Michelangelo Buonarroti, La Pietà Rondanini, di Giuseppe Frangi

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 24 /03 /2013 - 14:07 pm | Permalink | Homepage
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Riprendiamo dal sito Piccole note un articolo di Giuseppe Frangi pubblicato l’8/2/2013. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la sua presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Su Michelangelo, vedi anche le sezioni Roma e le sue basiliche e Arte e fede.

Il Centro culturale Gli scritti (24/3/2013)

Se ne è tor­na­to a par­la­re per­ché, per una bel­lis­si­ma in­tui­zio­ne della giun­ta co­mu­na­le mi­la­ne­se, do­vreb­be es­se­re tra­sfe­ri­ta per qual­che mese nel luogo più fe­ri­to della città: il car­ce­re di San Vit­to­re. Mi ri­fe­ri­sco alla Pietà Ron­da­ni­ni, ca­po­la­vo­ro estre­mo di Mi­che­lan­ge­lo che il gran­de ar­ti­sta la­sciò in­com­piu­to nella sua ca­sa-stu­dio di Macel de’ Corvi a Roma, nel 1564.

La Ron­da­ni­ni ar­ri­vò a Mi­la­no gra­zie ad un’al­tra fe­li­ce ini­zia­ti­va pub­bli­ca: nel 1956 il Co­mu­ne la com­pe­rò dalla fa­mi­glia ro­ma­na a cui era ar­ri­va­ta in ere­di­tà e a cui la scul­tu­ra deve il suo nome. Da al­lo­ra è cu­sto­di­ta al Ca­stel­lo Sfor­ze­sco, con un al­le­sti­men­to ele­gan­te ma esclu­den­te. Se chie­de­te a Mi­la­no dove sia l’u­ni­ca opera di Mi­che­lan­ge­lo pre­sen­te in città, pochi sa­pran­no ri­spon­der­vi.

La Ron­da­ni­ni è la terza Pietà che Mi­che­lan­ge­lo rea­liz­zò nella sua vita. La prima è quel­la gio­va­ni­le cu­sto­di­ta a San Pie­tro; la se­con­da è quel­la che aveva im­ma­gi­na­to per la pro­pria tomba, ma che la­sciò non fi­ni­ta per un di­fet­to ri­scon­tra­to nel marmo e che ora è cu­sto­di­ta al Museo del­l’O­pe­ra del Duomo di Fi­ren­ze. La terza è ap­pun­tola Ron­da­ni­ni.

Sal­va­to­re Set­tis, in un bel­lis­si­mo sag­gio scrit­to per la Sto­ria del­l’Ar­te Ei­nau­di negli anni 80, provò a ri­co­strui­re que­sto per­cor­so di Mi­che­lan­ge­lo al­l’in­ter­no di un sog­get­to tanto im­por­tan­te e de­ci­si­vo. E notò come con la prima Pietà si po­si­zio­nas­se, dal punto di vista ico­no­gra­fi­co, nel fi­lo­ne tra­dizio­na­le, nella forma della Ma­don­na che tiene tra le brac­cia il corpo di Cri­sto. È un’i­co­nografia di ori­gi­ne go­ti­ca e quin­di di de­ri­va­zio­ne nor­di­ca. Mi­che­lan­ge­lo la re­ce­pi­sce, ma la ri­ve­de alla luce di una cul­tu­ra ri­na­sci­men­ta­le e quin­di clas­si­ca.

Con la se­con­da Pietà, ini­zia la sua ri­vo­lu­zio­ne: al grup­po, co­strui­to in ver­ti­ca­le, si uni­sce la figu­ra di Ni­co­de­mo, che ha le sem­bian­ze di Mi­che­lan­ge­lo stes­so. La dram­ma­ti­ci­tà della rap­presen­ta­zio­ne in­ve­ste in pieno la per­so­na del­l’ar­ti­sta:la Pietà non è più solo un’i­co­na su cui in­di­rizza­re un pen­sie­ro de­vo­to e par­te­ci­pan­te, ma è qual­co­sa che coin­vol­ge la vita stes­sa di chi l’ha realizza­ta. Que­sto com­por­ta una li­ber­tà nuova nel rap­por­tar­si al tema, una li­ber­tà che trova nella Ron­dani­ni il suo esito più straor­di­na­rio e com­mo­ven­te.

Mi­che­lan­ge­lo ha ormai as­si­mi­la­to il for­ma­to ver­ti­ca­le, ar­ri­van­do quasi a fon­de­re il corpo di Cri­sto con quel­lo di Maria, in un’u­nio­ne che me­glio di ogni altra so­lu­zio­ne espri­me l’a­de­sio­ne ob­be­dien­te della madre al de­sti­no del fi­glio (“ata­ca­ta in­sie­me”, l’a­ve­va de­scrit­ta il no­ta­io in­ca­rica­to di re­di­ge­re l’e­len­co delle opere di Mi­che­lan­ge­lo ri­ma­ste nello stu­dio al mo­men­to della morte).

C’è un aspet­to che mi ha sem­pre col­pi­to in que­sto per­cor­so: nella Pietà gio­va­ni­le, in­cre­di­bil­men­te per­fet­ta, si av­ver­te quasi una di­stan­za tra la madre e il fi­glio. Lo sguar­do di Maria è come fisso nel vuoto, ul­ti­ma­men­te tri­ste. Nella Pietà Ron­da­ni­ni, mo­der­na nella li­ber­tà ese­cu­ti­va, incom­piu­ta per de­sti­no ma forse anche per vo­lon­tà, in­ve­ce que­sta di­stan­za è stata col­ma­ta nel modo più ra­di­ca­le che si po­tes­se im­ma­gi­na­re. Chi dice che la mo­der­ni­tà è osta­co­lo ad un in­con­tro con la per­so­na di Cri­sto evi­den­te­men­te deve ri­ve­de­re que­sto pre­con­cet­to…