Cardia: individualismo rende carta straccia Dichiarazioni Onu

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 28 /11 /2014 - 23:29 pm | Permalink | Homepage
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Riprendiamo dal sito di Radio Vaticana un’intervista di Alessandro Gisotti a Carlo Cardia pubblicata il 28/11/2014. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line.

Il Centro culturale Gli scritti (30/11/2014)

Fa discutere la decisione del Parlamento francese che, ieri, con una risoluzione, ha deciso di definire l’aborto “diritto fondamentale”. Una decisione che si allinea ad un trend che vede in molti Paesi affievolirsi il diritto alla vita e all’obiezione di coscienza. Diritti, invece, ribaditi come fondamentali da Papa Francesco nel recente incontro con l'Associazione dei Medici Cattolici. Alessandro Gisotti ne ha parlato con il giurista Carlo Cardia, docente di diritto ecclesiastico all’Università Roma Tre:

R. – Io resto stupito, anche se devo dire che come giurista ho assistito ad altri fenomeni di questo tipo, che hanno un nome: rinnegare i diritti umani sanciti nelle Carte internazionali del secondo Novecento. Perché parlare dell’aborto come "diritto fondamentale" vuol dire negare il diritto alla vita, che è alla base di tutte le convenzioni e le dichiarazioni internazionali sui diritti umani, a cominciare dalla Dichiarazione Universale del 1948. Oggi noi abbiamo un parlamento che rinnega il diritto alla vita, che è la base di tutte le Carte internazionali dei diritti umani. Non si tratta di uno strappo: si è rotta la diga! Si è – come dire – aperta la strada per dire che di fronte ad una gravidanza uno può fare quello che vuole: perché se è un diritto fondamentale, può fare quello che vuole e nessuno vi si può opporre. E poi dico una cosa che potrebbe scandalizzare: se è un diritto fondamentale lo Stato deve aiutare l’esercizio di questo diritto.

D. – Come è possibile che si sia arrivato a questo, proprio a livello giuridico?

R. – A me non stupisce, perché non è la prima volta che vengono rinnegati dei diritti umani sia nell’ambito dell’aborto, sia ad altri livelli. Nelle Carte internazionali dei diritti umani, il matrimonio è previsto fra uomo e donna: uomini e donne possono sposarsi per… etc. etc. La legislazione che in alcuni Paesi ha introdotto il matrimonio omosessuale è contraria a queste Carte dei diritti umani. Uno poi le può anche cambiare, per carità! Però va detto. Le adozioni per le coppie omosessuali: in tutte le Carte internazionali, a cominciare da quella che parla dei diritti del fanciullo, è prevista ed esaltata la funzione dei genitori, del padre e in particolare della madre. Vi sono legislazioni che consentono che un bambino non abbia mai la mamma! E’ una violazione terribile dei diritti umani!

D. – Da quello che mi dice, possiamo affermare in un modo brutale che le Carte internazionali sono ormai quasi cartastraccia?

R. – Prima io dicevo, fino a un po’ di tempo fa, che ce le stavamo dimenticando: adesso le stiamo stracciando! Quindi si può usare, come no! Ma le faccio un altro esempio: a livello universale, la libertà di coscienza e quindi il diritto di obiezione di coscienza è stato sempre considerato un fatto acquisito… Bene, l’obiezione di coscienza viene oggi negata a diversi livelli negli Stati Uniti, con il famoso Obama Care che riguardava l’obbligo delle istituzioni religiose di distribuire e di pagare la contraccezione; a livello di aborto già in Inghilterra c’è già stata una erosione fortissima, perché sono state poste limitazioni agli obiettori di coscienza; l’obiezione di coscienza è stata negata per il matrimonio omosessuali in Francia, in Spagna… Io potrei continuare per mezz’ora. Noi abbiamo avuto, anche a questo livello, una erosione di un qualche cosa che è fondamentale, anche perché riguarda la coscienza di tutti i cittadini: quindi non dico che pacificava la società – per carità di Dio! – ma certo rispettava un nucleo essenziale. Quindi è un po’ un disegno complessivo e noi dobbiamo rifletterci su questo: una erosione di tutto il panorama dei diritti umani. Facciamo una piccola riflessione: i diritti umani erano un patrimonio prezioso per l’Europa, perché avevano un significato antitotalitario. Lo Stato non può fare quello che vuole; lo Stato non ha il dominio sull’uomo. Oggi noi stiamo scrivendo delle leggi in cui l’uomo ha il dominio sull’altro uomo: c’è un totalitarismo individuale. Quello che era un patrimonio noi lo stiamo erodendo, lo stiamo svendendo. Come parleremo ai popoli che oggi vivono in una condizione di povertà, di miseria, di abbandono, quando noi stessi diremo: “No, la vita non vale niente!”… Ecco, l’Occidente perde la sua voce!