Presentazione al libro di Fabio Narcisi, Comunicare la fede ai bambini. Pastorale battesimale ed educazione religiosa in famiglia, di d. Andrea Lonardo
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Il figlio – afferma Fabio Narcisi nel suo bel volume - «mette i genitori di fronte al mistero della vita e pone loro alcuni interrogativi (impliciti o espliciti che siano). Quell’“esserino” così fragile, così perfetto e pieno di energie, che ora è nelle nostre braccia, da dove viene?».
La generazione di un bambino è uno dei gesti più alti compiuti da un adulto. Infatti, essere cristiani “maturi” vuol dire essere persone cariche di relazioni ed, in particolare, di quelle costitutive dell’affettività e della fecondità, poiché ognuno trova la propria identità non semplicemente facendo riferimento a se stesso, ma piuttosto scoprendo a chi dona la vita. In particolare l’esperienza del matrimonio e della generazione caratterizzano l’esistenza del laico. Ed è proprio per questo che la pastorale battesimale si inserisce di diritto nel grande ambito della catechesi degli adulti.
La chiesa di Roma, proprio in questa direzione, ha indicato la via da seguire: «La famiglia sia considerata soggetto portante delle iniziative di catechesi degli adulti, così da favorirne la crescita spirituale ed ecclesiale ed il compito missionario» (Libro del Sinodo della Diocesi di Roma, p. 132). Senza una concreta attenzione alla famiglia, alle sue ricchezze ed alle sue problematiche, il riferimento all’adulto diverrebbe necessariamente astratto ed evanescente.
Questo volume vuole mostrare come per pastorale battesimale non sia da intendersi semplicemente la preparazione al battesimo, ma anche tutto il cammino che segue, nel quale la famiglia stessa deve essere sostenuta per essere la prima educatrice alla fede del figlio che ha generato.
L’Autore, citando un testo estremamente sintetico e significativo, afferma: «Prima della profonda trasformazione avvenuta (e ancora in atto)... era l’ambiente stesso (familiare e sociale) a trasmettere la visione cristiana della vita e la grammatica fondamentale dei diversi momenti dell’esperienza cristiana... Prima si viveva e celebrava il cristianesimo, poi lo si “imparava” al catechismo; la parrocchia perciò non aveva il compito di iniziare all’esperienza cristiana, ma quello di sviluppare e coltivare un’iniziazione già avvenuta, almeno per quanto riguarda la sostanza del vivere cristiano».
Passaggio centrale dell’esperienza proposta dalla parrocchia della Trasfigurazione è quello di un coinvolgimento pieno della comunità parrocchiale nella catechesi battesimale e di un investimento formativo in questa direzione. La maturazione di un gruppo di catechisti che hanno vissuto in prima persona, come famiglie, l’educazione cristiana dei loro bambini rende possibile la proposta di essa ai nuovi genitori. Annota Fabio Narcisi che proprio «la mancanza di corsi formativi per catechisti del battesimo è un dato che mette in evidenza i ritardi esistenti nella pastorale battesimale».
Contemporaneamente, grande rilievo è dato, nel volume, al giorno del Signore ed all’anno liturgico con le sue grandi feste, perché non solo il battesimo sia celebrato la domenica con la partecipazione dell’intera comunità, ma anche i successivi incontri proposti ai genitori dei bambini da 0 a 7 anni li aiutino a preparare con i figli i grandi momenti dell’itinerario liturgico proposto dalla chiesa ogni anno.
Ma l’impegno della comunità cristiana nella pastorale battesimale non deve, secondo la saggia proposta che viene qui presentata, sostituirsi al compito proprio della famiglia. Il fine è, invece, di farle riscoprire la sua vocazione educatrice della dimensione religiosa del bambino, perché il piccolo la possa maturare innanzitutto nell’ambito delle relazioni familiari che costituiscono il principale punto di riferimento della sua vita. Particolarmente significativa si rivela qui la scelta della parrocchia della Trasfigurazione di scandire le tappe della crescita con la proposta dei principali segni cristiani tramite sussidi scritti inviati alle famiglie (il volume li fornisce nel CD allegato): questi brevi testi sono stati pensati perché i genitori possano riappropriarsi dei gesti e delle parole nati nella tradizione della chiesa per introdurre i piccoli alla preghiera ed alla prima conoscenza ed esperienza della fede.
È il parroco stesso della Trasfigurazione, mons. Battista Pansa, a scrivere in questo volume le belle pagine sui bambini nella Sacra Scrittura. Egli sottolinea, fra l’altro, come il Nuovo Testamento, che vede agli inizi la chiamata degli apostoli, mostri già al suo interno, seguendo in questo la migliore tradizione ebraica, l’educazione alla fede dei figli. È emblematica, ad esempio, la figura di Timoteo educato sin da bambino nella conoscenza delle Scritture (cfr. 2 Tim 3,15), grazie alla fede della nonna e della madre (cfr. 2 Tim 1,5). Ed è evidente che il battesimo dei piccoli e la loro educazione cristiana già dalla generazione apostolica non hanno solo il valore di una testimonianza storica. Ben di più, essi sono espressione del primato della grazia, del dono di Dio che precede e permette il successivo cammino.
Non è esagerato affermare che proprio il trascurare il valore del battesimo dei piccoli e della trasmissione della fede alle nuove generazioni porterebbe con sé, inevitabilmente, alla perdita della stessa identità cristiana basata non sulle opere dell’uomo, bensì sul dono di Dio. Contro questo rischio, più volte il volume ritorna sullo splendido tema della maternità della Chiesa che, in ogni epoca, genera alla fede i suoi figli.
In questa prospettiva l’esperienza della parrocchia della Trasfigurazione valorizza la riscoperta della costitutiva dimensione religiosa del bambino, messa in luce da Maria Montessori e sviluppata da Sofia Cavalletti che, con la catechesi del Buon pastore, ha dato seguito alle intuizioni montessoriane. Emerge così la rinnovata importanza di una catechesi che riconosca quanto i primi anni di vita siano decisivi nella formazione della personalità e della fede, cioè di una proposta della fede che faccia pienamente sua la tensione educativa, come afferma sapientemente il Documento di base sul rinnovamento della catechesi in Italia: «Ogni età dell’uomo ha il suo proprio significato in se stessa e la sua propria funzione per il raggiungimento della maturità [...] Errori o inadempienze, verificatesi a una certa età, hanno talora conseguenze molto rilevanti per la personalità dell’uomo e del cristiano. Così pure una sana educazione umana e cristiana consente a ciascuno di vivere sempre come figlio di Dio [...] Pertanto in ogni arco di età i cristiani devono potersi accostare a tutto il messaggio rivelato, secondo forme e prospettive appropriate» (DB 134). Il tema decisivo dell’educazione, che la diocesi di Roma ha fatto suo in questi anni, emerge qui come questione determinante e di interesse comune, data la rilevanza che esso ha per il futuro stesso del nostro Paese.
Merita infine rilevare che il libro nasce da una parrocchia, segno della vitalità che essa conserva nel contesto odierno. Nasce dall’esperienza di una parrocchia che ha sperimentato più volte nei nuovi genitori «una soddisfazione, e spesso una gioia, che sembrano scaturire dall’aver trovato una risposta “alta” a un evento, la nascita di un figlio, che ha cambiato nel profondo la loro vita». Al contempo è testimone di una comunità che ha accettato di riflettere sull’esperienza, di elaborarla e confrontarla alla luce della teologia della Chiesa, del nuovo contesto sociale ed, insieme, delle problematiche pastorali che emergono in materia nelle differenti nazioni europee, con un occhio anche alla tradizione ortodossa o protestante.
Ed, ancora una volta, il “mistero” cristiano accoglie ed illumina la storia che siamo chiamati a vivere.
mons. Andrea Lonardo
direttore dell’Ufficio catechistico e Servizio per il catecumenato della diocesi di Roma