“Molestare la donna bianca”, l'ordine al branco diffuso online, di Andrea Tarquini

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 17 /01 /2016 - 14:43 pm | Permalink | Homepage
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Riprendiamo da La Repubblica dell’11/1/2016 un articolo scritto da Andrea Tarquini. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line.

Il Centro culturale Gli scritti (17/1/2016)

Colonia. «Molesta e aggredisci la donna bianca, usala come vuoi»: l’ordine era arrivato online. Così è stato organizzato il blitz di violenza sessuale contro le “infedeli” diffuso nell’Europa intera. «A Capodanno attuate il Taharrush gamea ovunque in Europa, assaltate le loro donne, fate vedere chi siamo». I grandi media tedeschi raccontano, governo federale e Bka (lo Fbi tedesco) non smentiscono e di fatto confermano l’ipotesi orribile.

Taharrush gamea, fosca definizione, fu l’altro volto, quello oscuro, delle primavere arabe: significa molestare e aggredire le donne in strada, mostrare il predominio dei maschi. La notizia esaspera lo shock in Germania e in Europa, mentre si diffondono dati allarmanti: «Nel 2016 si prevedono arrivi di migranti stimati tra gli otto e i dieci milioni».

E-mail e sms, messaggi criptati o in chiaro, trasmessi ovunque in arabo e inglese, tedesco e italiano e altre lingue ai residenti d’origine araba nel Vecchio continente: a questo, fanno capire gli inquirenti, alludeva la giovane speranza della socialdemocrazia, il ministro della Giustizia Heiko Maas, parlando di «azione organizzata e cordinata».

Interpellati da Repubblica, i responsabili del ministero dell’Interno e del Bka non smentiscono: «Indaghiamo su tutte le piste, senza escludere nulla, tantomeno il fatto che l’appello alle aggressioni sessuali di massa sia stato una trappola diffusa online dall’ultradestra xenofoba o neonazista contro i migranti. Ma quest’ultima ipotesi, cioè che i neonazi siano in grado di mobilitare islamici o islamisti in Europa per suscitare odio contro i migranti, ci appare improbabile».

Colonia nel frattempo è tornata paradossalmente a uno stato di tranquillità, tra plotoni di cortei di maschere che si preparano all’imminente carnevale come se nulla fosse successo. Niente più polizia a presidiare il centro invaso sabato dal corteo di Pegida, poi sciolto dagli agenti e dalla contro-manifestazione anti-razzista. Ma dietro le quinte è allarme rosso. «Se il guardasigilli dice quel che dice, avrà le sue ragioni, sente ogni giorno i suoi compagni di partito dell’Spd a Colonia e i governi di tutta Europa», nota un’alta fonte del ministero della Giustizia. La mappa del piano d’assalti contro le donne fa paura: ben 12 le città europee, di cui sette tedesche, erano nel piano d’azione.

«È una nuova dimensione del crimine», dice allarmato in diretta tv il ministro dell’Interno Thomas de Maizière, fedelissimo di Angela Merkel. «È chiaro che tutto è stato preordinato e organizzato», incalza il suo collega socialdemocratico Heiko Maas. Orrore sull’orrore: l’Europa abituata da decenni a vivere l’atmosfera felice di pari diritti delle donne e di spazio multietnico senza frontiere si scopre come riserva di caccia dei nuovi gruppi dell’odio.

«Niente conferme, ma soprattutto niente smentite, il problema è grave», ci ripetono fonti dei ministeri di Giustizia e dell’Interno, oltre che dello Fbi tedesco (Bka). Taharrush gamea, la nuova sfida islamista all’Europa dopo la strage di Parigi. Ma chi sono i colpevoli? «Attenzione a non accusare in corsa i migranti appena arrivati», avvertono fonti dell’intelligence di Berlino. La mappa della nuova armata del terrore contro le donne, è più complessa. «La maggior parte degli indagati e dei sospetti», confessano gli agenti «non sono migranti dell’ultima ora: da Colonia a Stoccarda, da Helsinki a Zurigo, gli assalti erano troppo precisi. Mostrano conoscenza da guerriglia urbana delle città in cui sono avvenuti». Aggiunge un alto ufficiale della polizia di Colonia: «Sono gruppi, clan, bande di nordafricani, non persone richiedenti asilo. Vivono da noi una volta entrati nello spazio di Schengen, hanno permessi provvisori. Sono i nuovi euronomadi, vivono viaggiando tra Germania e Olanda, tra Italia Austria e Scandinavia, si tengono in contatto online tra loro ogni volta che serve, e ascoltano ogni messaggio. Sanno coinvolgere qualcuno dei molti nuovi migranti, ma solo per fare numero».

Euronomadi, spesso adolescenti, dicono i dossier segreti dell’intelligence tedesco: anche nordafricani tra i 15 e i 17 anni. «Noi che adesso dobbiamo difendere i pochi tra loro identificati e indagati ci troviamo di fronte a una realtà nuova, finora sconosciuta», confessa Ingo Lindemann, difensore d’ufficio di alcuni arabi arrestati. Da Colonia a Zurigo, da Helsinki a Vienna, nei dossier delle polizie emergono identikit spaventosamente analoghi. Adolescenti, giovani, 35enni, tante storie personali diverse, tutti uniti dallo stesso istinto d’obbedienza a quegli appelli online alla mobilitazione «contro la donna bianca».

«Dobbiamo indagare a fondo, non chiedeteci diagnosi precoci», insistono gli 007 tedeschi e fonti vicinissime al ministero dell’Interno. Ma aggiungono: «Se il ministro della Giustizia ha parlato di piano coordinato, va preso sul serio». Con queste paure la Colonia del carnevale imminente, la Germania di Angela Merkel in crisi e l’Europa intera si preparano all’indomani.