Le SS (Schutzstaffel) naziste dovevano abiurare al cristianesimo: le testimonianze di Franz Stangl, capo di Treblinka, e del cappellano italiano don Pirro Scavizzi, e la parodia blasfema del Padre nostro hitleriano
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Il Centro culturale Gli scritti (25/1/2015)
1/ La testimonianza di Franz Stangl, l’uomo che diresse lo sterminio di 700.000 ebrei a Treblinka
Così racconta Franz Stangl, il capo del campo della morte di Treblinka dove vennero uccisi con l gas circa 700.000 ebrei:
«Fu dopo questi fatti [la richiesta di una promozione con risultato positivo nella Gestapo] che mi fu ordinato di firmare una carta in cui dichiaravo di essere pronto a rinunciare alla mia religione».
«Che cosa diceva esattamente questa carta?».
«Diceva che io dichiaravo di essere un Gottglaübiger [credente in Dio] ma che acconsentivo a rompere il mio rapporto con la Chiesa».
«Che cosa provò, nel firmare quella carta? Fino a che punto era attaccato alla Chiesa?».
«Be’... naturalmente... io sono sempre stato cattolico... ».
«Però?». Non rispose. «Andava in chiesa regolarmente?».
«Mia moglie e le mie figliole ci vanno sempre».
«Sì, ma lei?».
«No» disse alla fine. «Ci andavo a Natale, naturalmente; e a Pasqua...».
«Perciò, per lei, firmare quel documento, in realtà, non fu un gran sacrificio, no?».
«Mi diede fastidio».
Per un uomo del carattere di Stangl, quale che sia il suo atteggiamento religioso. la Chiesa ha un enorme significato, in quanto simbolo di rispettabilità e di status sociale. Allo stesso modo, qualsiasi documento ufficiale è cosa della massima importanza. Pertanto, non c'è dubbio che firmare un documento di quel genere fu un passo decisivo nel suo graduale processo di corruzione. Più tardi, Frau Stangl me ne avrebbe confermata l'importanza.
Domandai a Stangl se non l'avesse considerato un compromesso cui si era sentito obbligato per conservare il suo posto. «Non semplicemente il mio posto» disse. «Molto più di questo, come le ho già detto. Ero venuto a sapere che in origine io ero stato compreso in una lista di funzionari che dovevano essere fucilati dopo l'Anschluss. E non basta; proprio in quel momento, era stato iniziato contro di me un procedimento disciplinare poiché avevo approvato l'arresto di un cacciatore di frodo che poi era risultato essere un pezzo grosso del Partito».
Il racconto è nello straordinario e terribile volume di Gitta Sereny, In quelle tenebre, Adelphi, Milano, 1994, pp. 49-50. La scrittrice si rivolse alla moglie di Stangl per avere la sua versione dei fatti. La donna così dichiarò:
«Ricordo il giorno in cui venne a casa con quel modulo da compilare e disse: “Adesso vogliono che io firmi questa carta”, e sulla carta era scritto - non riesco a ricordare le parole esatte, ma diceva più o meno che lui affermava di essere un 'credente' ma che rinunciava alla sua appartenenza alla Chiesa cattolica.
Io dissi: “Spero bene che non lo firmerai”. Questo fu il secondo terribile colpo per me: alla fine non potemmo parlare più di questo argomento, lui non voleva parlarne; in definitiva, non seppi mai se l'avesse firmato o no, ma in realtà pensavo che non l'avesse firmato. È sicura che l'abbia firmato? Fu allora che cominciò a dire che voleva andarsene dalla polizia. Ma poi scoppiò la guerra, e fu dichiarato ‘indispensabile’, e perciò, naturalmente, dovette restare... » (Gitta Sereny, In quelle tenebre, Adelphi, Milano, 1994, p. 64).
2/ La testimonianza di don Pirro Scavizzi, cappellano italiano sul fronte russo
«Le formazioni militari non mancano di esercizio di culto. Soltanto i membri delle formazioni "SS" fanno giuramento di non appartenere a nessuna confessione religiosa, eccetto che alla religione di Hitler».
Così racconta a Pio XII don Pirro Scavizzi nella sua prima relazione come cappellano sul fronte russo, descrivendo le atrocità di cui sono fatto oggetto ebrei, ma anche la Chiesa cattolica polacca.
Scavizzi ricorda come anche le sepolture delle SS siano diverse da quelle dell’esercito tedesco:
«I cimiteri di guerra sono prettamente cristiani; i tedeschi li stabiliscono nei giardini delle città occupate innalzandovi una grande croce alta anche sette od otto metri e segnando ogni tomba con una croce, eccetto le tombe degli appartenenti alla Milizia "SS", che sono contrassegnate da un angolo con le punte in alto».
Riferendo di ciò che vede in Germania, testimonia che esiste ormai una nuova religione che ha nel Führer il suo portavoce:
«I sentimenti del popolo sono in genere religiosi (parlo dei cattolici in modo più diretto e anche dei protestanti per la loro buona fede). Vi è però una corrente antireligiosa che vorrebbe fare a meno di qualunque forma di culto, accentrando tutto in quella che si chiama la religione dello Stato, cioè una specie di statolatria, di cui il centro è il Capo dello Stato. È una specie di divinizzazione che mi sembra tanto più pericolosa, quanto maggiore è l'entusiasmo che in genere il popolo ha per i successi della nuova Germania nel campo politico e nel campo bellico».
Questi passaggi appartengono alla I Relazione a PIO XII, firmata il 13.1.1942 al termine del primo viaggio che Scavizzi compì tra il 17 ottobre ed il 15 novembre del 1941, giungendo fino a Dnepropetrovsk, in Ucraina (il testo è archiviato come Ass, As, b. Russia 695, prot. 356/42 ed è pubblicato in Michele Manzo, Don Pirro Scavizzi, Piemme, Casale Monferrato, 1997, pp. 205-247).
Nelle quattro relazioni che don Pirro Scavizzi redasse per Pio XII emerge non solo l’odio anti-cristiano delle SS, ma ancor più il sistematico progetto di asservimento del popolo polacco cattolico a cui venne immediatamente vietata ogni forma di studio che non fosse di tipo tecnico. Il nazismo riteneva i polacchi una razza inferiore ed intendeva sterminarne i due terzi e ridurre il terzo restante alla servitù totale nei confronti dei nuovi coloni tedeschi che avrebbero germanizzato la Polonia. Passaggio obbligato di questa germanizzazione era l’eliminazione nei campi di concentramento di tutto il clero e delle suore polacche, insieme allo sterminio di tutto il corpo docente della nazione così come dei professionisti: Scavizzi descrive dettagliatamente tutte le misure con cui erano vessati i cristiani polacchi.
Importante per comprendere la situazione di quegli anni terribili è il particolare che fosse impedita dai nazisti ogni comunicazione fra la Chiesa polacca e la Santa Sede.
3/ La parodia blasfema del Padre nostro che Hitler impose a tutti i bambini delle scuole tedesche
«Adolf Hitler, tu sei il nostro grande Führer
Il tuo nome fa tremare i nemici
Venga il tuo regno
Soltanto la tua volontà sia legge sulla terra
Facci udire ogni giorno la tua voce
E comandaci per mezzo dei tuoi capi
Ai quali vogliamo obbedire con l’impegno della vita
Lo promettiamo
Heil Hitler».
Questa la “preghiera” al Führer che si era obbligati a recitare in tutte le scuole tedesche ogni mattina: è un’evidente parodia blasfema del Padre nostro.
Hitler pretese anche che fossero tolti i crocifissi da tutte le scuole e che fossero sostituiti da ritratti del Führer.
Ne ha parlato Rai3 nella puntata intitolata "La croce e la svastica" per il ciclo "La Grande Storia" – il frammento è disponibile su Youtube.