1/ Il caso Malaysia. La parola Allah non è proprietà dell'islam, di Camille Eid 2/ Malaysia, i cattolici non potranno più usare il termine Allah per indicare Dio. Esultano gli islamisti. Lo hanno deciso tre giudici islamici, nonostante Allah nella locale lingua Malay indichi il Dio dei cristiani da 400 anni, di Leone Grotti
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1/ Il caso Malaysia. La parola Allah non è proprietà dell'islam, di Camille Eid
Riprendiamo da Avvenire del 15/10/2011 un articolo scritto da Camille Eid. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line.
Il Centro culturale Gli scritti (20/10/2013)
Allah non è una “invenzione” di Maometto e tanto meno una divinità specifica dei musulmani (come molti occidentali sono indotti a pensare). E questo anche se i musulmani di oggi, quando traducono il Corano nelle lingue europee, rifiutino di tradurre la parola “Allah” con “Dio” (o “Dieu” o “God”).
L’uso di mantenere la parola Allah in arabo è diventato quasi un dogma, come se si trattasse del “Dio dei musulmani” o comunque di una parola monopolio dell’islam. La cose non stanno proprio così. La radice trilittera della parola Allah (’-l-h) è contenuta in tutti i termini che indicano la divinità nelle lingue semitiche. La si trova, infatti, nell’Antico Testamento nella forma ebraica “Elohim”, che generalmente si pensa sia derivata da “eloah”, forma estesa di “El/Il”, il dio supremo del panteon canaanita.
Semmai, la lingua araba offre la possibilità di distinguere tra “al-ilàh”, il dio con la “d” minuscola, e Allah, letteralmente “Iddio”, in cui – come avviene in italiano – l’articolo si trova accorpato con il sostantivo per indicare il Dio assoluto. È assodato che gli arabi pagani abbiano usato il termine Allah per indicare una divinità particolarmente potente, chiamata talvolta con l’attributo “al-Rahmàn”, il Clemente, presente nella professione di fede islamica.
L’islam non avrebbe fatto altro che adottare una parola preesistente per indicare il Dio unico, tant’è vero che lo stesso padre di Maometto – che non era certo musulmano – si chiamava Abdallah, letteralmente il servo di Allah. Sia Allah che al-Rahmàn sono inoltre attestati nella poesia arabo-cristiana precedente all’avvento dell’islam, come pure nella tradizione degli ebrei che vivevano in Arabia. Un’iscrizione risalente al VI secolo presenta al-Rahmàn come attributo di Dio Padre, dato che parla di al-Rahmàn, di suo figlio Christos e dello Spirito Santo.
Nessuna meraviglia dunque se la parola Allah sia stata successivamente adottata dai cristiani di lingua siriaca nei primi secoli dell’espansione islamica al posto di “Aloho”, quando le comunità cristiane del Vicino Oriente sono entrate a confronto con la lingua e la cultura araba.
2/ Malaysia, i cattolici non potranno più usare il termine Allah per indicare Dio. Esultano gli islamisti. Lo hanno deciso tre giudici islamici, nonostante Allah nella locale lingua Malay indichi il Dio dei cristiani da 400 anni, di Leone Grotti
Riprendiamo dal sito della rivista Tempi un articolo di Leone Grotti pubblicato il 14/10/2013. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line.
Il Centro culturale Gli scritti (20/10/2013)
Il settimanale cattolico del Malaysia Herald non potrà più usare la parola “Allah” per indicare il Dio cristiano. Lo hanno deciso tre giudici islamici, cambiando così una sentenza del 2009 che invece permetteva il suo utilizzo nella locale lingua Malay.
LA PROVA DI 400 ANNI FA. Nello Stato islamico dove vige la sharia [N.d.R. de Gli scritti In Malesia esiste una duplice legislazione, con una corte civile che fa valere il diritto statale ed una corte islamica che fa valere la sharia] e i cristiani sono appena il 9 per cento della popolazione, spesso discriminati, il termine Allah viene usato per indicare il Dio cristiano da almeno 400 anni. Per dimostrare che non è esclusiva proprietà dei musulmani, infatti, la Chiesa cattolica nel 2011 aveva ristampato un raro dizionario malese-latino e latino-malese, pubblicato per la prima volta nel 1631 a Roma, che traduce il termine Dio con Allah. Il termine dunque è sempre stato utilizzato senza creare problemi.
IL MOVENTE POLITICO. Le prime minacce al settimanale cattolico Herald per l’utilizzo di Allah erano arrivate già nel 1998. Nel 2009 l’Alta corte di Kuala Lumpur aveva emesso una sentenza chiave e definitiva che autorizzava i cristiani a usare il termine Allah. Ma in seguito alle ultime elezioni vinte di poco dal Barisan National, il partito che governa da oltre 50 anni ha fatto ricorso in appello per guadagnarsi nuovi voti da parte della popolazione musulmana.
ALLAH E JIHAD. «L’uso del termine Allah non è parte integrante della fede cristiana – hanno detto i giudici – L’uso di questa parole potrebbe causare confusione nella comunità». Secondo gli islamisti, infatti, i cattolici vogliono usare questa parole per confondere i musulmani ignoranti e convertirli. Centinaia di islamici hanno salutato la decisione della Corte cantando fuori dal tribunale “Allahu Akbar”. «Come musulmano difendere la parola Allah fa parte del jihad», dichiara al Guardian uno di loro, Jefrizal Ahmad Jaafar.
PERSECUZIONE DEI CRISTIANI. Prima del verdetto, monsignor Thomas Zeni, presidente del Consiglio delle Chiese a Sabah, aveva affermato: «Con il massimo rispetto per le autorità dello Stato, chiediamo che non si lasci che il fanatismo religioso, il razzismo e l’estremismo avvelenino la nostra nazione malaysiana». Negli ultimi anni estremisti islamici hanno infatti bruciato chiese, sequestrato bibbie e minacciato giornali. A gennaio un gruppo islamico ha organizzato come dimostrazione pubblica «un festival per bruciare le bibbie in lingua Malay», poi bloccata.