L’importanza dei nonni nei giorni di festa. Risponde Aldo Cazzullo
Riprendiamo dal Corriere della Sera del 27/12/2017 una lettera inviata al quotidiano con la risposta di Aldo Cazzullo. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti, cfr. Educazione e terza età.
Il Centro culturale Gli scritti (1/7/2018)
Caro Aldo,
occorre che i nonni illuminino i giovani, ora che la famiglia è riunita per le festività, sulla storia più recente del nostro Paese, spiegando che il periodo dal 1946 al 1960 è stato strepitoso per l’Italia, con gli italiani che diedero il via alla ricostruzione dopo la devastazione bellica, realizzando un miracolo economico che produsse la resurrezione del Paese. Rievocare gli usi, i costumi, le consuetudini semplici di quel tempo, epoca d’oro del cinema, della musica, dello sport, con il grande calcio del grande Torino di Valentino Mazzola, i duelli epici di Bartali e Coppi, un modo di vivere semplice ed entusiasta, la famiglia unita. Occorre ricordare per aiutarli a migliorare.
Giovanni Bertei
Caro Giovanni,
Il passato non va mitizzato, però è vero che conoscere la storia recente del Paese può essere molto utile a una generazione che sta crescendo con un ritornello pessimista nelle orecchie — «siete i primi che starete peggio dei padri e peggio dei nonni» —, e non ha la minima idea dei sacrifici che i padri e i nonni hanno dovuto fare.
Viviamo uno strano tempo. Non ci sono mai stati tanti nonni come oggi; ma non sono mai stati così poco ascoltati. Un tempo i nonni morivano purtroppo molto prima, ma erano figure centrali nelle famiglie. Spesso si viveva con loro. Oggi i nonni sono sovente simpatici vecchietti affettuosi, cui i nipoti fanno visita qualche volta l’anno nella speranza di averne un regalo, se possibile uno smartphone o un tablet con cui isolarsi dal mondo. E la Rete conosce un solo tempo, il presente. Il passato non esiste, la Seconda guerra mondiale e la ricostruzione che seguì sono considerate come la seconda guerra punica: una cosa accaduta tanto tempo fa ad altri, che non ci interessa e non ci riguarda.
Questo non significa che i giovani non abbiano grandi ostacoli davanti a sé; ma ascoltare i racconti dei nonni li aiuterebbe a collocare le proprie difficoltà in un contesto, a capire che non sono la prima e non saranno l’ultima generazione ad avere una sfida da vincere. E il primo nemico è la rassegnazione, la frustrazione, il livore che la Rete anche nei giorni di festa non smette mai di alimentare. L’amore a cerchio di vita tra nonni e nipoti è meraviglioso; cerchiamo di ripristinare la trasmissione della memoria.