«La nostra esistenza è fatta di pochi incontri significativi: la persona che amiamo, un amico, qualcuno che ci ha toccato il cuore, la nascita di un figlio. Ci sono giorni - e attimi - che condizionano nel bene (o nel male) un’intera esistenza. Se noi siamo qui oggi ad iniziare un cammino con i vostri figli è perché un giorno Dio si è fatto incontrare. Ma come? Ha senso parlare di Dio in un mondo in cui di tutto si parla tranne che di Lui?» LETTERA AI GENITORI DEI BAMBINI DEL I ANNO COMUNIONE, di Paolo Ricciardi
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Riprendiamo sul nostro sito una lettera scritta da don Paolo Ricciardi, parroco della parrocchia San Carlo da Sezze in Roma, ai genitori dei bambini della catechesi all’inizio dell’anno pastorale 2017/2018. Per approfondimenti, cfr. la sezione Lettere e sussidi sui sacramenti.
Il Centro culturale Gli scritti (29/10/2017)
Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: “Ecco l’agnello di Dio!”. E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù. Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: “Che cosa cercate?”. Gli risposero: “Rabbì - che, tradotto, significa Maestro -, dove dimori?”. Disse loro: “Venite e vedrete”. Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio. (Gv 1,35-38)
Cari genitori,
permettetemi, all’inizio di questo anno, di confidarvi alcune mie riflessioni, con semplicità, nella gioia di accogliervi con i vostri bambini all’inizio del percorso di questo anno.
Infatti se oggi siamo qui è perché un giorno, verso gli anni 30 dopo Cristo, due umili pescatori si sono messi a seguire un uomo indicato da Giovanni Battista come il vero Maestro, l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo.
Non vi sembri strano cominciare proprio da quell’Incontro, un avvenimento che ha segnato la vita di due uomini, Andrea e Giovanni, e con loro la vita del mondo.
La nostra esistenza è fatta di pochi incontri significativi: la persona che amiamo, un amico, qualcuno che ci ha toccato il cuore, la nascita di un figlio. Ci sono giorni - e attimi - che condizionano nel bene (o nel male) un’intera esistenza.
Se noi siamo qui oggi ad iniziare un cammino con i vostri figli è perché un giorno Dio si è fatto incontrare.
Ma come? Ha senso parlare di Dio in un mondo in cui di tutto si parla tranne che di Lui? Ha senso insegnare qualcosa di Lui quando già i nostri bambini sperimentano il male, la sofferenza, l’incomprensione? Ha senso entrare in una comunità, partecipare alla Messa, se le nostre vite quotidiane sono prese da tante altre cose più o meno importanti?
Vi confesso che anch’io, ogni tanto, sono tentato da queste domande. Eppure, ogni volta che riprende un anno e vedo avvicinarsi le famiglie per l’iscrizione al catechismo (sarà per fede, per tradizione, perché comunque la Comunione va fatta…), sento che si sta creando una nuova opportunità per me, per la comunità, per i catechisti, per voi…
è l’opportunità di riprendere in mano la nostra vita di ogni giorno, di sollevare lo sguardo e di chiederci cosa sia veramente essenziale. Forse, tra un impegno e l’altro, tra libri di scuola e allenamenti, tra saggi di danze e l’ennesima festa di compleanno, tra i problemi del lavoro, con i soldi che non bastano mai, e le questioni di condominio, tra la salute dei nostri genitori e le difficoltà con i suoceri, possiamo alzare lo sguardo - o se volete andare in profondo - e chiederci cosa c’entri… Dio.
Ecco allora che il percorso di catechesi che sta per iniziare vuole essere una proposta per tutta la famiglia affinché nelle nostre case si possa parlare di Dio e parlare a Dio.
Gli incontri con i bambini sono alla fine molto pochi - che cos’è un’ora e mezza a settimana? - ... l’impegno domenicale è senza dubbio importante per crescere insieme nella comprensione di questo Dono immenso che è Dio per noi … ma oltre a questo c’è l’elemento fondamentale che è quello di aiutarci, comunità parrocchiale e famiglie, a far rientrare Dio nella vita di ogni giorno.
E scopriremo insieme, spero, che, come diceva Papa Benedetto: “Chi fa entrare Cristo, non perde nulla, nulla, assolutamente nulla di ciò che rende la vita libera, bella e grande. Anzi, solo in quest’amicizia si spalancano le porte della vita. Solo in quest’amicizia si dischiudono realmente le grandi potenzialità della condizione umana. Solo in quest’amicizia noi sperimentiamo ciò che è bello e ciò che libera”.
Cari genitori, la nostra comunità vi accoglie con gioia in questo cammino, proponendovi ogni tanto alcuni incontri per aiutarvi in questa riscoperta della fede.
Sono occasioni per voi, perché nell’educazione alla fede dei vostri figli siate sostenuti e incoraggiati.
Non intendiamo di fare “da padroni della vostra fede” scriveva San Paolo, ma desideriamo essere “collaboratori della vostra gioia”.
Auguri, allora, e buon cammino!
i sacerdoti e i catechisti