“Sono entrato a Messa da ateo e ne sono uscito credente”. Dal fondare una comunità alternativa “verde” a diventare un monaco trappista, di Marie Lorne
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Riprendiamo dal sito Aleteia.org un articolo di Marie Lorne pubblicato l’11/3/2016. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti, cfr. la sotto-sezione Catechesi e liturgia nella sezione Catechesi, scuola e famiglia.
Il Centro culturale Gli scritti (1/5/2016)
Quando fratel Marie è nato, i suoi genitori lo hanno chiamato Alain. La sua famiglia era protestante ma non era praticante. Alain è stato battezzato ma non ha ricevuto un’educazione religiosa.
Tranne la nonna, i suoi familiari si sono allontanati dalla religione.
“La religione era vista come qualcosa di oscuro”, ha affermato. L’immagine istituzionale ed esteriore della Chiesa era per l’adolescente Alain un ostacolo al suo sviluppo.
Crescendo, Alain ha iniziato a porsi delle domande esistenziali e filosofiche.
“La mia grande ricerca di perfezione mi ha mostrato i limiti di un mondo materialista. Aspiravo a un mondo spirituale e a ciò che è vero”.
Si è quindi interessato alla causalità, a come funzionava il mondo, e questo lo ha reso incline a una riflessione più spirituale. Inizialmente si è interessato alla formazione di comunità alternative e “verdi”.
“A un certo punto pensavo di aver fondato una comunità e un legame fraterno”, ha ricordato. Ma presto è arrivata la delusione: “L’aspetto spirituale era quasi assente. Ciascuno si governava da solo. Non c’era comunione tra i membri”.
Con una nuova consapevolezza, Alain ha ripreso il suo viaggio spirituale. Insieme a un gruppo di persone che la pensavano come lui ha trascorso un anno nell’Africa subsahariana, in un villaggio cristiano con una minoranza musulmana. “È lì che ho incontrato il Signore”, ha confessato.
In quel piccolo villaggio ha conosciuto delle persone con famiglie “molto religiose”, persone che erano aperte agli altri. Colpito, si è adattato gradualmente. A Natale è andato anche in chiesa.
“In genere visitavo le chiese ma non partecipavo all’Eucaristia”, ha ricordato. In quel piccolo villaggio, lontano dalla cultura francese, si è sentito più libero di “esplorare” la religione. Ha assistito a una Messa officiata da un missionario e durante la quale venivano celebrati dei Battesimi. “È stato allora che Cristo mi ha travolto”. È entrato a Messa un ateo e ne è uscito un credente.
Alain è tornato in Francia molto cambiato, con una certezza che gettava radici in lui: “La mia vita ha un senso solo se la offro a Gesù Cristo”. Nella sua necessità di vivere per Cristo c’era un altro desiderio: accompagnare le persone che vivevano come aveva vissuto lui – aiutarle nel loro viaggio alla ricerca di Dio.
All’epoca non sapeva ancora se era chiamato a vivere da laico o se aveva una vocazione alla vita consacrata. Ha iniziato a pregare e a studiare teologia. Ha ricevuto la Cresima e ha iniziato a far visita ai monaci cistercensi (trappisti) della comunità dell’isola di Lerins. Lì ha scoperto il ritmo della Liturgia delle Ore e ha sperimentato la vita comunitaria che aveva cercato tanto tempo prima: “La condivisione di una vita fraterna, il lavoro e la preghiera offrivano un solido stile di vita per Cristo”.
A 31 anni, Alain è diventato fratel Marie. Un anno dopo il suo viaggio in Africa è diventato cistercense.
Oggi “sembra che sia accaduto ieri”. Maestro dei novizi per 13 anni, attualmente si dedica all’accoglienza, un bel collegamento alla sua aspirazione giovanile a creare un luogo per chi si dedica alla ricerca spirituale.
“Ho attraversato zone di luce e zone d’ombra, zone molto belle e zone meno belle. Nella vita monastica si incontrano tutte le nostre profondità umane”, ha sottolineato umilmente.
Ogni anno tra le 3.000 e le 4.000 persone passano per il monastero. Fratel Marie accoglie innumerevoli volti, ciascuno dei quali ha “una storia diversa”. Spesso verifica che quelle persone pongono le stesse domande che aveva lui prima di convertirsi.
“Molti cercano dei ritiri per riscoprire la fede”, ha affermato, “per portare più amore e più misericordia nella propria vita”.
Ecco un video dell’abbazia di Lerins, in francese, con immagini e suoni splendidi:
Entre ciel et mer - Les moines de l'Abbaye de Lérins
[Traduzione dall’inglese a cura di Roberta Sciamplicotti]