Dare a Dio ciò che è di Dio e a Cesare ciò che è di Cesare

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 13 /02 /2007 - 00:21 am | Permalink | Homepage
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Dare a Dio ciò che è di Dio e a Cesare ciò che è di Cesare. Non vuol dire, banalmente la divisione tra Chiesa e Stato, come se si dicesse: “Che i cristiani si occupino della chiesa e che gli altri si preoccupino dello Stato”. E’ ben diversa la fondazione della laicità evangelica e l’imperio con cui Cristo chiede che Dio sia accolto. Nei vangeli il Cristo, nella disputa sulla moneta e la sua effige, domanda che tutti obbediscano a Dio come Dio, che tutti siano”cristiani” ed, insieme, che tutti abbiano il senso dello Stato; cioè che coloro che sono cristiani e che sono Chiesa non abusino di questo, falsamente rifacendosi a Dio, ma accettino in pieno la mediazione dello Stato.
L’affermazione ripetuta del Nuovo Testamento – e poi dalla tradizione – che chi governa è da Dio, non vuol dire assolutamente che bisogna obbedirgli in tutto, come se l’operato dei potenti fosse divino (come in altre religioni antiche). I governanti sono da Dio – e lo sono veramente – perché il governo è necessario. Dio vuole che ci sia chi governa. Ma chi governa deve essere sottoposto al bene, non abusare della sua condizione. Chi governa è necessario, ma, insieme, è demitizzato.