1/ Dialogare con l’Iran e la cultura persiana vuol dire anche parlare dei diritti umani e non nascondere le statue classiche. Chi lo nega è islamofobo. Breve nota di Giovanni Amico 2/ Le molte facce della multinazionale IKEA dall’Europa all’Arabia Saudita. Breve nota di Giovanni Amico
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1/ Dialogare con l’Iran e la cultura persiana vuol dire anche parlare dei diritti umani e non nascondere le statue classiche. Chi lo nega è islamofobo. Breve nota di Giovanni Amico
Per approfondimenti, cfr. la sotto-sezione Immigrazione, accoglienza e integrazione, intercultura nella sezione Carità, giustizia e annunzio.
Il Centro culturale Gli scritti (28/1/2016)
Coprire statue classiche è islamofobico – come è avvenuto in occasione della visita del presidente dell’Iran Hassan Rouhani in Campidoglio il 26/1/2016 - poiché vuol dire ritenere l’altro non in grado di tollerare la storia. Vuol dire essere islamofobi poiché implica che se un figlio di immigrati di quella stessa nazione dovrà studiare la grecità classica o la latinità nelle scuole elementari, nelle medie o nel liceo, ci si sentirà analogamente in “dovere” di nascondere simili opere straordinarie e tante altre consimili ad esse.
Nel caso della copertura delle statue l’ignoranza ha portato persone inadeguate ed impreparate al dialogo con esponenti di altre nazioni a dimenticare che ogni uomo ed ogni donna si è trovato forzatamente a vedere dei nudi nella sua vita. Si gioca a fare i finti e gli ingenui, come se non si sapesse che ciò avviene continuamente: per coerenza, altrimenti, altrimenti si sarebbe obbligati a vietare qualsiasi giornale o sito web dove in servizi sulle Femen o in molte pubblicità si assiste a immagini certamente meno interessanti dei nudi classici.
L’ignoranza è data anche dal fatto che non si è in grado di percepire che un “nudo” classico è ben diverso da uno “spogliato” pornografico.
Si preferisce essere accomodanti per bieche ragioni economiche, per essere considerati inoffensivi e spillare qualche vantaggio economico in più.
La copertura delle statue al Campidoglio fa coppia con la conferenza stampa nella quale nessuno, tranne una voce isolata, ha avuto il coraggio di porre al premier iraniano domande sui diritti umani, sulla libertà politica e religiosa, sulla pena di morte.
Invece una donna italiana al Colosseo non si è velato il capo dinanzi al premier: e, come altre volte, non ne è sorto alcun problema diplomatico. Perché alcune questioni non sono reali, ma dipendono invece dalle fisime di taluni politici e affaristi che non sanno affrontare il mondo e la vita stessa con serietà. E se fossero reali sarebbe ora di affrontarle.
2/ Le molte facce della multinazionale IKEA dall’Europa all’Arabia Saudita. Breve nota di Giovanni Amico
Il Centro culturale Gli scritti (28/1/2016)
L’IKEA è una multinazionale che sposa la visione dei diversi contesti culturali senza assumere alcuna posizione in merito al fine di venderei suoi prodotti in contesti culturali diversissimi. Può così esaltare in un contesto occidentale immagini di coppie omosessuali e cancellare invece le donne dai cataloghi destinati all’Arabia Saudita. Non un progetto culturale, bensì il profitto come logica suprema.