Kasher…, del rabbino Pierpaolo Pinhas Punturello
Riprendiamo dal sito Moked della comunità ebraica italiana un articolo del rabbino Pierpaolo Pinhas Punturello pubblicato il 26/12/2014. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti, vedi la sotto-sezione Ebraismo, nella sezione Cristianesimo, ecumenismo e religioni.
Il Centro culturale Gli scritti (27/2/2015)
“Pronto rav, buongiorno vorrei sapere se a Shabbat potrei essere vostra ospite?”
“Certo parlo con mia moglie, ma non credo ci siano problemi.”
“Bene però io vorrei farle qualche domanda sul vostro livello di kasherut perché sa, caro rav, io sono a livelli molto alti.”
Faccio appello a tutta la tendenza omertosa dei mie siculi antenati e silenzio la passionale veemenza di quelli napoletani e non rispondo come vorrei e dico: “Prego chieda pure.”
Partono a questo punto una serie di domande sul tipo di latte che beviamo, sul tipo di frutta e verdura che compriamo in questo anno sabbatico, sul tipo di carne, glatt o non glatt, che consumiamo.
Con fierezza e consapevolezza halachica mi ritrovo a rispondere camminando su strade facilitanti per qualcuno e di antica modernità ebraica per qualcun altro.
“Ah rav… ma se voi mangiate questo e questo non siete al mio alto livello, grazie non verrò.”
Saluto, attacco il telefono e ringrazio Dio. Quel Dio che “guida i passi dell’uomo” e mi ha portato ad incontri significativi con maestri, colleghi, amici che hanno il senso del derech erez, giusto comportamento, molto più spiccato dell’appartenenza ad alti livelli che forse sono kasher per ciò che entra in bocca, ma profondamente taref per ciò che ne esce.