La Cambridge University Press si inchina al volere di Pechino: cancellati più di 300 articoli ‘sensibili’, di Paul Wang
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Riprendiamo dall’Agenzia di stampa Asianews del 19/8/2017 un articolo di Paul Wang. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per altri articoli cfr. la sezione Diritti dell'uomo.
Il Centro culturale Gli scritti (10/10/2017)
Hong Kong (AsiaNews) - La Cambridge University Press (Cup) ha bloccato l’accesso on-line di più di 300 articoli dal suo sito, ubbidendo alla richiesta del governo di Pechino. Gli articoli erano pubblicati sul “China Quarterly”, una delle pubblicazioni più prestigiose sulla Cina.
Una mail dell’editore Tim Pringle, diffusa in questi giorni, dichiara che gli articoli sono stati eliminati su richiesta dell’Amministrazione generale cinese per la stampa e le pubblicazioni, per evitare - come successo per altri editori - che tutti gli articoli e il sito venissero oscurati.
“La maggior parte degli articoli nella lista - si dice nella mail - riguardano Tiananmen, la Rivoluzione culturale, il Tibet, lo Xinjiang, Hong Kong, Taiwan, ecc. e si tratta di materiale pubblicato in un arco di tempo che va dal mese scorso, indietro fino agli anni ‘60”.
La mail dice anche che una richiesta simile è giunta all’editore riguardo a più di 1000 e-book pubblicati dalla Cup. Ma non è chiaro se egli abbia ubbidito anche a questa richiesta.
L’episodio della Cup mostra la forza della campagna per la censura di contenuti “sensibili” e critici verso il Partito comunista cinese, lanciata da Xi Jinping, con la richiesta che le università studino con più decisione ed aderiscano ai principi marxisti e alla politica del Pcc. Il caso mostra soprattutto la capacità del Pcc di controllare perfino la produzione culturale internazionale, oltre i suoi confini geografici.
Ieri in una dichiarazione ufficiale, la Cup afferma che “la libertà di pensiero e di espressione è ciò in cui noi editori crediamo; ma la Cup e altri editori internazionali sono di fronte alla sfida della censura”. “Siamo preoccupati - si dice ancora - dalla crescita recente di richieste di questo tipo e abbiamo programmato incontri per discutere la nostra posizione con importanti agenzie al Beijing Book Fair [Mostra del libro a Pechino] la prossima settimana”.
Radio Free Asia si domanda se questo gesto di ubbidienza della Cup verso Pechino non sia da legare a un altro episodio. Nel 2012 una fondazione cinese, la Chong Hua, ha donato molti milioni di dollari all’università di Cambridge per finanziare studi sullo sviluppo della Cina. La fondazione era controllata da Wen Ruchun, figlia dell’allora premier Wen Jiabao. Al tempo, il Telegraph scrisse: “Tutto ciò fa emergere domande se Pechino non stia comprando influenza in una delle più importanti università della Gran Bretagna”.