Il principio mariano nella chiesa [Il principio petrino, il principio giovanneo e il principio mariano in Hans Urs von Balthasar], di Brendan Leahy
Riprendiamo dal sito http://www.indaco-torino.net/gens/45_06_05.htm un articolo di Brendan Leahy. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti, cfr. la sotto-sezione La Chiesa nella sezione Cristianesimo, ecumenismo e religioni.
Il Centro culturale Gli scritti (11/12/2016)
Pietro Lorenzetti, Madonna con San Francesco e
San Giovanni evangelista, Assisi, Basilica inferiore
L’autore, che ha approfondito il pensiero di von Balthasar e ha pubblicato un libro su questo argomento particolarmente attuale nell’ecclesiologia e nella pastorale, ne presenta qui una breve sintesi.
Prendendo il vangelo come punto di partenza, von Balthasar dice che "il Risorto, presente nella sua chiesa fino alla fine dei tempi, non può essere isolato dalla "costellazione" della sua vita storica".
Maria, Giovanni Battista, i Dodici, le sorelle di Betania, tutti costituivano una "costellazione umana" attorno a Gesù che non sempre è limitata alle origini della chiesa: attraverso lo Spirito Santo, non solo Pietro ma anche altri "hanno delle missioni fondanti e, a modo loro, hanno una vita non meno costitutiva e una rappresentanza nella chiesa".
I diversi principi
Per von Balthasar, allora, la chiesa è fatta di diversi "principi" che sono le sue dimensioni fondamentali che continuano, in certo modo, le esperienze archetipiche di fede delle persone attorno a Gesù nella sua vita storica. Nell’unità del "corpo-sposa" di Cristo, questi principi formano una pericoresi a mo’ della Trinità.
In quest’articolo guardiamo brevemente qualche caratteristica dei principi principali, per poi soffermarci sul principio mariano, sul suo rapporto col principio petrino e sui suoi segni oggi...
Principio petrino
Esso si occupa del kerigma e della sua realizzazione nella vita cristiana. È il livello orizzontale della realizzazione storica del credere. L’ufficio pastorale affidato a Pietro riguarda la dimensione gerarchica, istituzionale della chiesa. È la dimensione oggettiva della santità.
Principio paolino
Esso implica l’irruzione sempre nuova e imprevista di nuovi carismi nella storia della chiesa. È il principio profetico-divino. Riguarda i grandi carismi missionari, le grandi conversioni, le grandi visioni che si riversano sulla chiesa in parole ispirate dallo Spirito. Si tratta della struttura ed estensione verticale della chiesa. I grandi carismi derivano dalla Gerusalemme dall’Alto e sono testimoniati dalla parola e dalla vita. Benché sia sottolineata la libertà nello Spirito Santo, tuttavia la sottomissione a Pietro è un segno dell’autenticità delle missioni. La tradizione paolina, attraverso la sua dimensione carismatica, infonde nella chiesa visione e certezza di salvezza.
Principio giovanneo
È come una sintesi degli elementi petrino e paolino uniti alla visione contemplativa. Da una parte, questa dimensione della chiesa comunica il messaggio che nell’amore tutto è possibile; dall’altra parte, ha anche una dimensione profetico-apocalittica. Giovanni è strettamente legato con la soggettiva risposta d’amore mariana, che è chiaramente mostrata nella chiesa nella vita di quelli che vivono la contemplazione ed i consigli evangelici. È il principio che unisce i principi petrino e mariano, ricongiungendo l’istituzione con l’amore.
Principio giacomeo
È il principio meno sviluppato nella riflessione di von Balthasar. È esso che afferma il senso storico delle cose. Per questo, l’accento è posto sulla tradizione e sulla legge. La continuità è assai importante. Ancorandosi all’esperienza originaria, si ha luce per continuare.
Principio mariano
Riecheggiando il Concilio, von Balthasar ritiene che la mariologia non possa essere dissolta dall’ecclesiologia. Il tema del principio mariano si trova, dunque, dappertutto nei suoi scritti ecclesiologici. Attraverso il "sì" perfetto d’amore e di santità di Maria a Dio, il mistero della vita trinitaria entra nella storia come una comunione cristocentrica.
Infatti, la chiesa, dice von Balthasar, come soggetto è presente incoativamente in Maria, la quale diventa il centro personale della chiesa nel mistero pasquale di Gesù.
Il ruolo di Maria continua nella chiesa come principio d’unità interna nella pericoresi delle missioni nella chiesa stessa. È un principio che abbraccia tutti i principi, come indica l’immagine dei mistici tedeschi: il manto di Maria che si estende su tutta la chiesa.
Principio petrino e principio mariano
Von Balthasar in una delle sue ultime opere si rifà al più grande desiderio espresso da Cristo nella sua preghiera al Padre "Che tutti siano uno", e commenta che questo dono d’unità può diventare realtà nella chiesa, perché essa contiene in se stessa due principi d’unità: quello mariano e quello petrino.
Per von Balthasar, nella chiesa, tutto è in costante movimento fra questi due principi... Entrambi sono coestensivi con la chiesa ed entrambi provengono dallo Spirito Santo: "L’istituzione ed il carisma, l’ufficio e la santità sono inseparabilmente uniti nella stessa origine e nello stesso fine". Il vero punto di convergenza tra di loro è lo Spirito Santo in quanto essi servono l’unità della chiesa e la missione di unità della chiesa nel mondo. Egli scrive che "nella chiesa di Cristo lo Spirito Santo vive sempre al tempo stesso come Spirito oggettivo e soggettivo: come istituzione o regola o disciplina, e come ispirazione e obbedienza amorosa al Padre e spirito di filiazione ...".
Il principio petrino in quanto principio gerarchico è legato alle strutture esterne della chiesa dove vi è uno "spirito oggettivo" o una "santità oggettiva" nel senso di ciò che von Balthasar chiama "amore cristallizzato", punti istituzionali garantiti di contatto col miracolo originale dell’Amore, Gesù Cristo. Il principio petrino ha a che fare con l’istituzione della chiesa in generale, la santità oggettiva della Scrittura, dei sacramenti, della gerarchia, e abbraccia altri elementi come il diritto canonico.
Il principio mariano è quello "spirito soggettivo" o "santità soggettiva" presente in Maria e vissuto in maniera dinamica nella santità della chiesa. È l’amore vissuto sia nelle missioni ecclesiali che nella santità quotidiana. Per quanto riguarda il principio petrino, von Balthasar tratteggia cinque punti:
1. La dimensione istituzionale è la struttura che rappresenta Cristo, come Capo del Corpo, che continua ad esservi presente e a generare vita attraverso i sacramenti, il ministero, e così via.
2. L’istituzione è dunque la condizione della possibilità della presenza personale, non-distorta, di Cristo nella chiesa.
3. L’istituzione mette a disposizione una "regola" oggettiva sotto la quale si può vivere senza sbandamenti.
4. Il principio petrino è educativo in quanto ci forma alla mente di Cristo.
5. Esso garantisce l’autenticità del senso profetico della fede vivente dei credenti.
Si può parlare anche di cinque punti nei confronti del principio mariano in rapporto al principio petrino:
1. Il principio mariano è il centro sponsale della chiesa, che perdura nell’eternità, e al quale è ordinata la struttura istituzionale che è soltanto storica.
2. Il principio mariano è legato al flusso della Tradizione vivente e profetica man mano che essa entra in ciascun nuovo periodo della storia.
3. Il principio mariano è costituito da tutto ciò che ogni giorno è una risposta all’amore di Dio, e genera pertanto nuove forme di vita nella chiesa.
4. Si può parlare di una "infallibilità" mariana di santità vissuta, nella chiesa, che trova un parallelo e consenso nell’"infallibilità petrina". Congiunto con Maria, "Sede della Sapienza", il principio soggettivo coinvolge la conoscenza esistenziale della verità cristiana.
5. Von Balthasar si rifà infine a Newman nel mettere in luce come il ministero profetico universale della chiesa mariana possa illuminare il ministero episcopale.
Evidentemente ci sarà sempre una "tensione" tra i due principi nella chiesa, ma si tratta di tensione creativa nel rendervi presente l’unico Cristo. La "tensione" dovrà essere vissuta nell’amore reciproco della dinamica trinitaria che è la forma della chiesa.
"Tutto ciò può essere infine spiegato con la tensione di cui parla Newman tra ministero "episcopale" e "profetico" nella chiesa... L’ufficio episcopale deve vigilare sull’autenticità del senso profetico della fede vivente in tutto il popolo... D’altra parte l’ufficio episcopale deve stare in ascolto di questo ministero "profetico" della chiesa universale e, in caso di bisogno, farsi illuminare da esso [è infatti il discepolo prediletto che rende Pietro attento quando gli dice: "È il Signore!" (Gv 21,7) ...]. In questa duplice polarità, propria pienamente soltanto della chiesa cattolica, tra santità mariana-soggettiva e petrina-oggettiva sta la sua interna ineliminabile drammaticità, in forza della quale essa, come "prolungamento" (pienezza, corpo) e come "faccia a faccia" (sposa) di Cristo, partecipa strutturalmente alla sua missione redentiva e, prima ancora, alla sua struttura trinitaria".
Da un lato, perciò, il popolo che forma la polarità "soggettiva" della chiesa è "sotto" il principio petrino, ma, dall’altro lato, il principio petrino è "sotto" quello mariano.
"Drammatico – continua von Balthasar – è l’incontro tra il sapere vitale del credente (che viene dalla pienezza di Cristo) e il sapere ministeriale (fondato da Cristo) dell’autorità, che si presuppongono l’un l’altro a vicenda: Maria è, come (ecclesia) immaculata, anteriore alla chiamata degli apostoli, e tuttavia la comunità concreta viene fondata sulla "roccia" dell’apostolato, dove però ancora una volta la testimonianza di amore di Pietro... presuppone un prestito presso la chiesa mariana-giovannea. Questo "prestito" è stabile nel senso che il ministero deve educare la comunità nell’amore, il che è possibile soltanto se esso stesso possiede amore".
Il rapporto tra i due principi è insomma un rapporto di dinamismo pericoretico in una chiesa la cui vita d’amore è la partecipazione alla stessa vita del Dio trino. Von Balthasar cita spesso una frase di san Paolo che getta luce sull’intero piano di Dio sulla chiesa: "Tuttavia, di fronte al Signore, la donna non esiste senza l’uomo né l’uomo senza la donna. Infatti, se è vero che la donna è stata tratta dall’uomo, è altrettanto vero che ogni uomo nasce da una donna..." (1Cor 11, 11-12).
Sia Pietro che Maria si rapportano all’unità della chiesa nel loro modo peculiare, ma lo fanno nella reciprocità. Certamente il principio petrino è universale nella sua estensione ma è circoscritto nei suoi rappresentanti. Il principio mariano, d’altro lato, è più fondamentale e più universale non solo in estensione ma anche nella sua partecipazione. Il principio petrino ha il compito di "tenere insieme" e "amministrare", mentre il principio mariano "lascia essere" e "rende liberi", così che ha un influsso formativo sulla universalità petrina.
Adottando il linguaggio della famiglia, von Balthasar parla del ministero petrino nella chiesa come del ruolo del capofamiglia. Maria invece è la Madre. Maria costituisce l’unità interna della chiesa mentre Pietro è, nell’ambito del collegio degli apostoli, il principio di unità esterno.
Una delle principali preoccupazioni negli scritti di von Balthasar è di indicare il "posto" giusto del principio petrino, e lo vede nell’ambito del principio mariano che tutto abbraccia. Egli applica ai due princìpi ciò che i Padri della chiesa applicarono a Maria e a Gesù: "La donna cingerà l’uomo" (Ger 31, 22).
Segni del principio mariano oggi
Nella lettera enciclica Mulieris dignitatem il Papa cita von Balthasar dicendo che Maria è "Regina degli Apostoli" pur senza rivendicare poteri apostolici per sé. Ella possiede qualcos’altro e qualcosa di più. Cos’è il "qualcosa di più" del principio mariano nella chiesa? E cosa dice von Balthasar sulla "visibilità" del principio mariano?
Da un lato, von Balthasar ci dice che Maria scompare nel cuore della chiesa per rimanervi come una reale presenza che però cede sempre il posto al proprio Figlio. Per sperimentare la realtà di questa presenza egli ci indica la chiesa Orientale nella quale il principio mariano vissuto permea e profuma tutta la vita della chiesa.
Dall’altro lato, dato che la chiesa è "edificata sugli apostoli e sui profeti" (Ef 2, 20), von Balthasar mette in luce il principio mariano come il profilo soggettivo, santo e profetico, carismatico e vivente, della vita della chiesa. Adombrata dallo Spirito all’Annunciazione, Maria, insieme ai discepoli, riceve di nuovo lo Spirito alla Pentecoste, e così la sua illimitata missione "diventa, come missione femminile-creaturale sempre in atto, tutt’uno con la missione virile-divina del Figlio". Per lo Spirito Santo Maria è "il modello archetipo realizzato di chiesa a cui vengono conformate e in cui sono inserite tutte le altre missioni particolari".
Il principio mariano si fa visibile come continuazione del lavoro di unità svolto da Maria. Essa ha a che fare con la formazione di un popolo costituito da fratelli e sorelle di Gesù, figli del Padre, e perciò di una comunità fondata sulla vita trinitaria.
Von Balthasar afferma che il principio mariano è coinvolto nella realizzazione sacramentale della chiesa. Il perfetto "sì" di Maria e la sua totale trasparenza davanti a Dio è ciò che sta dietro a tutti coloro che ricevono la comunione, vanno alla confessione, ecc. Oltre a Maria quale persona singola, egli ha in mente qui la comprensione dinamica della fecondità della mariana comunione di vita della chiesa. Metodio d’Olimpo, ad esempio, scrive: "Le anime più perfette, che già interiormente abbracciano la verità, [...] diventano così chiesa e compagne di vita di Cristo, fidanzate e sposate a lui come vergini, così che esse, [...] come ausiliatrici della predicazione, cooperino alla redenzione delle altre anime. Quelle però che sono ancora imperfette e solo principianti nella dottrina, vengono come portate dalle più perfette e formate nel grembo materno, finché non siano generate all’esistenza [...]; allora esse a loro volta, grazie al loro progresso per cui sono divenute chiesa, collaborano ora alla nascita e all’allevamento di altri figli".
Questa dinamica della vita della chiesa è ciò che Agostino chiama la potenza interiore della caritas unitatis. Il principio mariano è tutto incentrato sull’amore – amore ricevuto, corrisposto e dato –. Maria è diventata un principio universale: il seno materno che elargisce ogni grazia cristiana.
E così von Balthasar scrive che il principio mariano parla della nostra gioiosa partecipazione al mistero del Natale.
Il principio mariano e la chiesa post-conciliare
Von Balthasar teme che dopo il Vaticano II si corra il rischio di un super-attivismo nella chiesa. Essa avrebbe come accantonato alcune delle sue caratteristiche mistiche, e di conseguenza sarebbe prevalsa una preoccupazione troppo unilaterale su questioni di carattere strutturale e gerarchico, legate maggiormente al principio petrino. Egli ripropone perciò Maria: "Senza la Mariologia, la cristianità minaccia impercettibilmente di diventare disumana. La chiesa rischia di diventare funzionalistica, senza anima, una dura impresa senza nessun momento di tregua, estraniata dalla sua vera natura. E poiché, in questo mondo mascolinizzato, tutto ciò che abbiamo è un’ideologia in sostituzione di un’altra, tutto diventa polemico, critico, amaro, senza amore, e insomma noioso; e da una tale chiesa la gente scappa in massa ...".
È necessario – dice – per la chiesa di oggi riscoprire il suo principio mariano, non nel senso di rinnovare semplicemente la devozione a Maria ma piuttosto nel senso di riconoscere che il principio mariano nella chiesa può farci vedere "come" essere chiesa, come avere un vero autentico spirito ecclesiale.
"Particolarmente nella nostra epoca, forse, è necessario guardare Maria, vederla come si manifesta e non come ci piace immaginarla. Guardarla soprattutto per non trascurare il ruolo essenziale che lei svolge all’interno della chiesa e nell’opera di salvezza. Ella si manifesta e si presenta come chiesa prototipa, lo stampo su cui noi dovremmo essere modellati. Noi: vale a dire ogni singolo cristiano; ma anche di più forse: la stessa immagine che noi abbiamo della chiesa. Siamo continuamente impegnati a riformarla e ad adeguarla alle necessità dei tempi, badando alle critiche degli avversari e secondo schemi nostri. Ma non stiamo così perdendo di vista l’unico perfetto metro di misura, e precisamente il prototipo? Non dovremmo, nelle nostre riforme, tenere in permanenza lo sguardo fisso su Maria, certo non per moltiplicare feste, devozioni o addirittura definizioni mariane, ma semplicemente per imparare a capire che cosa è la chiesa, e a discernere l’autentico spirito ecclesiale?".
La santità, i santi e i carismi
Il principio mariano va visto in quella dimensione di testimonianza vitale che lo Spirito conferisce alla chiesa rendendola una comunità cristiana vivente. In particolare, von Balthasar indica i santi, sia i santi di ogni giorno che coloro che sono portatori di speciali missioni ecclesiali e di carismi, quali "commenti vivi della Scrittura, interpretazione autentica e personale del Vangelo". Egli nota che "dovunque prende piede, silenziosamente e profondamente, un rinnovamento genuino nella chiesa odierna, si può rintracciarne l’origine in una effusione proveniente da una fonte profetica, carismatica o mistica".
Se vogliamo cercare un’alba nelle difficoltà di oggi, allora dobbiamo guardare là dove il cristianesimo appare non tanto come una dottrina sclerotica, ma piuttosto come una "avventura mozza-fiato".
Egli indica i grandi fondatori degli Ordini. I fondatori e coloro che hanno delle speciali missioni da Dio procedono "come lampi dal cielo e illuminano alcuni punti specifici della volontà di Dio per la chiesa". La "chiesa deve riceverli, e far proprio il loro messaggio". I santi, soprattutto coloro che hanno avuto o hanno particolari missioni, manifestano "un nuovo tipo di conformità a Cristo ispirato dallo Spirito Santo, e pertanto una nuova illustrazione di come deve essere vissuto il Vangelo..., una nuova interpretazione della Rivelazione". È vero, dice von Balthasar, che è la gerarchia che interpreta la rivelazione scritturistica di Cristo, "ma non dovremmo dimenticare questi suggerimenti che vengono dallo Spirito tramite i santi, che sono il "Vangelo vivente", ossia attualizzato".
In realtà, von Balthasar indica quei santi con particolari carismi che in tutta la storia della chiesa hanno fatto sì che la santità si diffondesse come dei cerchi in un lago, facendo sorgere forme di vita e famiglie nuove nella chiesa: Basilio, Benedetto, Francesco, Ignazio, Giovanni della Croce, Teresa d’Avila, Charles de Foucauld. Egli mette in evidenza la dimensione mariana di questi fondatori.
Il "carisma fondamentale", nella chiesa, è infatti quello della chiesa realizzata da Maria. Ecco perché il carisma mariano fornisce lo spirito vero e universale che sta alla base di tutti i vari carismi nella chiesa. I santi e i loro carismi sono "energie rigenerative nella chiesa"; essi mettono a disposizione un "vivaio" di nuove forme di santità. Con molta chiarezza von Balthasar colloca l’energia spirituale della santità e le bombe della presenza dello Spirito Santo nel nostro tempo nella dimensione soggettiva, mariana della chiesa. In una parola, tutti i carismi attingono, nel costruire la chiesa, alle molte sfaccettature di Maria e sono, nel loro senso più vasto, un modo di far risaltare l’essenza della chiesa.
E come i santi hanno bisogno dell’umiltà per lasciarsi misurare dalle norme formali e dal giudizio della chiesa, perché lo Spirito è lo Spirito della chiesa, così anche coloro che occupano l’ufficio di governo nella chiesa devono avere l’umiltà di lasciarsi illuminare dallo Spirito di Cristo che risplende nelle norme della santità, vissuta nell’ambito della chiesa.
La spiritualità di oggi
La spiritualità cristiana, secondo Von Balthasar, è quasi per definizione una spiritualità mariana, la "spiritualità di tutte le spiritualità", perché Maria – lei che è l’anima ecclesiastica – ne è il punto-sintesi. Essa, pertanto, dev’essere vissuta da tutti, poiché viene logicamente prima di qualsiasi differenziazione dei carismi individuali, degli uffici e degli stati di vita della chiesa.
Il principio mariano e il contributo alla teologia
Von Balthasar nota come il principio mariano nella chiesa sia una fonte di vitalità nei confronti della mistica. I Padri onoravano Maria col titolo di Theologos. Egli afferma che la conoscenza e la comprensione teologica e pastorale sono state collocate profondamente nel grembo spirituale della contemplazione femminile. E commenta: "Se i miracoli di assolvere e di consacrare portano continuamente nell’ambito della chiesa una presenza sempre nuova degli avvenimenti del Venerdì Santo e della Pasqua, perché non dovrebbe essere la stessa cosa con il costante rinnovarsi dell’esistenza teologica del Signore nella vita dei suoi fedeli e dei suoi santi?".
Un esempio di ciò si può vedere nel fatto, dice, che a una delle sue sante preferite, Teresa di Lisieux, si sarebbe dovuto e potuto chiedere di più che non un semplice pio resoconto della sua vita. I mistici e i santi sono un’interpretazione vivente della tradizione e della sua eventuale correzione. Essi sono l’infallibilità vissuta. È l’amore vissuto nella santità e nella testimonianza che fa spuntare la vera teologia come viene modellata dall’incontro di Maria con la Parola. Egli cita l’epoca storica "quando la vita e la dottrina, l’ortoprassi e l’ortodossia erano sposate, e l’una fecondava l’altra, tanto da portare molto frutto".
La sua aspirazione ad una "fenomenologia teologica" dei santi è dunque quasi imparentata all’aspirazione ad una più seria consapevolezza teologica del principio mariano in teologia.
Il principio mariano e l’ora dei laici
Von Balthasar caratterizza l’era presente come l’ora dei laici e la collega alla nuova consapevolezza mariana-ecclesiale. Già prima del Concilio, egli intuì che una Mariologia propriamente compresa avrebbe preparato la strada ad una nuova ecclesiologia e ad una nuova coscienza ecclesiale soprattutto tra i laici. Il "tipo" o modello della cristianità laica è, soprattutto, Maria. Von Balthasar sottolinea che il ruolo missionario proprio del laicato oggi sta venendo in primo piano, e perciò egli mette a fuoco la riscoperta del sacerdozio comune e il ruolo profetico dei laici nei vari campi, come ad esempio il giornalismo, l’urbanistica, i mezzi di comunicazione, il problema ecologico, gli impegni in politica.
Forse come riflesso del principio mariano al quale essi sono legati, il pensare e il sentire teologico dei laici, insieme ai membri degli ordini religiosi, tendono a mettere in luce gli elementi dello sviluppo vitale della chiesa attraverso le opere libere e carismatiche dello Spirito Santo. Sottolineando il principio mariano von Balthasar vuole correggere l’idea che la gerarchia sia al centro della chiesa e i laici ai margini. Egli sa che vi può essere tensione tra mondo laico e mondo sacerdotale, ma aggiunge che questa dialettica dovrebbe modellarsi sui santi come modelli di critica, in quanto essi forniscono nuove forme di vita.
È significativo il fatto che egli colleghi un elemento vitale, dinamico e creativo, con la dimensione profetica del principio mariano e, in particolare, associ questo con i laici. "Il fondamento della chiesa – scrive – e la sua struttura non possono crescere; certo però lo può la sfera della vita, che è prevalentemente formata dai laici. Gli uomini che rivestono un ufficio (e che, in qualità di membri della chiesa, devono crescere come tutti) sono i custodi e i giardinieri della crescita. È dei laici la crescita e la fioritura, le sole realtà capaci di convincere il mondo della verità della dottrina di Cristo".
In altre parole, il principio mariano è legato a quella crescita creativa della vita della chiesa operata dalle "opere più grandi" create dallo Spirito.
Movimenti, associazioni
Benché egli stesso fosse più direttamente associato agli istituti secolari (nel suo caso specifico con la Comunità di san Giovanni), von Balthasar sottolineava come il nostro secolo sia stato testimone di una fioritura senza precedenti, di un moltiplicarsi di movimenti laici autonomi sotto la nuova spinta dello Spirito Santo. I suoi commenti sugli istituti secolari sono validi anche per i movimenti. Egli si richiama al loro "stile mariano" nel sentire ecclesiam e nel portare lo Spirito illuminante di Cristo nel mondo. Come tali essi rappresentano una delle principali cause di speranza per la chiesa stessa, costituendone una fonte positiva di rinnovamento. Un’altra caratteristica, che attira l’attenzione di von Balthasar, è l’anima ecclesiale creata in particolare da questi movimenti.
Essi hanno infatti un atteggiamento non-problematico nei confronti della chiesa; la riconoscono come colei che protegge ciò che essi cercano: l’autentica rivelazione di Dio in Gesù Cristo. E tanta speranza per la chiesa di domani dipende, perciò, dalla vitalità di questi movimenti e istituti. I movimenti possono essere visti come un’espressione del principio mariano in un rapporto non-problematico di unità col principio petrino.
"All’inizio dei grandi movimenti che hanno avuto o hanno un ruolo importante nella storia della chiesa, non c’è la gerarchia, ma un laico consacrato a Dio, oppure un sacerdote, che però si muovono, agiscono, fondano un movimento mossi dallo Spirito...". Anche se alcuni fondatori di ordini diventarono preti, inizialmente essi erano laici. Von Balthasar nota con ammirazione il nuovo fenomeno dei laici consacrati che vivono i consigli evangelici nel mondo. Ancora una volta lo vede come un’espressione del principio mariano. Infine, fa notare che è eminentemente mariano il ruolo unificante dei movimenti: "tocca anche ai movimenti, oggi, tenere insieme la chiesa".
Il principio mariano e la donna
La donna è nel cuore della chiesa come vergine, sposa e madre. Il principio mariano è visibile in un modo particolare in esse. La speranza di von Balthasar nel proporre una maggior rilevanza del principio mariano, è che la chiesa potrà essere un modello illuminante per la società che dimentica quanto essa deve alla donna e alla sua femminilità. Egli parla di una "autorità" mariana, dice che il ruolo primario delle donne nella sfera ecclesiastica è quello di custodire la fiamma dei valori fondamentali come l’amore. Le donne hanno spesso una comprensione maggiore dell’impegno totale, e in questo senso sono più vicine alla richiesta primaria di una radicale sequela del Vangelo. Questa loro sensibilità si può vedere in molte donne sante, come pure in molte donne ben note del nostro secolo, come ad esempio Adrienne von Speyr, Madeleine Delbrel, Edith Stein, Madre Teresa, Gertrud von Lefort, Frederike Gorres e Chiara Lubich.
Egli aggiunge la sua voce a coloro che reclamano che la dignità della vocazione delle donne dev’essere riconosciuta di più nella chiesa. Invero, egli trova che molte richieste delle femministe sono comprensibili e giuste, e spera in una chiesa meno clericale che porti grande rispetto e riconoscimento alla dignità delle donne.
Il Papa e il principio mariano
Von Balthasar afferma che "è Maria che deve regolare e marcare il carattere e il tenore della funzione gerarchica". Dice anche: "Il successore di Pietro può sempre trovare nuova forza di testimonianza in una chiesa di Maria".
Già dal tempo di Paolo VI egli osserva l’emergere di un nuovo principio mariano nel papato degli ultimi decenni, che ha dato un contributo importante nel dibattitto dei problemi del mondo di oggi.
Per quanto riguarda Papa Giovanni Paolo II, questi indica il primato della testimonianza cristiana che deve irradiare anche dall’ufficio, al di sopra e al di là della promulgazione dei testi ufficiali.
Secondo von Balthasar, insomma, più viene vissuto il principio mariano nella chiesa, maggiore sarà il sostegno dato al ruolo petrino.
Il principio mariano, l’ecumenismo e il dialogo interreligioso
Benché egli fosse molto cosciente delle difficoltà in campo ecumenico, la Mariologia di von Balthasar è stata considerata come fondamentale per il dialogo ecumenico della chiesa. Non è che Maria si debba mettere al centro della teologia. È stato riconosciuto, però, che una ecclesiologia centrata sui principi personali di Maria e di Pietro, come pure su quegli elementi che sono associati al principio mariano (come ad esempio la santità ed i carismi), ha un ruolo importante da svolgere nel cammino ecumenico. Un pastore luterano, Max Schoch, per esempio, ha sottolineato il vantaggio di parlare del principio mariano e del principio petrino nella chiesa, dato che essi sono maggiormente centrati sul Vangelo e sono meno astratti. È un modo di fare ecumenismo che propone forme concrete di vita.
Oltre a sottolineare la santità come via per raggiungere una maggiore unità, il principio mariano contiene ispirazioni e direttive che indicano nuove prospettive da seguire. Come esempio, von Balthasar indica la "piccola via" di Teresa di Lisieux, che contiene elementi rispondenti alle esigenze dei riformatori e della spiritualità protestante. Egli nomina anche Adrienne von Speyr (che egli paragona a santa Ildegarda di Bingen) come colei che ha avuto una particolare rilevanza in campo ecumenico, data soprattutto la sua enfasi biblica e mistica considerata come punto d’incontro con i fratelli e le sorelle della fede cristiana.
Per quanto riguarda il dialogo con le altre religioni e i non-credenti, si può dire che von Balthasar sottolinea anche il principio mariano della vita, inteso come testimonianza dell’amore e della santità. Egli cita la testimonianza e l’opera di Madre Teresa e di Chiara Lubich. Si riferisce spesso a Madre Teresa come a colei che porta l’amore ovunque ed è perciò il modello che presenta il migliore accesso al messaggio evangelico anche per i non-credenti. Nomina Chiara Lubich nel contesto del dialogo "con chi oggi si definisce ateo. ... [Chiara Lubich] è anche andata in Giappone ed ha parlato ai buddisti, ed essi hanno compreso ... Chiara Lubich ha fatto questo. E credo che possa essere un modello di dialogo. E quello con il buddismo è forse il dialogo più difficile".
Il principio mariano e la cultura
Maria è l’incarnazione della chiesa come realtà vissuta. Dopo aver notato che l’era in cui viviamo è caratterizzata dalla solidarietà della chiesa col mondo, von Balthasar sottolinea anche il principio mariano nella vita della chiesa in termini di chiesa e cultura. Per lui il principio mariano non porterebbe mai a un "ripiegarsi su di sé".
Ad un livello più culturale-filosofico, von Balthasar sottolinea l’importanza per la cultura moderna del principio femminile, che mette in luce più l’essere che il fare. Legato particolarmente alla donna e ai giovani, egli spera che il principio femminile metta a disposizione una forza vitale contro un’esistenza tecnologizzata e senza storia. L’unico modo per la cultura di andare avanti è quello di essere fondato sull’amore. Nell’indicare i problemi della civiltà odierna von Balthasar addita l’esperienza dei primi cristiani e si augura che i cristiani di oggi siano dei leaders nel costruire "isole di umanità", punti in cui la gente possa sperimentare e riscoprire la realizzazione autentica e la libertà.
Ciò che egli suggerisce è una galassia di forme concrete di vita attraverso le quali i cristiani possano contribuire alla riedificazione di un umanesimo culturale. Dai suoi scritti possiamo vedere che queste "isole di umanità" sono legate alla dimensione profetica e mariana della chiesa. Egli riconosce l’esigenza di una "fantasia collettiva" che possa scoprire i progetti e tradurli in azione. Come espressione del profilo mariano della chiesa nel mondo, questa proposta delle "piccole isole" è il contributo della chiesa all’edificazione di una nuova civiltà dell’amore.