Quando Hitler cercò di inventare il Natale nazista, di John Brownlee
Riprendiamo dal sito Linkiesta una traduzione/adattamento del 25/12/2013 di un articolo di John Brownlee pubblicato il 23/12/2013 (https://www.fastcodesign.com/3024022/how-hitler-redesigned-christmas?partner=rss&utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+fastcodesign%2Ffeed+%28Co.Design%29). Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti, fr. la sezione Il Novecento: fascismo e nazismo.
Il Centro culturale Gli scritti (10/12/2017)
Piatto nazista con il Natale tramutato
in festa del solstizio
Follie storiche
Anche Hitler festeggiava il Natale? Nel 1941 aveva organizzato una grande cena sotto l’albero con tutti gli ufficiali e gli alti gradi dell’esercito. Ma non era contento: nella sua mente anche il Natale doveva diventare una festa diversa, una festa nazista.
Il Natale come festa della pace sulla Terra?
No: come recita un articolo di propaganda del 1937 (“Nuovi significati da dare ai Costumi ereditati”) il Natale non dovrebbe essere una “festa per una teorica pace per tutta l’umanità”, ma “una festa per la pace nazionale e domestica”. E questo implicava la necessità di liberarsi dei nemici della patria, come ebrei, rom, comunisti e omosessuali. Non era nemmeno concepibile che i tedeschi festeggiassero “il prodotto di una cultura orientale: il Natale doveva diventare germanico, come celebrazione dello spirito tedesco, dell’etnia tedesca, del sangue tedesco”. Insomma, andava cambiato. Ma come?
La parola “Natale”, la nascita di Gesù e l’arrivo di Babbo Natale
Prima di tutto, il Natale andava de-cristianizzato. La cosa poteva essere anche sembrare difficile, ma non lo è stata: si è fatto ricorso alle radici pagane della festa, che rintracciano l’origine in un antico culto del Sole e celebrano il solstizio. E, in questo modo, si metteva in soffitta ogni riferimento cristiano.
Per eccesso di zelo, decisero di modificarne anche il nome: anche se, a differenza dell’inglese “Christmas”, nel tedesco “Weihnacht” non c’è alcun riferimento al cristianesimo. Ma per evitare confusioni si è pensato di chiamarla Rauhnacht (“L’aspra notte”), con una punta di violenza in più [N.B. de Gli scritti ma anche Julfest, festa del Solstizio].
Per evitare ogni riferimento religioso nelle canzoni, si è dovuto passare a una profonda opera di riscrittura. Astro del Ciel, ad esempio, era piena di richiami alla nascita di Gesù. Ci hanno pensato Alfred Rosenberg e Heinrich Himmler in persona a riscriverla inserendo lodi nei confronti del nazional-socialismo. Il Salvatore divenne il Fuhrer.
E Babbo Natale? La questione era spinosa. Ripercorrere le sue radici implicava un richiamo alla sua origine cristiana, cioè a San Nicola di Mira, vescovo orientale (non germanico e non ariano). Non era praticabile nemmeno l’ipotesi di una cancellazione della tradizione, troppo forte e radicata nelle famiglie tedesche. Il colpo di genio fu allora di ribattezzarlo: aveva la barba? Sì? Allora era Odino, dio pagano della tradizione germanica, "rubato" dai cristiani ma restituito dai nazisti.
Babbo Natale come Odino
Le nuove decorazioni dell’albero
Anche qui occorrevano dei cambiamenti: l’albero andava bene, perché di chiara origine tedesca. La stella in cima no: o era a sei punte (e somigliava a quella di David) o a cinque (e ricordava il comunismo). La soluzione fu, anche qui, una sostituzione: o una bella svastica o una runa (un segno di un antico alfabeto germanico).
Al posto delle palle, ci potevano essere anche finte granate, o mitragliatrici giocattolo. O aquile, svastiche, insegne naziste, teste di Hitler. Il tutto era molto kitsch e, a sua difesa, si può dire che non piacessero tanto nemmeno a lui.
Tutte queste trovate durarono poco: nel giro di pochi anni la sorte della guerra si rovesciò e nel 1944, di fronte all’avanzata degli alleati, c’erano ben altri pensieri nella mente del Fuhrer rispetto al rebranding del Natale. Finì male per lui, e il Natale si salvò. Un pericolo scampato anche per noi, che possiamo scartare i regali senza dover ringraziare il dio Odino.
Manifesto antisemita con ebreo
che commercializza il Natale