"Per gli altri Wolinski è ancora vivo. Ma io, Elsa, ho perso il mio papà". La lettera della figlia del vignettista su Elle
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Riprendiamo da L'Huffington Post del 15/1/2015 una lettera di Elsa Wolinski. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line.
Il Centro culturale Gli scritti (25/1/2015)
Una lettera breve. Poche parole, ma che meglio di tutte esprimono il senso di perdita e di dolore. A parlare a Elle Magazine Francia è Elsa Wolinski, figlia di uno dei vignettisti barbaramente uccisi nella strage di Charlie Hebdo. Nessuna ulteriore spiegazione, vi riproponiamo il testo integralmente.
"Papà, ci sei? Mi senti?
Se ci sei, fammelo capire...mandami un disegno!
Bene, bene, non puoi sentirmi. Un po' lo sospettavo.
Da quando sei morto, mi dico che tu devi finalmente sapere se Dio esiste. Tutti ti immaginano in cielo, con delle ragazze nude che ridono di te.
Ma io, io so quello che stai facendo. Devi aver domandato una matita per disegnare, un tavolo, dei fogli e una lampada. E ora, sicuramente, starai disegnando una copia della mamma perché lei sia con te anche lassù. Ah, e poi starai cercando un letto per un pisolino. La siesta è sacra in casa Wolinski.
Sai, io dormo nel tuo letto. Sai ho dovuto cospargere la tua camera del mio profumo, perché sapeva troppo di te. È strano dormire al tuo posto. Ma io sto bene con te, là, fra i tuoi fogli. Mamma ti aveva regalato dei pantaloni, non hai avuto il tempo di metterli. A proposito, papà, ne approfitto: posso prendere i tuoi maglioni di cachemire?
Papà, Elle Magazine mi ha chiesto di scriverti una lettera. Ma non ho tempo. Il telefono non smette di squillare e devo prendermi cura di mamma. Sai, lei si sta comportando bene. È sempre molto bella, come sua abitudine. Anche le mie sorelle sono là. Ci teniamo l'un l'altra. E poi ci si deve incontrare al 36, quai des Orfèvres per mandare avanti il tuo lavoro. Ho l'impressione di trovarmi in quei famosi thriller che entrambi amiamo tanto. E poi, le pompe funebri, per sceglierti un'urna e un pezzo di terra. Non ci si pensa, ma è più difficile scegliere un'urna che un paio di scarpe di Prada. Mi piacerebbe tenere l'urna con me. Ti terrei nella mia borsa, ti metterei accanto al mio letto. Papà, mi chiedo: hai sofferto? Perché è questo quello che mi angoscia, sai. Ho paura che tu abbia avuto paura. Ho paura che tu abbia sentito dolore. Non ti hanno toccato che il tronco, le ferite, non si vedono.
Sei bello, in questo drappo bianco che ti avvolge. Hai l'aria felice di sempre. Non vorrei avvicinarmi troppo, non mi vuoi? Vorrei essere in grado di baciarti per l'ultima volta, ma non ci riesco. Ho chiesto alla signora dell'Istituto di Medicina Legale se si poteva impagliarti, ma lei mi ha detto di no.
Papà, sembra che stai dormendo.
Ma tu non dormi, sei morto.
Per tutti gli altri, Wolinski è ancora vivo.
Ma per me, te ne sei andato.
Elsa ha perso il suo papà".