Roma. Il giro delle sette chiese. Il pellegrinaggio notturno di 25 chilometri lungo il percorso ideato nel 1500 da san Filippo Neri tocca le principali chiese giubilari della città eterna. Un percorso di preghiera e riflessione vocazionale, di Andrea Piersanti

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 06 /10 /2013 - 15:33 pm | Permalink | Homepage
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Riprendiamo dalla rivista Credere del 30/8/2013 un articolo scritto da Andrea Piersanti. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per le foto del pellegrinaggio notturno alle sette Chiese, vedi la Gallery Pellegrinaggio di San Filippo Neri alle sette Chiese nella notte, con padre Maurizio Botta. Per approfondimenti, vedi su questo stesso sito l'articolo:

Il Centro culturale Gli scritti (6/10/2013)

L’automobile romba solitaria davanti al chiosco della basilica di San Paolo. Un insulto pesante vola dai finestrini abbassati verso i trecento pellegrini che stanno ascoltando la catechesi di padre Maurizio Botta, dell'Oratorio di San Filippo. È l'una di notte. Padre Maurizio si ferma e sorride: «Il guaio è che mi stanno simpatici quei ragazzi lì. Andrei anche ora a farmi una birra con loro». I pellegrini scoppiano a ridere. Uno degli aspetti più appariscenti del pellegrinaggio delle sette chiese, così simile a quello che lo stesso san Filippo Neri faceva cinque secoli fa, è ancora oggi proprio in questa distanza immateriale ma così evidente fra la Roma notturna e mondana, dal sapore vagamente felliniano, e la catechesi senza tentennamenti della tradizione cristiana.

«Si tratta di un pellegrinaggio estremo, molto faticoso, non è per tutti», aveva detto padre Maurizio la sera prima, subito dopola Messa delle sette inSanta Maria in Vallicella (o Chiesa nuova, come la conoscono i romani). «Dopo poche ore e dopo qualche chilometro, il vostro corpo diventerà la vostra catechesi. Qualcuno di voi, prima dell'alba, lascerà il gruppo. È normale, succede tutte le volte. Ma non è una colpa», aveva avvisato. Con un sorriso.

Il percorso è lungo venticinque chilometri e il pellegrinaggio dura circa dodici ore. Si parte dopo le sette di sera dalla Chiesa nuova, dove ha la propria sede l'Oratorio di San Filippo, e si arriva all'alba a Santa Maria Maggiore, per la richiesta di grazia. Alla partenza il gruppo viene diviso in una decina di piccoli drappelli. Hanno un cartello di plastica con il nome di un apostolo. A tutti viene data una radio-cuffia per seguire la catechesi di padre Maurizio e per condividere i momenti di preghiera e del rosario. A differenza di altre forme di pellegrinaggio, infatti, il "giro delle sette chiese", è fortemente caratterizzato dalle tappe oltre che dal cammino in sé. Esattamente come faceva san Filippo nel 1500 durante le sue peregrinazioni notturne, ci si ferma a meditare la parola del Signore sui sagrati delle chiese chiuse. Sono momenti densi di spiritualità. La predicazione catechistica di padre Maurizio è irresistibile. Mai un momento di stanchezza, mai un momento di pausa. Se i pellegrini approfittano delle soste per sedersi e riposarsi un po’; padre Maurizio, talare classica dell'ordine di San Filippo, zaino da montagna e vistose scarpe multicolore da trekking, non si ferma mai e, per tutta la notte, sembra animato da un fuoco inestinguibile.

Il contrasto con la Romaserale del fine settimana è stridente. Il traffico impazzito, policromo e rumoroso. I tanti giovani davanti ai locali con un bicchiere in mano. La rarefazione crescente durante la notte, soprattutto all'altezza delle catacombe di San Sebastiano e del Quo Vadis sull'Appia. E infine la sorpresa finale, nella lunga manica della stazione Termini, dove la processione arriva ormai verso le sette del mattino. I trecento pellegrini, nonostante la stanchezza, cantano ad alta voce il Salve Regina. La vista delle facce sbalordite degli astanti vale la fatica di tutta la notte.

Durante una pausa "tecnica" in piena notte, nella chiesa di San Filippo Neri in Eurosia all'Eur, padre Maurizio introduce la testimonianza di due ragazzi dell'Oratorio. La prima, Luisa, ingegnere, racconta la bellezza della sua esperienza di vita di comunità, in un appartamento di Roma insieme con altre ragazze come lei, «in attesa di poter prendere l"'abito" e poterlo portare apertamente anche nei nostri luoghi di lavoro», dice con un sorriso. Il secondo, Gianfranco, sposato da qualche anno, parla con un po' di timidezza della bellezza del suo matrimonio. «Il dono di saper sopportare lei e, per mia moglie, il dono di saper sopportare me».

Alla fine si arriva sul sagrato di Santa Maria Maggiore e sono ormai le otto del mattino. Il sole è alto nel cielo. Padre Maurizio cerca di salutare tutti i pellegrini, uno per uno, guardando ognuno di loro negli occhi, nonostante che la fatica faccia barcollare finalmente anche lui. La verità. Dopo dodici ore e venticinque chilometri a piedi, si scopre così che è proprio la verità segreto di questo pellegrinaggio. Estenuante ma bellissimo.

Da sapere

1/ Per partecipare

Il pellegrinaggio notturno delle sette chiese viene organizzato dalla Congregazione dell'Oratorio di San Filippo Neri due volte l'anno: a settembre (quest'anno venerdì 13) per la festa dell'Esaltazione della Santa Croce e a maggio, all'inizio della novena di san Filippo. Info: tel. 06.68.75.289 www.vallicella.org

2/ La storia del pellegrinaggio

Il pellegrinaggio alle sette basiliche giubilari fu ideato da san Filippo: subito ebbe un tale successo che da poche decine di partecipanti arrivò in pochi anni a coinvolgere centinaia di persone, fino a raggiungere, sotto il pontificato di Pio IV (1560-1565), seimila partecipanti. Filippo non fa che riprendere l'antichissima tradizione medioevale dei pellegrini romei alle tombe di Pietro e Paolo. Fino a qualche tempo fa il pellegrinaggio era diviso in due giornate. Il primo giorno, di mercoledì grasso, si partiva daSanta Maria in Vallicella verso San Pietro. Dopo la visita, il corteo si fermava all'Ospedale di Santo Spirito in Sassia, dove si faceva una visita ai malati. Oggi il pellegrinaggio si svolge in un'unica tappa notturna. Si parte daSanta Maria in Vallicella e, passando davanti alle sette chiese della tradizione "filippiana" (Santo Spirito, San Pietro, San Paolo, San Sebastiano, San Giovanni, Santa Croce in Gerusalemme, San Lorenzo fuori delle mura), si cammina fino alle porte aperte di Santa Maria Maggiore dove si può chiedere la grazia.