rodi (Piazza del Grillo) d. Andrea Lonardo parlerà della figura di Ponzio Pilato.
Sabato 17 marzo 2018, ore 9.30-12.30: Una Bibbia da amare. Adolescenti in lotta: Esaù e Giacobbe e Giuseppe e i suoi fratelli. Relazioni di padre Giovanni Salonia (ofmcap) e prof. Luigi Santopaolo, presso S. Maria in Portico in Campitelli (Sala Baldini), piazza di Campitelli, 9.
Nuovi file audio sul Canale Soundcloud Gli scritti
- Dio c'entra ancora? (relazione Andrea Lonardo salesiane Lombardia) (file audio)
- Introduzione alla lettera ai Romani (David Neuhaus) (file audio)
Nuovi video su YouTube canale Catechisti Roma e inaugurazione del Canale Ufficio catechistico Roma
- Perché tutto possa esistere (video di Carlo Ancona sui padri)
- Frank Stephens parla della Sindrome di Down (video)
Nuovi testi su www.gliscritti.it
- L’importanza dei nonni nei giorni di festa. Risponde Aldo Cazzullo
- Perché il multiculturalismo annienta in realtà la differenza, di Paolo Flores d’Arcais
- Alla partenza. I vescovi africani agli emigranti: restate e create ricchezza, di Anna Bono
1/ I “misteri” di Gesù, la chiave per raccontare il Cristo secondo il CCC
Da Principi direttivi nell’elaborazione del Catechismo della Chiesa Cattolica, di Christoph Schönborn (su www.gliscritti.it)
Il punto dei «misteri della vita di Gesù» spesso appare trascurato tra quelli fondamentali della cristologia. lo sono convinto che qui si celi una ricca prospettiva della cristologia del XX secolo che può essere sempre nuovamente utilizzata. Penso alle affermazioni di Hugo Rahner negli anni Trenta del secolo scorso e a quanto hanno progettato Karl Rahner e Hans Urs von Balthasar nel concepire una dogmatica in prospettiva storico-salvifica.
[L’accentuazione data dall'esegesi avvalentesi del metodo storico-critico ha fatto sì che talvolta si perdesse per strada, il rapporto tra la vita di Gesù e il suo inveramento nella nostra esistenza]. Naturalmente l'interrogativo sul Gesù storico è rimasto tale, almeno per gli addetti al lavoro esegetico, come anche la connessione alla vita liturgico-sacramentale, a tal punto che noi ogni anno celebriamo l'intera esistenza del Signore all'interno del ciclo dell'anno liturgico, al fine di renderlo presente e di inserirci in esso. Ora, per il CCC - seguendo un’opzione della Commissione del CCC emersa fin dalla prima seduta -, era abbastanza chiaro orientarsi a presentare la vita di Gesù nella prospettiva della teologia dei misteri (in senso lato).
[Ratzinger, in particolare, ha insistito molto sul fatto che i Vangeli andassero presentati nella catechesi secondo la dottrina classica dei mysteria vitae Christi. D’altro canto doveva essere evidente che lo scopo è quello di mettere in comunione con Gesù].
Quando si legge il paragrafo titolato i «Misteri della vita di Gesù» visti in prospettiva cristologica, si deve intravedere il corrispondente tentativo di creare ponti con la liturgia, ma anche con la sacramentaria e la morale. Perché, di fatto, la vita cristiana è la vita di Cristo in noi. Cristo desidera vivere la propria vita nella nostra vita (cf n. 521).
- diverso dalla odierna tendenza a leggere, ad esempio, Mc
- secondo le “feste” dell’anno liturgico
- secondo l’intelligenza di Cristo che esprimono i cicli pittorici: ecco l’aiuto delle “icone”, delle immagini
2/ Tutto ha origine dalla tradizione che celebra Cristo nelle sue feste
dall’articolo Per l'inizio dell'anno liturgico. La corona che plasma il tempo, di Inos Biffi (Osservatore Romano 24/11/2010)
L'anno liturgico è tra le più originali e preziose creazioni della Chiesa, "un poema - come diceva il cardinale Ildefonso Schuster di tutta la liturgia - al quale veramente hanno posto mano e cielo e terra".
Esso è la trama dei misteri di Gesù nell'ordito del tempo. Così, lungo il corso di ogni anno, la Chiesa rievoca gli eventi della sua nascita, della sua morte e della sua risurrezione, così che il susseguirsi dei giorni sia tutto improntato e sostenuto dalla memoria di lui. Una memoria d'altronde che, se fa volgere lo sguardo a quando quegli eventi si sono compiuti, subito fa tendere lo sguardo sul Presente, cioè sul Cristo vivente, che sovrasta e include in se stesso tutta la storia.
- chi conosce l’anno liturgico conosce Cristo
- celebriamo l’anno liturgico che non si modifica se leggiamo Mt (anno A), Marco (anno B) o Luca (anno C)
- qui vediamo come ci sia un’interpretazione della Scrittura secondo la tradizione
3/ Nei cicli artistici
- l’arte non rappresenta un singolo vangelo, ma i misteri
- alcuni esempi
- La Chiesa Nuova, Santa Maria in Vallicella: 12 cappelle con la vita di Gesù vista con gli occhi di Maria
1/ Cappella della Presentazione di Maria
All'estremità sinistra del transetto. Fu costruita nel 1589 a spese del vescovo Angelo Cesi, e decorata su disegno di Martino Longhi il Vecchio nel 1591 con marmi policromi e due colonne in marmo verde antico all'altare.
Nel 1592 furono collocate nelle apposite nicchie le statue di "San Pietro" e "San Paolo", opera di Giovanni Antonio Paracca e nel 1603 fu consegnata la pala d'altare, raffigurante la "Presentazione di Maria al Tempio" di Federico Barocci.
Dopo i lavori di modifica, fu completamente rifatta la decorazione affrescata, con "Storie di Anna, Elcana e Samuele" sulla volta, ad opera di Alessandro Salucci.
Cappella della Presentazione di Maria: verità della Fede espresse dal quadro
- Dio entra nella storia, una vera storia... (Realismo dei particolari: cesta, cappello, bue…).
- Dio non solo entra, ma prepara il suo ingresso nella storia.
- La consacrazione già da bambini (posizione del corpo di Maria).
- Dedicazione di un Tempio, dedicazione della persona umana come tempio.
- La consacrazione ci richiama il valore della libertà dell'uomo.
- Una consacrazione non si improvvisa.
- Nella Presentazione al Tempio di Gerusalemme riconosciamo che il dono della vita viene da Dio.
Cappelle delle navate
Le cappelle, che inizialmente si aprivano sull'unica navata, furono tutte ricostruite per far posto alle navate laterali tra il 1594 e il 1606.
Navata sinistra a partire dall’ingresso
2/ Cappella dell'Annunciazione
Prima cappella della navata sinistra. Concessa in patronato alla famiglia Ruspoli, banchieri fiorentini, nel 1589.
Nel 1591 fu completata l'originaria decorazione affrescata, di Andrea Lilio, di cui si conservano quelli del sottarco ("Annuncio della nascita della Vergine a Gioacchino ed Anna", "Rebecca al pozzo", "Rachele nasconde gli idoli", l'"Immacolata Concezione", "Uva della terra promessa", "Sposa del Cantico dei Cantici" e la "Sposa entra nella sala del banchetto"). La pala d'altare dello stesso anno e raffigurante l'"Annunciazione", fu opera di Domenico Cresti (detto "il Passignano").
Dato il cattivo stato di conservazione degli affreschi, una seconda decorazione con marmi policromi e stucchi, fu commissionata nel 1662.
Cappella dell’Annunciazione: verità della Fede espresse dal quadro
- Dio entra nella storia, una vera storia… (Realismo dei particolari: oggetti tipici del ‘500).
- È un avvenimento umile e nascosto. Nessuno lo vide, nessuno lo conobbe se non Maria. Ma al tempo stesso il più decisivo per la storia dell’umanità.
- Maria rinnova la sua offerta libera dicendo “Eccomi” all’annuncio dell’Arcangelo Gabriele. La posizione del suo corpo è uguale a quella del suo primo “sì” nella Presentazione al Tempio.
- Maria è santa perché santificata in un modo unico e irripetibile dallo Spirito Santo.
- Nel quadro è raffiguratala Trinità, il Padre in alto, lo Spirito Santo (colomba), il Figlio è già nel grembo di Maria.
- Il “Sì” di Gesù e di Maria si rinnova nel “Sì” dei Santi, specialmente dei martiri che vengono uccisi a causa del Vangelo.
3/ Cappella della Visitazione
Seconda cappella della navata sinistra. Concessa in patronato a Francesco Pizzamiglio, veneziano, nel 1582. Alla metà del Settecento passò a Filippo Sicurani.
La pala d'altare di Federico Barocci, del 1586, raffigura la "Visitazione" ed era particolarmente cara a san Filippo Neri.
Dopo la ricostruzione, che fu completata solo nel 1611, la decorazione a stucco fu eseguita entro il 1617 e l'anno successivo furono commissionati gli affreschi di Carlo Saraceni ("San Matteo", "San Giovanni Evangelista" e "San Giovanni Battista", quest'ultimo oggi perduto).
Cappella della Visitazione: verità della Fede espresse dal quadro
- Maria riceve in questo momento la conferma della verità delle parole dell'Angelo.
- Bellissimo il particolare delle due mani che si stringono, la mano anziana di Elisabetta e quella giovane e delicata di Maria.
- Sempre i particolari che ci dicono che questa Storia è viva nel presente (l'asino spettatore, le gallinelle nella cesta...).
- Maria è "Cristofora - Portatrice di Cristo" ed è questo che fa sussultare di gioia il bimbo nel grembo di Elisabetta.
- Lo Spirito Santo ci fa vedere Gesù anche quando è nascosto.
4/ Cappella della Natività o dell’Adorazione dei Pastori
Terza cappella della navata sinistra. Concessa in patronato a Silvio Antoniano, futuro cardinale, nel 1580.
La pala d'altare, di Durante Alberti, raffigura l'"Adorazione dei pastori" (prima del 1590). Dopo la ricostruzione era stata decorata con stucchi (Giovanni Guerra) e affreschi (Pomarancio), non più conservati.
Cappella della Natività o dell’Adorazione dei Pastori: verità della Fede espresse dal quadro
- I primi che adorano Dio fatto uomo sono i più esclusi e lontani di tutto il popolo d'Israele.
- I pastori erano disprezzati e considerati ai margini della vita civile e religiosa.
- Da guardare insieme il Bambino e l'Agnellino con le zampe legate. In una sola immagine è descritta tuttala Storia di Gesù, nato e morto per Amore.
- La bellezza della paglia così concreta ci dice che questo avvenimento è presente oggi.
- La curiosità, lo stupore, la tenerezza e la commozione dei pastori.
5/ Cappella dell’Adorazione dei Magi o dell'Epifania
Quarta cappella della navata sinistra. Concessa in patronato nel 1578 a Porzio Ceva, notaio della Camera Apostolica.
La pala d'altare, opera di Cesare Nebbia del 1578, raffigura l'"Adorazione dei Magi".
Dopo la ricostruzione, la nuova decorazione con marmi policromi e stucchi sulla volta fu affidata ancora a Stefano Longo e fu completata nel 1619, riprendendo i motivi della cappella della Purificazione. Gli affreschi sulla volta, in cattivo stato, furono probabilmente completati nel 1625 da Baccio Ciarpi.
Cappella dell’Adorazione dei Magi o dell'Epifania: verità della Fede espresse dal quadro
- L'edera rappresenta nell'iconografia cristiana la vita eterna e l'immortalità dell'anima, ed è dono di Cristo che nasce.
- La corona regale ai piedi della culla di Gesù indica come sia Lui il vero Re dell'Universo.
- Un raggio della stella in alto sembra un rivolo di luce che va a bagnare il Bambino.
- Il sasso con le due lettere CN, Cesare Nebbia, esprime la consapevolezza dell'Autore di essere un piccolo sasso davanti alla Regalità di Cristo.
6/ Cappella della Presentazione di Gesù al Tempio o della Purificazione
Quinta cappella della navata sinistra. Concessa a Fabrizio e Cesare Mezzabarba, di Pavia, era stata inizialmente destinata all'esposizione dell'antica immagine miracolosa della "Madonna Vallicelliana". Con i lavori di ricostruzione il patronato passò al cardinale Agostino Cusani e nel 1854 ai conti Polidori.
La decorazione a stucco posteriore alla ricostruzione è opera di Stefano Longo, mentre i riquadri affrescati nella volta furono completati nel 1620 dal Cavalier d'Arpino ("Sant'Ambrogio", "Sant'Agostino" e "Santa Monica"). Gli affreschi, danneggiati, furono ricoperti da un restauro del 1885.
La pala d'altare è costituita da una tela del 1627, ancora del Cavalier d'Arpino, raffigurante la "Purificazione della Vergine".
Cappella della Presentazione di Gesù al Tempio o della Purificazione: verità della Fede espresse dal quadro
- Come Maria, anche Gesù viene presentato al Tempio. Gesù entra in una vera Storia, in un vero Popolo, il Popolo d'Israele. (Giuseppe porta tra le mani le colombe prescritte dalla Legge del Signore). L'incontro di Giuseppe e Maria con Simeone e la profetessa Anna (Luca 2,22-40).
- Gesù è riconosciuto da Simeone come Luce che illumina le Genti.La Chiesa, in questa festa, celebra questa verità con la benedizione delle candele e una processione solenne all'inizio della Santa Messa (Candelora).
Navata sinistra a partire dall’ingresso
7/ Cappella del Crocifisso
Prima cappella della navata destra. Concessa in patronato a Camillo Caetani, patriarca di Alessandria e in seguito passò a Paolo Paganino, di Modena, e ancora alla famiglia Rossi e, nel 1746, al marchese Giacomo Vettori.
La pala d'altare, di Scipione Pulzone, raffigurante il "Crocefisso", fu completata entro il 1586.
Sotto il patronato del Paganino e dopo la ricostruzione fu rifatta la decorazione nel 1621, con stucchi del sottarco (eseguiti da Stefano Longo con le allegorie della Giustizia e della Fortezza) e della volta di copertura, dove riquadrano affreschi ad olio di Giovanni Lanfranco ("Incoronazione di spine", "Flagellazione" e "Orazione nell'orto").
Cappella del Crocifisso: verità della Fede espresse dal quadro
- La Morte e Resurrezione di Gesù non è un avvenimento concluso nel passato, ma sprigiona ancora oggi tuttala Sua Potenza; per chi ricorre ad esso. È come un'esplosione nucleare che per innescare una reazione a catena ha bisogna della libertà dell'uomo.
- L'Eccomi, il Sì di Maria anche ora sotto la croce.
- Maria Maddalena che avvolge completamente la Crocee i piedi di Gesù con i suoi lunghi capelli biondi. Anche noi possiamo unire alla Croce i nostri dolori e da essa attingere la Pace di Gesù Cristo. È la Sua Croce che ci porta.
8/ Cappella della Deposizione o della Pietà
Seconda cappella della navata destra. Concessa in patronato a Pietro Vittrici, "guardaroba" del papa. Passò quindi a Ermete Cavalletti.
Dopo la ricostruzione ricevette una decorazione con marmi policromi e stucco (1612) e con affreschi di Angelo Caroselli ("Sindone" nel sottarco e "Pietà fra David e Isaia" nella volta).
Sull'altare era stata collocata la "Deposizione di Cristo nel sepolcro" di Michelangelo Merisi da Caravaggio (1602), che fu asportata dai francesi nel 1797 e sostituito con una copia di Michele Koeck, mentre dopo la restituzione l'originale si conserva nella Pinacoteca dei Musei Vaticani.
Cappella della Deposizione o della Pietà: verità della Fede espresse dal quadro
- Cristo è stato appena schiodato dalla croce. II suo corpo bellissimo (è evidente l'omaggio alla Pietà di Michelangelo in S. Pietro) è sostenuto da Giovanni e da Nicodemo, il cui volto, in primo piano, è caratterizzato come un ritratto: qualcuno vi ha ravvisato il volto di Michelangelo. Nicodemo è chinato su Cristo e si volge verso lo spettatore coinvolgendolo. In secondo piano i testimoni storici della morte di Cristo: Maria di Cleofa alza le braccia in un urlo disperato verso un cielo nero e indecifrabile; Maddalena piange la morte del suo Signore.
- Maria,la Madre, raffigurata anziana e impietrita dal dolore, stende le braccia in forma di croce come per abbracciare tutto il corpo del Figlio; Giovanni, il discepolo amato, piegato sul Salvatore, posa la mano sulla piaga del costato, la cui apertura, prodotta dal colpo della lancia, egli solo tra gli evangelisti ha riportato. Colpisce l'angolo della pesante lastra di pietra che punta verso chi contempla la scena: «La pietra scartata dai costruttori è diventata testata d'angolo»: per questo la pietra, posta in prospettiva angolare, emerge con tanta evidenza fino a diventare silenziosa protagonista. Sulla pietra scartata riposa la speranza di salvezza per ognuno di noi. Quando, all'elevazione, il celebrante alzava l'Ostia consacrata ed il calice del Sangue, i fedeli li vedevano allineati con l'angolo della pietra. Il braccio di Cristo pende verso il basso, attirato dalla forza di gravità. La natura lo domina. Ma le dita della sua mano si "impigliano" nel bordo della pietra. L'indice e il medio fanno da perno, fermando momentaneamente la mano e arcuando leggermente il braccio. Gesù è il punto di incontro tra Dio e l'uomo. Il candido telo èla Sindone, il cui lembo, mosso da un soffio leggero, accarezza la pietra, mentre dal buio già una pianta emerge, con il suo verde fogliame, ad indicare che la morte, dentro a tale sepolcro, non ha la sua vittoria. Chi sta per scendere nella tomba è un morto particolare: la mattina di Pasqua ne svelerà al mondo la piena identità, rivelando al tempo stesso lo stupendo "disegno" di Dio.
9/ Cappella dell'Ascensione: verità della Fede espresse dal quadro
Terza cappella della navata destra. Concessa in patronato nel 1581 a Tiberio Ceuli, banchiere romano. Nel 1868 il patronato passò alla famiglia De Villanova Castellacci.
La pala d'altare con l'"Ascensione" si deve a Girolamo Muziano, prima del 1587.
Dopo la ricostruzione fu nuovamente decorata con marmi policromi e stucchi e consacrata nel 1607. Gli affreschi ad olio sulla calotta furono eseguiti da Benedetto Piccioli a partire dal 1624 ("San Coprete", "Sant'Alessandro" e "San Patermuzio").
Cappella dell’Ascensione
- Gesù ascende con i segni della sua Passione.
- Ascende per restare sempre con noi ogni giorno in una forma ancora più forte: attraverso il Dono immenso e smisurato dello Spirito Santo.
- Maria è insieme agli undici e ha ancora gli occhi arrossati per il forte dolore.
10/ Cappella della Pentecoste
Quarta cappella della navata destra. Concessa in patronato nel 1579 a Vincenzo Lavaiana, banchiere pisano, che al momento della ricostruzione la cedette a Diego del Campo, fiammingo, "cameriere segreto" del papa. Nel 1728 il patronato passò al conte Pietro Giraud.
La decorazione della volta ("I sette candelabri", "Il battesimo di Cristo" e "Mosè con le tavole della Legge"), completata nel 1602, si deve a Egidio della Riviera.
L'originaria pala d'altare con la "Discesa dello Spirito Santo" era del pittore fiammingo Wensel Cobergher (1607), ma fu sostituita nel 1689 dall'attuale tela con stesso soggetto di Giovanni Maria Morandi.
Cappella della Pentecoste: verità della Fede espresse dal quadro
- Maria attende il Dono immenso della Spirito di Dio insieme agli undici ed è in preghiera. Il Padre non dà lo Spirito Santo a tutti. Dà lo Spirito Santo a tutti coloro che lo chiedono.
- L'Eccomi, il Sì di Maria anche qui... sempre quella posizione del corpo e delle mani che esprime la sua offerta, la sua consacrazione continua a Dio. Nell'offerta di noi stessi a Dio, Maria è per noi Madre insostituibile.
- Il Dono è raffigurato come fiamme di fuoco che scendono sui discepoli trasformandoli da uomini timorosi e ancora dubbiosi in coraggiosi missionari.
11/ Cappella dell’Assunta o Cappella Pinelli
Quinta cappella della navata destra. Concessa in patronato al banchiere genovese Giovanni Agostino Pinelli, tesoriere del papa.
Conserva gran parte della decorazione originaria in stucco, terminata nel 1587, su disegno di Giacomo della Porta.
Vi si trovano inoltre affreschi di Aurelio Lomi con "Storie di Maria" e "Storie dell'infanzia di Gesù" nel sottarco, tondi nella volta con "Dormitio Virginis", "Incoronazione di Maria" e "Funerali della Madonna", e sulle pareti "Rebecca ed Eleazar" e "Giaele e Sisara".
L'originaria pala di altare con l'"Assunzione e apostoli" di Giuseppe Ghezzi, fu sostituita alla metà del Seicento con quella di Giovanni Domenico Cerrini, con medesimo soggetto.
Cappella dell’Assunta o Cappella Pinelli: verità della Fede espresse dal quadro
- Questa è una delle immagini miracolose che a Roma e in tutto lo Stato Pontificio hanno preceduto l'arrivo di Napoleone. Per diversi giorni davanti a migliaia di testimoni (anche notai) aprì e chiuse gli occhi.
- Il segno prodigioso ci ricorda ancora oggi che Maria ha "gli occhi aperti" sui nostri dolori, sulle nostre prove e unita al Figlio Suo già da subito in anima e corpo continua a svolgere la sua missione.
Cappella del transetto a destra
12/ Cappella dell'Incoronazione della Vergine
All'estremità destra del transetto. Fu concessa nel 1591 ad Alessandro Glorieri, nunzio apostolico a Napoli.
Nel 1592 venne costruito l'altare maggiore, con colonne in marmo verde antico analoghe a quelle dell'opposta cappella della Presentazione e la cappella venne consacrata nel 1594 con un'elaborata decorazione in marmi policromi. Le nicchie ospitano due statue di "San Giovanni Battista" e "San Giovanni Evangelista" di Flaminio Vacca.
La pala d'altare, raffigurante l'"Incoronazione della Vergine", fu dipinta dal Cavalier d'Arpino e, completata nel 1615, venne ulteriormente modificata dallo stesso autore due anni dopo, su richiesta della Congregazione.
Cappella dell’Incoronazione della Vergine: verità della Fede espresse dal quadro
- È bello guardare da questa cappella della Presentazione di Maria al tempio da cui siamo partiti.
- L'Eccomi finale di Maria con la stessa posizione del corpo di quel primo Eccomi da bambina.
- Maria è incoronata come Regina di Umiltà da Gesù Cristo stesso. È Regina di tutti gli angeli e di tutti i santi.
- L'Umiltà vera porta ad evitare due errori gravi. Maria dice "Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente". Il primo errore è credere di poter fare grandi cose senza l'amicizia di Dio, senzala Sua Grazia, senza il Suo Spirito. Il secondo non meno grave è credere che l'Onnipotenza di Dio non possa fare grandi cose anche con la nostra vita. In questo cammino di vera umiltà Maria ci è madre e maestra.
- In alcuni cicli divengono importanti i colori, come nelle Storie del Nuovo Testamento nella Maestà di Duccio di Buoninsegna
Blu/Rosso
Bianco
Rosso
Nudità Blu/Rosso/Oro
- Nel mondo bizantino e cristiano-orientale in generale: Ciclo delle Grandi Feste dell'anno liturgico (Dodekaorton)
1. Natività di Maria (Gennesis)
2. Presentazione di Maria al Tempio
3. Annunciazione (Khairetismos=la visita)
4. Natività del Signore (Natale)
5. Presentazione di Gesù al Tempio (Ypapante=incontro, Candelora)
6. Battesimo (Baptisis, Epifania)
7. Trasfigurazione (Metamorphosis)
8. Ingresso a Gerusalemme (Baioforos=che porta la palma, Domenica delle Palme)
9. Discesa al limbo (Anastasis)
10. Ascensione (Analepsis)
11. Pentecoste (Pentecoste)
12. Dormizione della Vergine (Koimesis)
4/ Nel Catechismo della Chiesa Cattolica, concretamente
I MISTERI DELLA VITA DI CRISTO
512 Il Simbolo della fede, a proposito della vita di Cristo, non parla che dei misteri dell'incarnazione (concezione e nascita) e della pasqua (passione, crocifissione, morte, sepoltura, discesa agli inferi, risurrezione, ascensione). Non dice nulla, in modo esplicito, dei misteri della vita nascosta e della vita pubblica di Gesù, ma gli articoli della fede concernenti l'incarnazione e la pasqua di Gesù illuminano tutta la vita terrena di Cristo. «Tutto quello che Gesù fece e insegnò dal principio fino al giorno in cui [...] fu assunto in cielo» (At 1,1-2) deve essere visto alla luce dei misteri del natale e della pasqua.
513 La catechesi, secondo le circostanze, svilupperà tutta la ricchezza dei misteri di Gesù. Qui basta indicare alcuni elementi comuni a tutti i misteri della vita di Cristo (I), per accennare poi ai principali misteri della vita nascosta (II) e pubblica (III) di Gesù.
I. Tutta la vita di Cristo è mistero
514 Non compaiono nei Vangeli molte cose che interessano la curiosità umana a riguardo di Gesù. Quasi niente vi si dice della sua vita a Nazaret, e anche di una notevole parte della sua vita pubblica non si fa parola. Ciò che è contenuto nei Vangeli è stato scritto «perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome» (Gv 20,31).
515 I Vangeli sono scritti da uomini che sono stati tra i primi a credere e che vogliono condividere con altri la loro fede. Avendo conosciuto, nella fede, chi è Gesù, hanno potuto scorgere e fare scorgere in tutta la sua vita terrena le tracce del suo mistero. Dalle fasce della sua nascita, fino all'aceto della sua passione e al sudario della risurrezione, tutto nella vita di Gesù è segno del suo mistero. Attraverso i suoi gesti, i suoi miracoli, le sue parole, è stato rivelato che «in lui abita corporalmente tutta la pienezza della divinità» (Col 2,9). In tal modo la sua umanità appare come «il sacramento», cioè il segno e lo strumento della sua divinità e della salvezza che egli reca: ciò che era visibile nella sua vita terrena condusse al mistero invisibile della sua filiazione divina e della sua missione redentrice.
I tratti comuni dei misteri di Gesù
516 Tutta la vita di Cristo è rivelazione del Padre: le sue parole e le sue azioni, i suoi silenzi e le sue sofferenze, il suo modo di essere e di parlare. Gesù può dire: «Chi vede me, vede il Padre» (Gv 14,9), e il Padre: «Questi è il Figlio mio, l'eletto; ascoltatelo» (Lc 9,35). Poiché il nostro Signore si è fatto uomo per compiere la volontà del Padre, i più piccoli tratti dei suoi misteri ci manifestano l'amore di Dio per noi
517 Tutta la vita di Cristo è mistero di redenzione. La redenzione è frutto innanzi tutto del sangue della croce, ma questo mistero opera nell'intera vita di Cristo: già nella sua incarnazione, mediante la quale, facendosi povero, ci ha arricchiti con la sua povertà;nella sua vita nascosta che, con la sua sottomissione, ripara la nostra insubordinazione; nella sua parola che purifica i suoi ascoltatori; nelle guarigioni e negli esorcismi che opera, mediante i quali «ha preso le nostre infermità e si è addossato le nostre malattie» (Mt 8,17); nella sua risurrezione, con la quale ci giustifica.
518 Tutta la vita di Cristo è mistero di ricapitolazione. Quanto Gesù ha fatto, detto e sofferto, aveva come scopo di ristabilire nella sua primitiva vocazione l'uomo decaduto: «Allorché si è incarnato e si è fatto uomo, ha ricapitolato in se stesso la lunga storia degli uomini e in breve ci ha procurato la salvezza, così che noi recuperassimo in Gesù Cristo ciò che avevamo perduto in Adamo, cioè d'essere ad immagine e somiglianza di Dio». «Per questo appunto Cristo è passato attraverso tutte le età della vita, restituendo con ciò a tutti gli uomini la comunione con Dio».
La nostra comunione ai misteri di Gesù
519 Tutta la ricchezza di Cristo è destinata ad ogni uomo e costituisce il bene di ciascuno. Cristo non ha vissuto la sua vita per sé, ma per noi, dalla sua incarnazione «per noi uomini e per la nostra salvezza» fino alla sua morte «per i nostri peccati» (1 Cor 15,3) e alla sua risurrezione «per la nostra giustificazione» (Rm 4,25). E anche adesso, è nostro avvocato «presso il Padre» (1 Gv 2,1), «essendo sempre vivo per intercedere» a nostro favore (Eb 7,25). Con tutto ciò che ha vissuto e sofferto per noi una volta per tutte, egli resta sempre «al cospetto di Dio in nostro favore» (Eb 9,24).
520 Durante tutta la sua vita, Gesù si mostra come nostro modello: è «l'uomo perfetto» che ci invita a diventare suoi discepoli e a seguirlo; con il suo abbassamento, ci ha dato un esempio da imitare, con la sua preghiera, attira alla preghiera, con la sua povertà, chiama ad accettare liberamente la spogliazione e le persecuzioni.
521 Tutto ciò che Cristo ha vissuto, egli fa sì che noi possiamo viverlo in lui e che egli lo viva in noi. «Con l'incarnazione il Figlio di Dio si è unito in certo modo a ogni uomo».Siamo chiamati a formare una cosa sola con lui; egli ci fa comunicare come membra del suo corpo a ciò che ha vissuto nella sua carne per noi e come nostro modello: «Noi dobbiamo sviluppare continuamente in noi e, in fine, completare gli stati e i misteri di Gesù. Dobbiamo poi pregarlo che li porti lui stesso a compimento in noi e in tutta la sua Chiesa. [...] Il Figlio di Dio desidera una certa partecipazione e come un'estensione e continuazione in noi e in tutta la sua Chiesa dei suoi misteri mediante le grazie che vuole comunicarci e gli effetti che intende operare in noi attraverso i suoi misteri. E con questo mezzo egli vuole completarli in noi».
II. I misteri dell'infanzia e della vita nascosta di Gesù
Le preparazioni
Il mistero del natale
I misteri dell'infanzia di Gesù
I misteri della vita nascosta di Gesù
III. I misteri della vita pubblica di Gesù
Il battesimo di Gesù
La tentazione di Gesù
«Il regno di Dio è vicino»
L'annunzio del regno di Dio
I segni del regno di Dio
«Le chiavi del Regno»
Un anticipo del Regno: la trasfigurazione
La salita di Gesù a Gerusalemme
L'ingresso messianico di Gesù a Gerusalemme
5/ Nei Misteri del Rosario
Gaudiosi
1) L'Annunciazione dell'Angelo a Maria Vergine
2) La Visita di Maria Santissima a Santa Elisabetta
3) La Nascita di Gesù nella grotta di Betlemme
4) Gesù viene presentato al Tempio da Maria e Giuseppe
5) Il Ritrovamento di Gesù nel Tempio
Luminosi
1) Il Battesimo nel Giordano
2) Le Nozze di Cana
3) L'annuncio del Regno di Dio
4) La Trasfigurazione
5) L'Eucaristia
Dolorosi
1) L'agonia di Gesù nel Getsemani
2) La flagellazione di Gesù
3) L'incoronazione di spine
4) Il viaggio al Calvario di Gesù carico della croce
5) Gesù è crocifisso e muore in croce
Gloriosi
1) La risurrezione di Gesù
2) L'ascensione di Gesù al cielo
3) La discesa dello Spirito Santo nel Cenacolo
4) L'Assunzione di Maria al cielo
5) L'Incoronazione di Maria Regina del cielo e della terra
6/ In letteratura
J. Ratzinger-Benedetto XVI, Gesù di Nazaret
A. Lonardo, Il Dio con noi, San Paolo
7/ Il posto dell’accostamento diretto alla Scrittura
DV 21 La Chiesa ha sempre venerato le divine Scritture come ha fatto per il Corpo stesso di Cristo, non mancando mai, soprattutto nella sacra liturgia, di nutrirsi del pane di vita dalla mensa sia della parola di Dio che del Corpo di Cristo, e di porgerlo ai fedeli. Insieme con la sacra Tradizione, ha sempre considerato e considera le divine Scritture come la regola suprema della propria fede; esse infatti, ispirate come sono da Dio e redatte una volta per sempre, comunicano immutabilmente la parola di Dio stesso e fanno risuonare nelle parole dei profeti e degli apostoli la voce dello Spirito Santo. È necessario dunque che la predicazione ecclesiastica, come la stessa religione cristiana, sia nutrita e regolata dalla sacra Scrittura.
DV 25 Il santo Concilio esorta con ardore e insistenza tutti i fedeli, soprattutto i religiosi, ad apprendere «la sublime scienza di Gesù Cristo» (Fil 3,8) con la frequente lettura delle divine Scritture. «L'ignoranza delle Scritture, infatti, è ignoranza di Cristo» (San Girolamo, Commento ad Isaia, Prologo). Si accostino essi volentieri al sacro testo, sia per mezzo della sacra liturgia, che è impregnata di parole divine, sia mediante la pia lettura, sia per mezzo delle iniziative adatte a tale scopo e di altri sussidi, che con l'approvazione e a cura dei pastori della Chiesa, lodevolmente oggi si diffondono ovunque. Si ricordino però che la lettura della sacra Scrittura dev'essere accompagnata dalla preghiera, affinché si stabilisca il dialogo tra Dio e l'uomo; poiché «quando preghiamo, parliamo con lui; lui ascoltiamo, quando leggiamo gli oracoli divini».
- nella mia esperienza, la lectio cursiva mi fu donata al III anno di vita del gruppo giovanile
Una sintesi
- la catechesi dell’Iniziazione cristiana parla di Gesù, non della Bibbia o dei singoli Vangeli
- la catechesi utilizza i diversi registri e linguaggi (quello dogmatico, quello morale, quello esegetico, ecc.) per parlare come una “madre” ai suoi figli (EG sull’omelia)
- la catechesi è illuminata dalla Dei Verbum: Gesù Cristo è la Parola del Padre, la Chiesa trasmette questa Parola, la Scrittura è anch’essa Parola di Dio come regola della vita della Chiesa
- i 4 vangeli al servizio dell’annuncio del Cristo: realtà storica, significato teologico e grazia salvifica
- quella presenza si compie nel Sacramento