1/ "L'ultimo pediatra"? I cristiani di Aleppo e l’informazione unilaterale. Una lettera di Nabil Antaki, dei fratelli Maristi 2/ Parroco di Aleppo: missili contro ospedali, scuole e moschee. Messe nel mondo per la pace
1/ "L'ultimo pediatra"? I cristiani di Aleppo e l’informazione unilaterale. Una lettera di Nabil Antaki, dei fratelli Maristi
Riprendiamo dal sito Ora pro Siria una lettera pubblicata il 4/5/2016. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti, vedi la sotto-sezione Immigrazione, accoglienza e integrazione, intercultura nella sezione Carità, giustizia e annunzio e la sezione Islam.
Il Centro culturale Gli scritti (8/5/2016)
Ultimamente mi rendo conto che i media continuano a mentire per omissione. Dall'inizio della guerra in Aleppo 4 anni fa, essi non riportano tutti i fatti nel loro complesso.
Aleppo è bombardata quotidianamente dal 2012 da parte di gruppi terroristici che provocano morti e feriti. Nessuno se ne è mai curato; se non per felicitarsi per il "buon lavoro che fanno" [riferendosi alla dichiarazione di Laurent Fabius]. È tempo che l'Occidente si svegli e smetta di sostenere i terroristi.
Noi in Aleppo siamo disgustati dalla mancanza di imparzialità e obiettività dei mezzi di comunicazione. Parlano solo di sofferenza e perdita di vite umane nella parte orientale della città, controllata da al-Nosra, gruppo terrorista affiliato ad al-Qaeda, che hanno sempre chiamano "ribelle", il che è un modo per renderlo più rispettabile. E passano sotto silenzio le perdite e la sofferenza quotidiana nei nostri distretti occidentali di Aleppo dovuti ai bombardamenti lanciati da questi terroristi. Non parlano neanche circa il blocco e i tagli totali di acqua ed elettricità che quelli infliggono a noi ...
I media non dicono nulla dei bombardamenti continui e della carneficina che ha avuto luogo la scorsa settimana, nella parte occidentale della città [dove il dottor Nabil vive], dove nessun quartiere è stato risparmiato e dove ci sono ogni giorno decine di morti. Queste omissioni sono tanto più scioccanti in quanto questi nostri distretti rappresentano il 75% della superficie di Aleppo e hanno 1,5 milioni di persone - contro 300.000 nella parte orientale occupata dai gruppi terroristici.
Questa informazione monca insinua che i terroristi che ci attaccano sono le vittime. Peggio ancora, i media hanno sviato la nostra richiesta "SAVE ALEPPO" suggerendo che questo appello chiedeva la cessazione delle ostilità da parte delle "forze di Assad". Il che è falso. Inoltre, non ci sono "forze di Assad": ci sono le forze dell'esercito regolare siriano a difesa dello Stato siriano.
Essi [i media tradizionali] potrebbero almeno avere la decenza di parlare della carneficina causata dagli attentati terroristici che hanno mietuto molte vittime. Come è successo di nuovo venerdì scorso, quando uno dei loro colpi ha colpito una moschea nell'ora della preghiera causando 15 morti e 50 feriti tra i civili. Gli attacchi e le perdite che soffriamo vengono presentati [dai media] in modo da lasciare il pubblico nell'incertezza su chi è il vero responsabile di questi crimini.
Da tre giorni i media stanno accusando il "regime di Assad" e i russi di aver bombardato e distrutto un ospedale sostenuto dalla ONG Medici senza frontiere ad est della città. Essi sostengono che "l'ultimo pediatra di Aleppo" è stato ucciso nel bombardamento. Abbiamo ancora molti pediatri in Aleppo. Ciò dimostra molto bene che, per i media, conta solo la parte orientale occupata dai ribelli, che i tre quarti della città di Aleppo amministrati dallo stato siriano, dove praticano ancora molti pediatri, non contano.
L'ospedale MSF menzionato non è nella lista degli ospedali siriani stabilita prima della guerra da parte del Dipartimento della Salute. Quindi, se c'è, è stato installato in un edificio dopo la guerra. Io non credo che le forze governative o un aereo russo abbiano deliberatamente bombardato un ospedale. Non è nel loro interesse.
Abbiamo constatato la stessa parzialità, quando il più grande ospedale di Aleppo Al-Kindi, è stato colpito dai missili terroristici di al-Nosra e intenzionalmente bruciato nel 2013. I media non hanno prestato attenzione a questo atto criminale. Siamo disgustati e rivoltati da questa disinformazione in corso.
Nabil Antaki, 30 aprile 2016
2/ Parroco di Aleppo: missili contro ospedali, scuole e moschee. Messe nel mondo per la pace
Riprendiamo un articolo dall'Agenzia di stampa AsiaNews del 4/5/2016. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la loro presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti, vedi la sotto-sezione Immigrazione, accoglienza e integrazione, intercultura nella sezione Carità, giustizia e annunzio e la sezione Islam.
Il Centro culturale Gli scritti (8/5/2016)
Aleppo (AsiaNews) - I capi delle comunità cattoliche di Aleppo lanciano un appello a vescovi, sacerdoti, fedeli di tutto il mondo, chiedendo loro di “offrire le messe di domenica prossima, 8 maggio, per la pace in Siria e in special modo ad Aleppo”. È quanto racconta ad AsiaNews p. Ibrahim Alsabagh, 44enne francescano, guardiano [“guardiano” è il nome francescano del responsabile di una comunità di frati] e parroco della parrocchia latina di Aleppo, la “capitale del Nord” della Siria da giorni teatro di violenti combattimenti. “Chiediamo preghiere da tutto il mondo - sottolinea il sacerdote - perché la situazione è drammatica; tanti innocenti hanno subito violenze, servono compassione e misericordia”.
“Nella nostra zona [i quartieri cristiani a ovest di Aleppo, sotto il controllo governativo] questa mattina c’è un silenzio di tomba, poche le persone per strada e non si sente alcun rumore” prosegue p. Ibrahim, “ma in altre aree si continua a combattere”. Ieri intanto la città ha registrato la sua “giornata peggiore” dall’escalation dei combattimenti, “che sono poi proseguiti per tutta la notte, con violenze e attacchi che non si sono fermati nemmeno un minuto”.
“Ieri abbiamo vissuto la giornata peggiore della settimana, con bombardamenti pesantissimi” prosegue il parroco di Aleppo. Missili e razzi lanciati dalla zona sotto il controllo dei ribelli hanno colpito l’ospedale di Dabbi’t (nella foto, prima e dopo), centrando il reparto di ostetricia e uccidendo 17 bambini, oltre che donne e uomini. In precedenza avevano lanciato missili sulle università, in particolare l’università statale “costringendo migliaia di studenti a ripararsi per ore nei sotterranei per sfuggire alle violenze. Da qui il provvedimento del ministero dell’Istruzione di chiudere per tre giorni tutte le scuole della città”.
“Nella strada che porta all’università” prosegue il sacerdote, “è stato abbattuto completamente un edificio e al momento non si conosce il numero di vittime o feriti. Questo senza contare i bombardamenti sporadici o intensi in altre zone”. Fra gli edifici colpiti anche la moschea di Aisha, nel quartiere di Zahraa che, precisa il parroco, “era considerata un rifugio per le famiglie musulmane emigrate da altre zone e in cerca di riparo”.
Dal marzo 2011 la Siria è martoriata da un conflitto che ha causato almeno 270mila morti e milioni di sfollati, originando un’emergenza umanitaria senza precedenti. Fra le aree più colpite la città di Aleppo, dove jihadisti dello Stato islamico e miliziani di al Nusra (affiliati ad al Qaeda) combattono contro gruppi ribelli e soldati governativi; in meno di due settimane si contano già oltre 270 morti fra i civili. Un nuovo round di colloqui di pace sulla Siria sotto l’egida delle Nazioni Unite dovrebbe iniziare il prossimo 10 maggio, sempre a Ginevra, ma finora la diplomazia internazionale si è rivelata impotente o poco interessata a fermare il conflitto.
I combattimenti si concentrano attorno alla metropoli di Aleppo, seconda per importanza del Paese; l’area è divisa in due settori, quello ovest sotto il controllo governativo e la parte orientale nelle mani dei ribelli. Tuttavia, alla periferia della città la situazione è opposta con i gruppi ribelli che hanno quasi circondato la zona occidentale e le forze governative che assediano la parte orientale in mano ai ribelli. I continui focolai di violenze hanno messo in grave pericolo la fragile tregua in vigore dal 27 febbraio scorso, che aveva permesso un miglioramento della situazione umanitaria e fatto sperare in una cessazione - a breve - delle ostilità.
L’escalation dei combattimenti e l’inerzia della comunità internazionale preoccupano anche papa Francesco il quale, domenica primo maggio al termine del Regina Coeli, ha rinnovato il proprio appello alla pace nel Paese. Il pontefice ha esortato “tutte le parti coinvolte nel conflitto a rispettare la cessazione delle ostilità e a rafforzare il dialogo in corso, unica strada che conduce alla pace”. Le parole di Bergoglio seguono la dichiarazione dei vescovi cattolici di Aleppo, che in una nota congiunta hanno denunciato “la violenza che la nostra amata città subisce”, affidandola al Cuore Immacolato di Maria perché porti la pace.
“Quanto stiamo vivendo - sottolinea il parroco di Aleppo - è un vero e proprio crimine contro l’umanità: perché colpire i bambini, i neonati, le donne partorienti, gli studenti universitari… chiamiamoli vendette o terrorismo, in realtà questi sono atti terribili. Chiediamo compassione e misericordia per queste vittime innocenti”. Ad Aleppo non esiste un ovest o un est, conclude il sacerdote, ma “tutti dobbiamo essere vicini ha quanti hanno un motivo per soffrire, per chi ha subito violenze… per i neonati, gli anziani, i disperati. Come Chiesa siamo vicini non solo ai cristiani, ma a chiunque sia stato colpito nella sua dignità per queste violenze. E per questo rinnovo l’appello a tutti voi per la preghiera e vi ringrazio per la solidarietà, la vicinanza, la buona volontà!”. (DS)