Chi ha la memoria corta impara di più ed è multitasking. Lo studio pubblicato su Current Biology
Riprendiamo da L'Huffington Post dell’8/7/2016 un articolo redazionale. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti, cfr. la sotto-sezione Psicoanalisi e psicologia nella sezione Scienza e fede.
Il Centro culturale Gli scritti (30/10/2016)
Avete una memoria instabile? Allora siete più reattivi e in grado di affrontare meglio gli imprevisti. A rivelarlo è una ricerca condotta dal professor Edwin Robertson dell'università di Glasgow, specializzato in neuroscienza. I risultati del Centre for Cognitive Neuroimaging da lui guidato sono stati pubblicati sulla rivista Current Biology e arrivano dopo anni di ricerca sul funzionamento del cervello umano e delle sue capacità di apprendimento.
Secondo lo studio, solo una "memoria instabile" può garantire un grado elevato di apprendimento e una maggiore flessibilità nel passare da un'informazione all'altra. Questo accade perché il cervello, nell'accantonare informazioni ritenute non rilevanti, "fa spazio" ad altre nozioni, in quantità maggiore di quante vengono immagazzinate da chi invece ha una memoria di ferro. Come evidente anche dai grafici che sono a corredo dello studio, chi non trattiene troppo a lungo le informazioni è però capace di collegare in maniera più efficace le parole alle azioni che esse rappresentano, passando agevolmente dal campo auditivo a quello motorio.
Gli scienziati del Centre for Cognitive Neuroimaging hanno tentato di misurare l'abilità di connettere informazioni di diversa natura, come ad esempio immagini a parole, o suoni a movimento. Il risultato, appunto, ha premiato la cosiddetta "unistable memory" (memoria instabile), unica in grado di fornire "rappresentazioni di alto livello".
La capacità di essere multitasking, del resto, è oggi molto apprezzata in una società frenetica e iper-stimolata come quella odierna, e non è un caso che in molti annunci di lavoro questa qualità sia tra le più citate. Avere la memoria corta aiuta proprio in tal senso, poiché solo dimenticando il cervello non si fissa in nozioni precedentemente acquisite, ma rimane aperto a nuovi stimoli, nuove visioni, nuove prospettive. Dimenticare, quindi, non è per nulla un difetto.