La fierezza del Padre, il suo vanto
E’ possibile presentire, intuire, o vivere lucidamente la consapevolezza che il Padre è fiero dei suoi figli. Di noi come suoi figli. La fierezza del Padre! La fede non è solo il “vanto”, la “fierezza” di avere quel Padre, ma è anche compiacimento del fatto che Lui è fiero di avere noi come figli. “Questi è il mio prediletto!”
E’ il Cristo. Ma ogni uomo è, in Cristo, prediletto.
La Bibbia conosce la difficoltà della predilezione. Quante lotte nella Genesi per capire che la predilezione di uno è per l’elezione di tutti (vedi Abele e Caino, vedi Giacobbe ed Esaù, vedi Giuseppe ed i suoi fratelli).
Solo in Cristo questo è ormai pienamente chiaro. La manifestazione dell’unico prediletto, proprio a motivo della sua predilezione, diviene la salvezza per tutti.
Qualcosa ci può aiutare a intravedere questo “vanto” del Padre. Ogni tanto appare alla coscienza la certezza che il proprio padre fisico, terreno, è - sarebbe - fiero di noi. Se sapesse quello che stai facendo, lo approverebbe. Più ancora: non approverebbe ciò che fai, ma direbbe la sua contentezza di te. E’ l’attestato della sua fierezza nei nostri confronti. E’ diverso dalla pacca amichevole sulle spalle, dalla misericordia a basso prezzo che approva ciò che è, invece, male. No. E’ proprio il sì, la contentezza, la partecipazione a ciò che noi siamo, il riconoscersi in ciò che viene fatto di nuovo.
“Ho fatto bene a fare questo figlio proprio così. Mi è venuto bene. Ed è stato bravo lui a metterci del suo ed a svilupparlo” - perché un bravo discepolo deve essere almeno in qualche cosa migliore del maestro!”
E’ allora che la solitudine non è mai tale. Anche se nessuno conosce il bene che fai, la tua fatica è amata. Non sei solo in essa.
E’ il Cristo. Ma ogni uomo è, in Cristo, prediletto.
La Bibbia conosce la difficoltà della predilezione. Quante lotte nella Genesi per capire che la predilezione di uno è per l’elezione di tutti (vedi Abele e Caino, vedi Giacobbe ed Esaù, vedi Giuseppe ed i suoi fratelli).
Solo in Cristo questo è ormai pienamente chiaro. La manifestazione dell’unico prediletto, proprio a motivo della sua predilezione, diviene la salvezza per tutti.
Qualcosa ci può aiutare a intravedere questo “vanto” del Padre. Ogni tanto appare alla coscienza la certezza che il proprio padre fisico, terreno, è - sarebbe - fiero di noi. Se sapesse quello che stai facendo, lo approverebbe. Più ancora: non approverebbe ciò che fai, ma direbbe la sua contentezza di te. E’ l’attestato della sua fierezza nei nostri confronti. E’ diverso dalla pacca amichevole sulle spalle, dalla misericordia a basso prezzo che approva ciò che è, invece, male. No. E’ proprio il sì, la contentezza, la partecipazione a ciò che noi siamo, il riconoscersi in ciò che viene fatto di nuovo.
“Ho fatto bene a fare questo figlio proprio così. Mi è venuto bene. Ed è stato bravo lui a metterci del suo ed a svilupparlo” - perché un bravo discepolo deve essere almeno in qualche cosa migliore del maestro!”
E’ allora che la solitudine non è mai tale. Anche se nessuno conosce il bene che fai, la tua fatica è amata. Non sei solo in essa.