Le sepolture comuni dei bambini orfani morti per malattie come la spagnola in Scozia e Irlanda e i benestanti che non aiutarono le suore a salvare i bambini. Breve nota di Giovanni Amico
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Riprendiamo sul nostro sito una breve nota di Giovanni Amico. Per approfondimenti, cfr. la sezione Storia e filosofia.
Il Centro culturale Gli scritti (17/9/2017)
Premetto di non essere competente sui cimiteri irlandesi o scozzesi dell’ottocento o del novecento, né sulla mortalità infantile di quel periodo – né, purtroppo, avrò a breve il tempo di approfondire la questione. Mi appare comunque evidente che la storia del cimitero dell’orfanatrofio di Tuam in Irlanda, così come quella del Lanarkshire in Scozia sono straordinariamente interessanti per capire quanto sia facile costruire una “leggenda nera”, quanto cioè il mondo degli (pseudo) “intellettuali” sia propenso ancora oggi a parlare di qualsiasi cosa, per quanto infondata, pur di infangare il cristianesimo.
Basta leggere l’articolo che allego, nel quale si tratta del Museo irlandese di Strokestown che ricorda come, questa volta con un esplicito intento discriminatorio e punitivo nei confronti degli irlandesi, gli inglesi anglicani (dove non ha alcuna importanza la fede anglicana, perché l’accento è giustamente sull’essere inglesi) decretarono la morte di un milione di irlandesi uccisi dalla fame, dal tifo e dal colera, e l’emigrazione di altri due milioni, costretti a lasciare il paese a bordo delle ‘coffin-ship’, le navi bara che li trasportarono nei centri di quarantena del Canada o degli Stati Uniti.
Mi appare evidente, senza bisogno di indagini approfondite che pure stanno facendo emergere dati diversi da quelli “urlati” in prima pagina dai principali quotidiani nazionali, che né le suore di Tuam, né quelle del Lanarkshire erano dei mostri, ma che quei bambini sono morti invece per mancanza di cibo, per le malattie, per la mortalità infantile, allora altissima, tanto più nel caso di bambini abbandonati dai genitori. Mi pare evidente che molte sepolture siano avvenute affrettatamente, dato il timore del diffondersi di epidemie.
Mi immagino quelle povere suore cercare di salvare quei bambini, cercare di nutrirli e di farli sopravvivere, pur non essendo loro figli. Me le immagino chiedere a tutti del denaro per i piccoli, me le immagino chiedere ai ricchi irlandesi, scozzesi e inglesi denaro per poter meglio aiutare i piccoli bbandonati. Me le immagino sentirsi rispondere che per tale impiego nessuno aveva intenzione di mettere a disposizione le proprie ricchezze.
Ed ora i discendenti di quei ricchi che non hanno aiutato le suore pretendono anche di demonizzarle, mentre ben altro dovrebbe essere l’obiettivo della critica storica (ad esempio si dovrebbe rivolgere ai benestanti irlandesi, scozzesi e inglesi, come al lord del palazzo di Strokestown, per mostrare come la povertà dell’Irlanda di allora sia derivata dalle vessazioni iniziate già dai tempi di Cromwell, dalle quali solo recentemente il paese ha potuto riprendersi e come la povertà delle congregazioni religiose di Scozia sia dipesa dalle persecuzioni cui furono sottoposte dai protestanti di Scozia, sulle quali cfr. John Knox, il riformatore della Scozia, che distrusse tutte le cattedrali e abbazie scozzesi. Appunti di Andrea Lonardo).
Per me è un apriori: quelle suore non erano mostri, bensì povere donne che si spendevano per aiutare, nell’indifferenza, questa sì mostruosa, dell’Irlanda, della Scozia e dell’Inghilterra del tempo.
Di storici e giornalisti che riscoprano la loro deontologia professionale oggi abbiamo urgente bisogno: fino a quando dovremo attendere?
Post scriptum: Forse i toni non sono quelli giusti, in relazione a storici e giornalisti, e, se lo fossero, chiedo scusa. Forse è solo che l'ignoranza della storia e delle cause complesse dei problemi storici è così grande oggi che non ha senso assegnare una colpa precisa. Forse chi scrive in prima pagina cattiverie gratuite contro persone che hanno aiutato i bambini lo fa in buona fede ed è convinto di conoscere la storia dell'Irlanda, della Scozia e della loro povertà, come delle vessazione inglesi e scozzesi contro i cattolici in quelle terre. Forse quegli articoli a-critici in prima pagina sono solo il sintomo dell'assoluta incapacità che hanno oggi la scuola e l'università di mettere un giornalista in condizione di sapere due acca sulla storia della Scozia e dell'Irlanda nei secoli... Non so, ma vi assicuro che il problema delle cause di tanta superficialità me lo pongo e vi chiedo scusa dei toni forse troppo accesi.
Post scriptum 2: È ovvio che la storia di Strokestown è di circa un secolo precedente il cimitero di Tuam, ma perché nessuno di noi ne ha mai sentito parlare. Si tratta di 1.000.000 di morti e di 2.000.000 di emigrati: perché non ne abbiamo mai sentito parlare da alcun giornalista?