Avviso ai bisomici, di Fabrice Hadjadj
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Riprendiamo sul nostro sito una traduzione apparsa su di un Profilo FB dell’articolo scritto da Fabrice Hadjadj sull’Echo magazine de Genève il 6/8/2014 e ripubblicato su diversi blog dopo che Charlie Hebdo in prima pagina aveva utilizzato un riferimento alla trisomia 21 per deridere una persona. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line.
Il Centro culturale Gli scritti (8/10/2015)
Il grande rabbino Abraham Karelitz si alzava e si scopriva il capo ogni qual volta vedeva una persona affetta da trisomia 21. — Perché le accordate onori che rifiutate ai grandi di questo mondo? gli domandavano — Perché, rispondeva lui, se Dio non ha concesso a questa persona una così grande capacità di studiare la Torah è perché è già più perfetta e più avanzata di me nel cammino della santità.
Noi abbiamo dimenticato questa lezione. Trattiamo i bambini trisomici con la stessa bontà con cui fino a poco tempo fa si trattavano gli ebrei, giudicati come dei parassiti e degli Untermenschen [sub-umani]. Li bracchiamo, li rintracciamo, li sterminiamo. Ciò è meno evidente perché la stanza della morte è il ventre di una povera madre consenziente, reclutata dal culto della performance.
Che volete mai? Il suo piccolo non avrebbe avuto altro che la gioia di vivere, e non l’orgoglio di riuscire. Sarebbe stato solamente umano, e non un grande squalo della finanza. Non sarebbe andato all’Alta Scuola di Commercio né al Politecnico, avrebbe soltanto riso, pianto, giocato, strapazzato le buone maniere, si sarebbe buttato tra le braccia di sconosciuti, avrebbe posto domande sconcertanti, metafisiche... Avrebbe anche pregato con cuore semplice, e questo è terribile poiché bisogna avere il cuore duro e calpestare i propri concorrenti.
— Andiamo, smettetela con la vostra ironia, sarebbe stato infelice. Avrebbe sofferto!
— Voi credete dunque che avrebbe sofferto più di qualunque altro individuo sano, prima o poi, e soprattutto verso la fine? Pensate che sarebbe stato più infelice di tutti quei tristi padroni del mondo che si sono raffinati nella menzogna, che si appropriano indebitamente di fondi e fanno orgie di viagra?
— Ma non sarebbe stato un bambino come gli altri.
— Sarebbe stato più bambino degli altri. Perché in sé portava l'infanzia eterna. Sì, eliminare un piccolo trisomico è essere due volta infanticida.
Uno sconvolgente spot intitolato «Dear future mom» (5 milioni di visualizzazioni su Youtube), e diffuso su TF1, Canal+, M6, ecc., presenta dei giovani trisomici nell’atto di rivolgersi a una madre che potrebbe portare in grembo uno di loro, e le confidano di vivere una vera vita, con le sue sofferenze e le sue gioie... Ma questo messaggio non è piaciuto al big boss del Big Brother, come chiamo il Consiglio Superiore per la Radiotelevisione. Lo scorso 25 luglio ha dichiarato che come «pubblicità progresso» quello spot rischiava di «non suscitare un’adesione spontanea e unanime». Credevo che un simile genere di adesione fosse riservato alle bestie, che agiscono per istinto. Ma no, deve essere l’adesione dei telespettatori bisomici, i quali però si ritengono superiori ai loro fratelli trisomici.
Dear Future Mom