La legge sulla stampa britannica. Elton John, il tradimento e la notizia oscurata sui giornali inglesi e in rete. Un avvocato o un giudice nel Regno Unito possono non solo fermare le rotative di un giornale ma anche impedire le ricerche di una notizia in rete, di Matteo Persivale
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Riprendiamo dal Corriere della sera del 20/5/2016 un articolo scritto da Matteo Persivale. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti sull'etica dei media e sulle unioni civili, cfr. la sezione Carità, giustizia e annunzio.
Il Centro culturale Gli scritti (29/5/2016)
È cominciato tutto in modo normalissimo, con la copertina di un tabloid (americano) da supermercato e un titolo strillato: «Elton John tradito dal marito fedifrago». Secondo il settimanale, David Furnish, 53 anni, canadese, da 11 marito di sir Elton, avrebbe avuto incontri sessuali con una coppia di uomini, sposati tra loro. Il National Enquirer, scavando nella notizia con il consueto entusiasmo, procedeva a fornire particolari dettagliati sulle modalità dell’incontro sessuale.
Niente scoop, siamo inglesi
Scoop clamoroso? Probabilmente no: sir Elton in passato aveva già spiegato che lui e il marito hanno stabilito una modalità di «matrimonio aperto» che prevede anche la possibilità di occasionali relazioni con altri uomini. Eppure, la notizia – nonostante la fama globale di Elton e la sua nazionalità inglese – non è mai apparsa sui media inglesi e gallesi. Perché l’immediata ingiunzione di un giudice, confermata l’altro giorno dai supremi giudici londinesi, mette la privacy della coppia, e quella dei loro figli, al sicuro: nominare su giornali, radio o tv sir Elton e il marito e il presunto «triangolo» è un crimine – oltraggio alla Corte – in Inghilterra e Galles (la Scozia, nel quadro della sua parziale autonomia all’interno del Regno Unito, ha un sistema di tribunali separato). Si rischia un anno di reclusione.
Nominare Elton e Furnish è un reato
E qui il problema è diventato clamoroso: nominare Elton e Furnish in relazione a questa vicenda anche su Internet, se ci si trova in Inghilterra o Galles, collegati a un provider – o a una rete mobile – inglese o gallese, è un crimine. Stessa punizione a un private, con il suo smartphone, che toccherebbe, per dire, a un giornalista del «Daily Telegraph». Perfino Twitter si è allineata, mandando un richiamo a utenti inglesi e gallesi che avessero nominato nei loro tweet Elton, Furnish e quel «triangolo» pericoloso. Proprio Twitter, azienda americana che gode come tutti negli Usa di una liberalissima applicazione del primo emendamento che garantisce pressoché assoluta libertà di parola: un personaggio famoso che volesse far causa per diffamazione in Usa si troverebbe un onere della prova impossibile sulle spalle: il risultato è che non ci prova nessuno.
I magistrati hanno oscurato la notizia
Un blogger inglese ha ricevuto una mail minacciosa da uno studio legale potentissimo, lo studio Carter-Ruck che difende da decenni l’establishment britannico nei casi di vera o presunta diffamazione. La risposta: il suo server è negli Stati Uniti, il post era stato scritto in Irlanda. La legge è stata fatta ai tempi delle tipografie dei giornali e delle antenne tv, che hanno una collocazione fisica. Ma dove sta Internet? Nei nostri telefoni e computer? Nei nostri provider di servizio? Nei server? E i dati? Nella «nuvola»? Nel dubbio, i supremi magistrati inglesi hanno di fatto oscurato la notizia, si può soltanto citare la situazione usando delle sigle fittizie per descrivere le parti in causa. Facendo però un danno alla già traballante soglia di credibilità dei social media: chi si è ritrovato incapace di fare una semplice ricerca su Google che in trenta secondi fa scoprire a chiunque – grazie a siti extra-britannici – chi sia la misteriosa «celebrity» dello scandalo (se di scandalo si tratta), ha finito per fare ipotesi a tentoni.
La pista Beckham
I vincitori di questa sorta di caccia al tesoro al contrario – caccia alla bufala, più che altro – sono ovviamente i sempre popolarissimi e sempre molto discussi coniugi Beckham, David e Victoria sposati nel millennio scorso (1999) e da allora regolarmente indicati sul presunto orlo del divorzio. David amante del triangolo (non quello calcistico tra ala e centravanti in area di rigore, ovviamente) e Victoria decisa a lasciarlo? Ecco allora che il polso di lei fotografato sul tappeto rosso dai teleobbiettivi dei paparazzi, il polso senza più le iniziali «DB» tatuate come una volta, diventa la prova della rottura: «Ha cancellato il tatuaggio!». Certo, magari era celato dal make-up per far risaltare meglio il bracciale prezioso. Magari l’ha cancellato col laser per altri motivi. Ma il gusto di immaginare i Beckham – indubbiamente più giovani e mediatici di sir Elton e del marito, siamo pur sempre nella civiltà dell’immagine – protagonisti di questa vicenda era più forte di tutto. Anche, per l’appunto, di una semplice ricerca su Google.
Se un avvocato può fermare le rotative
La questione legale però rimane: nel Regno Unito basta uno studio legale organizzato e agguerrito (e ovviamente costosissimo) per fermare letteralmente le rotative di un giornale, e da oggi, anche per fermare i pixel dello schermo di un computer, per oscurare il display di uno smartphone. Nel 1988 Margaret Thatcher decise che i politici nordirlandesi vicini all’Ira come per esempio Gerry Adams dello Sinn Fein, andavano oscurati. E varò una legge in vigore fino al 1994 che costrinse tv e radio inglesi a «doppiare» le dichiarazioni degli attivisti di ben undici organizzazioni nordirlandesi con la voce di uno speaker. Con la consueta sintesi, la signora Thatcher spiegò che «così si toglie ossigeno ai terroristi». Abituati agli spaventosi video dell’Isis, ci sembrano ormai notizie da un’altra galassia. Ma i media britannici restano estremamente vulnerabili all’editto di un singolo giudice: una posizione non più realistica, dicono in molti, oltre Manica. Un sistema obsoleto come un vecchio cellulare primi anni ’90 grande come un ferro da stiro, viene da pensare, assistendo al bizzarro teatrino inscenato da una rivista tabloid, da un baronetto ricco e irritabile e dai suoi costosi avvocati, teatrino nel quale decine di milioni di cittadini inglesi e gallesi si sono sentiti, semplicemente, sudditi di un sistema antistorico.
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