Chi era la moglie di Caino? Ma Adamo ed Eva non erano gli unici uomini oltre a lui? (da Giovanna Cheli)
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Riprendiamo dal sito Toscanaoggi dun brano di un articolo scritto da sr. Giovanna Cheli docente di Sacra Scrittura alla Facoltà teologica dell'Italia centrale, e pubblicato il 5/11/2014. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per approfondimenti, cfr. anche Gen 4, 4-5. Il Signore gradì Abele e la sua offerta, ma non gradì Caino e la sua offerta, di Andrea Lonardo.
Il Centro culturale Gli scritti (9/11/2014)
N.B. Prima del brano riportato l’autrice si sofferma sulla questione dell’interpretazione della Scrittura, secondo la prospettiva della Dei verbum, come ben sanno i lettori de Gli scritti. Poi l’autrice prosegue:
[…]
Le contraddizioni che s’incontrano nella S. Scrittura sono legate spesso ai limiti della cultura o del linguaggio, di un genere letterario o di un altro, in cui la Parola di Dio si incarna per far giungere a noi, o ai destinatari del tempo, il messaggio salvifico di Dio. Il nodo delle varie questioni quindi si scioglie pensando proprio al fatto che si deve guardare alla S. Scrittura facendo «debita attenzione sia agli abituali e originari modi di intendere, di esprimersi e di raccontare vigenti ai tempi dell’agiografo» (DV12).
Riguardo al fatto che Caino conosca moglie nonostante non si parli mai di altri figli dei progenitori, né di donne in genere, direi semplicemente che il racconto non si sofferma su questo particolare; si rammentano i personaggi principali dopo aver stabilito il principio maschile e femminile in Adamo ed Eva ed aver così impiantato l’aspetto della procreazione umana. D’altronde vi è un’altra pagina, questa volta del vangelo, in cui le donne e i bambini non sono contati; quando si riferisce il miracolo dei pani, Matteo nel riportare il numero dei presenti precisa: «erano circa cinquemila uomini senza contare le donne e i bambini» (Mt 14,21); usava evidentemente non tenere di conto queste categorie più deboli.
Riguardo infine all’età fantastica dei personaggi biblici, non c’è bisogno di scomodare il computo dei giorni in un anno. La valenza di questi numeri è fortemente simbolica: anticamente si riteneva che l’uomo giusto e gradito a Dio viveva a lungo, era forte ed aveva una numerosa discendenza. Così la vita dell’uomo fedele a Dio si evolveva naturalmente dall’abbondanza degli anni vissuti sulla terra all’eternità della perfetta comunione con Dio. Per Enoc lo si dice chiaramente: «l’intera vita di Enoc fu di trecentosessantacinque anni. Enoc camminò con Dio poi scomparve perché Dio lo aveva preso» (Gen 5,23). Il nostro tempo di vita terreno è ben più limitato, ma non sarà meno significativo se lasciamo crescere in noi l’amore che Dio ci ha rivelato con la sua Parola.