Birmingham. Milanese scopre la copia più antica del Corano. Il manoscritto più antico del Corano ritrovato negli archivi dell'università di Birmingham da Alba Fedeli, una ricercatrice milanese, di Silvia Guzzetti
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Riprendiamo da Avvenire del 22/7/2015 un articolo di Silvia Guzzetti. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti, cfr. la sezione Islam.
Il Centro culturale Gli scritti (10/12/2017)
N.B. de Gli scritti La scoperta è importante, non tanto per le interpretazioni erronee che ne sono state date, quasi che siano esistiti necessariamente frammenti coranici prima di Maometto, bensì perché invita a pensare il Corano insieme ai dati documentari: questa è la strada per camminare insieme agli amici musulmani, mostrando come il lavoro interpretativo non debba spaventare, perché l’esegesi cattolica e quella ebraica, confrontandosi con le ricerche archeologiche e storiche sono arrivate nei millenni a posizione nuove su Adamo, Abramo e Mosè, mantenendo salda la fede, e che, quindi, non si deve avere paura di studiare scientificamente e storicamente i testi antichi, anzi proprio lo studio dei testi in comparazione con la storia li libera dalle interpretazioni fondamentaliste, mostrando come non siano veri “letteralmente”, bensì nel loro significato salvifico. Allo stesso modo, la tradizione cristiana insegna l’importanza che sia data alle donne la possibilità di studiare i testi sacri e di superare anche gli uomini in questo, come è avvenuto nel caso di questa scoperta.
“Ho capito dalla scrittura che quei manoscritti erano così antichi. Quel tipo particolare di caratteri risale a quel periodo”. Con queste parole la ricercatrice milanese, Alba Fedeli, racconta la scoperta del manoscritto più antico del Corano che sta facendo il giro del mondo. Milanese, allieva di Sergio Noja Noseda, laureata alla Cattolica, la dottoressa Fedeli ha insegnato arabo alla Statale prima di partire per l’università di Birmingham nel 2000. Proprio studiando antiche pergamene negli archivi dell’ateneo inglese si accorge che si tratta dei frammenti più antichi del Corano che sono rimasti lì per un secolo senza che nessuno si accorgesse della loro importanza. La ricercatrice ha insistito perché la biblioteca facesse datare col carbonio dall’università di Oxford la pergamena di pelle di pecora o capra che ha collocato il manoscritto nel periodo che va dall’anno 568 all’anno 645 entro due decenni dalla morte del profeta Maometto. L’autore del testo avrebbe quindi conosciuto personalmente il fondatore dell’islam e ascoltato il testo fondamentale della religione musulmana recitato proprio sulle sue labbra. Immagini del manoscritto completo sono già disponibili su Internet, nella “Virtual Manuscript Room” dell’ Institute for Textual Scholarship and Electronic Editing dell’università di Birmingham, e la dottoressa Fedeli ha curato anche versioni elettroniche del testo. La pergamena, che è rimasta per anni in una collezione di documenti del Medio Oriente, sarebbe stata scritta meno di due decenni dopo la morte del profetta Maometto da qualcuno che l’avrebbe conosciuto personalmente. Secondo Muhammad Isa Waley, l’esperto della British Library su questo tipo di manoscritti, la scoperta renderà felici i musulmani.