Non capisco perché si dia per scontato che l’Italia debba prendere il comando delle azioni in Libia. Breve nota di A.L.
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Il Centro culturale Gli scritti (3/3/2016)
La guerra e le armi sono una questione seria come la famiglia e i bambini… io non capisco perché si dia per scontato che l’Italia debba prendere il comando delle azioni in Libia. Se la popolazione libica chiede un aiuto perché ritiene di non essere in grado di opporsi all’azione disumana di Daesh/Islamic State chieda aiuto innanzitutto alla Lega Araba. L’Arabia Saudita e la Turchia hanno dichiarato di essere pronte ad attaccare Daesh/Islamic State in Siria, che comincino allora a difendere i libici, dato che sono pronti e determinati a difendere la vera interpretazione non violenta della religione: che i responsabili della politica estera italiana chiedano all’Arabia Saudita e alla Turchia di essere i primi a venire in aiuto della popolazione libica angariata.
La Libia, inoltre, confina con l’Egitto che ha più volte dichiarato di voler iniziare una rivoluzione culturale perché ci sia maggiore libertà educativa nella formazione delle giovani generazioni – una rivoluzione educativa: che l’Italia sia protagonista nel chiedere che l’Egitto venga in aiuto dei suoi vicini che stanno chiedendo esattamente questo, di non cadere schiavi di un gruppo integralista.
Si noti bene, questo non è un suggerimento dettato dalla paura, bensì dalla consapevolezza che l’altro non è un incapace, bensì deve essere incoraggiato ad agire in prima persona a risolvere i suoi problemi. La logica assistenziale dell’intervento non produce libertà e consapevolezza.
Non si deve dimenticare poi che è stata la Francia a determinare la caduta di Gheddafi, dimenticando la lezione dell’Iraq: dinanzi a Saddam Hussein il papa aveva scongiurato di non intervenire perché, sebbene il dittatore fosse un ingiusto, il paese non era pronto per la democrazia ed un intervento degli occidentali sarebbe stato inefficace e ingiusto. Ora, se ci deve essere un paese europeo che sostenga la Lega Araba nell’aiutare la Libia, che se ne assuma la responsabilità la Francia: se essa non è certamente responsabile dell’attuale crisi di pensiero dei paesi arabi, nondimeno ha fornito l’opportunità ai gruppi integralisti di avere uno spazio in cui inserirsi più facilmente. La Francia laicista che pretende di dare lezioni a tutto il mondo sulla tolleranza e la non-violenza, chieda perdono della violenza che continua ad usare nei confronti di altri paesi e culture e si assuma l’onere di risolvere i problemi che ha contribuito a creare - la cultura italiana è diversa e fortunatamente è molto meno disposta da sempre all’uso della forza.
Il protagonismo della politica estera italiana non deve consistere nello sganciare bombe, bensì nel responsabilizzare i diversi partner perché svolgano la loro missione. L’Italia non deve aderire a proposte altrui che non valorizzino le risorse presenti nel territorio e si rivolgano semplicemente a compiere azioni militari e a trarne benefici economici: l’Italia deve essere, invece, protagonista di pace, aiutando ognuno ad assumersi le proprie responsabilità, a cominciare dalla Lega Araba.
C’è bisogno di un
protagonismo dell’Italia, ma di tipo ben diverso da quello ipotizzato, cioè dall’assunzione di un comando militare.