Il Grande Vuoto insidia della vacanza (da Davide Rondoni, Avvenire)
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Il Grande Vuoto insidia della vacanza
(da Avvenire del 10/8/2008)
Strana cosa la cosiddetta 'vacanza'. Il termine richiama una specie di sospensione, di giorni che danzano, sospesi su un vuoto, su un rilassarsi di orari e un diradarsi d’impegni… Si va in vacanza, ed è come dire, si va nello spazio più aperto, via dalle gabbie degli obblighi, dei ritmi serrati. Lasciamo stare che poi non sempre sia vero, e certe madri o nonne sanno bene che in vacanza devono sgambare quanto se non di più degli altri mesi a star dietro a figli, mariti e altri parenti… O quanti single o solitari vediamo stressarsi in cerca di qualcosa per dar pepe alla vacanza: viaggi strambi, soluzioni mezzo avventurose e mezzo patetiche.
Insomma, la vacanza può essere il rilassamento, il diradarsi salutare di orari e impegni, il farsi un po’ di spazio per il riposo, per guardare cose nuove, per leggere, per passar del tempo coi figli o gli amici, oppure può essere il momento in cui sale dall’abisso il mostro del Grande Vuoto. Mostro che esiste e soffia tutto l’anno, ma per così dire nascosto dalla ridda di impegni, dalle distrazioni dell’aver tanto daffare. Solo talvolta, 'negli inverni brumosi' come scriverebbe il grande Baudelaire, poeta della noia e dell’anima moderna, si avvertono i soffi, i velenosi fiati e i versi del Mostro, del grande Vuoto imprigionato sotto la pletora di impegni, sotto la rete pericolante di giornate superorganizzate. Fa effetto vedere quanta gente si dia anima e corpo al lavoro (o almeno così dice).
Sembra che qui lavorino tutti un sacco. E si dicono stressati dal lavoro, e parlano di lavoro, e si lamentano del lavoro… Comunque, il mostro del Grande Vuoto viene tenuto a bada faticosamente durante l’anno. A volte i suoi artigli fatti di nulla acuminato si portano via qualcuno, fanno vittime. Afferrano e sbattono in modo insensato le vite di tanti che si agitano e fanno cose pazzesche per cercare di sfuggire al mostro. Molti diventano addirittura ridicoli, disposti a perdere la faccia o ogni rispetto per se stessi pur di sfuggire al morto respiro del Grande Vuoto, ai suoi occhi di nebbia, alla paralisi che manda in vacanza per sempre il cervello e il cuore.
E appunto quando arriva la vacanza, questo spazio più largo tra le ore, tra gli appuntamenti, questo piccolo salutare vuoto che può dare più elasticità, più tono al corpo e all’anima, ecco che il Mostro del Grande Vuoto può prendere piede, può far sentire più forte il suo fiato morto e mulinare i suoi artigli, magari tra le luci di orridi 'divertimentifici' o nel silenzio tra gli ombrelloni dove frusciano libri o riviste banali pieni di niente. In questi giorni c’è il rischio che il piccolo salutare vuoto, la vacanza come piccolo salto, il cambio di ritmo, faccia apparire più chiaramente, senza scampo il Grande Vuoto su cui si agitano tante nostre vite. Potrebbe essere salutare, se servisse a prendere coscienza che sul Vuoto non si costruisce. E che non bastano poi né Leggi Finanziarie né buoni sentimenti per correggere e far crescere la vita.
Potrebbe essere salutare se, ammirando da sopra gli occhiali da sole le belle rive di mari, di laghi, o di oceani si fortificasse il gusto per l’avventura, quel senso che è proprio di chi affronta il viaggio verso il futuro confidando su qualcosa dove posare i piedi, la terra, o sui legni di barche affidabili. Confidando in qualcosa di pieno, di solido, e cercando di non nutrire il mostro del vuoto sotto i propri piedi…