Arabia Saudita, posta video in minigonna e t-shirt: arrestata, di Raffaella Scuderi
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Riprendiamo da La Repubblica del 18/7/2017 un articolo di Raffaella Scuderi. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti, cfr. la sezione Islam.
Il Centro culturale Gli scritti (8/8/2017)
N.B. de Gli scritti La ragazza è stata infine rilasciata per non aver lei postato il video. Ben diverse sarebbero state le conseguenze se fosse stata lei a postare il video. Il fatto si commenta da sé e la sua conclusione senza punizioni corporali per la donna non lascia certo sollevati, poiché la pesantissima legislazione resta in vigore per qualsiasi donna indossi una t-shirt in pubblico.
Una ragazza saudita che si fa chiamare col nickname 'Khulood' ha provocato un putiferio nel suo Paese dopo aver postato su Snapchat un video che la ritrae vestita in minigonna e t-shirt mentre cammina in un luogo pubblico. E non è un posto qualsiasi. Infatti si tratta della cittadina di Ushayqir, sito storico a circa 150 km dalla capitale Riad, nella provincia di Najd, una delle zone più conservatrici del regno saudita. La donna, da alcuni definita "una modella", ha indosso una minigonna e una maglia a maniche corte che lascia scoperta una parte della schiena e del ventre.
Mentre il fimato in breve fa il giro di Twitter e Youtube, sui social e sui giornali locali infuria la polemica tra chi chiede di punire la ragazza e chi la difende strenuamente. Alla fine Khulood è stata arrestata e interrogata dalla polizia. I media sauditi, tra cui Sabq e Okaz, citando un portavoce della polizia della capitale, riferiscono che la giovane "ha confessato di aver visitato il sito con il suo tutore maschile", ovvero l'uomo che esercita su di lei la patria potestà, come impone la legge nel regno wahabita per le donne e per tutta la durata della loro vita. In Arabia Saudita, in mancanza di un permesso scritto, la legge obbliga le donne a essere accompagnate in pubblico da un parente maschio, di solito il padre, il marito o un fratello. Tuttavia, Khulood "ha negato di aver caricato la clip e che l'account snapchat fosse suo", ha spiegato il portavoce. Il caso è stato inviato all'ufficio del pubblico ministero, che deciderà se perseguire la donna. Ancora Okaz riporta che le autorità hanno chiesto al governatore della Provincia e alla polizia di prendere seri provvedimenti contro la donna.
Ibrahim al-Munayif, scrittore saudita con oltre 41mila follower su Twitter, ha scritto che consentire alle persone di disobbedire alla legge porta al caos. Il giornalista Khaled Zidan ha scritto: "Il ritorno di Haja (la polizia religiosa) è un must". E ancora: "Dobbiamo rispettare le leggi del nostro Paese. In Francia il niqab è bandito e le donne vengono multate se lo usano vengono multate. In Arabia Saudita, indossare abaya (sopravveste femminile lunga fino ai piedi, generalmente di colore scuro, ndr) e vestiti semplice è parte della nostra legislazione".
E c'è invece chi si indigna. Lo scrittore e filosofo, Wael al-Gassim, ha detto di essere sconvolto di vedere commenti così "rabbiosi": "Pensavo avesse ucciso qualcuno. Mi chiedo come possa avere successo Vision 2030 se verrà arrestata", ha aggiunto, riferendosi al programma di riforme promosso dall'erede al trono, il 31enne principe Mohammed bin Salman.