Auguste Rodin, novizio dei Sacramentini

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 17 /02 /2013 - 16:25 pm | Permalink | Homepage
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Riprendiamo dal sito dei Padri Sacramentini un breve testo senza firma che descrive l’origine del ritratto di padre Eymard scolpito da Auguste Rodin quando era novizio dell’Ordine stesso. Per ulteriori articoli, vedi su questo stesso sito la sezione Arte e fede.

Il Centro culturale Gli scritti (17/2/2013)

Foto di Rodin al lavoro 
sul modello del busto del padre Eymard

Il padre Eymard non è sfuggito all’abbondanza delle immagini pie, prezzo della celebrità religiosa. Ma noi abbiamo la fortuna di possedere di lui un ritratto ad olio, una scultura e una quindicina di fotografie.

Il ritratto è stato realizzato a La Seyne, quando egli era superiore del collegio. È il primo e anche l’unico ritratto realizzato mentr’egli era vivo. Viso emaciato, le mani giunte, lo sguardo volto verso il cielo: ecco una interpretazione mistica del padre marista che dirigeva con mano maestra il collegio. Per comprendere questo ritratto che ci può sembrare innaturale, possiamo evocare la testimonianza di uno dei suoi allievi di La Seyne: «La sola vita del padre Eymard, sia in casa che fuori, era una predicazione eloquente; egli sembrava essere una copia vivente di Gesù Cristo che trascina le genti al suo seguito... Noi desiderevamo ardentemente contemplare la sua angelica figura e ascoltare le sue parole che ci sembravano venire dal cielo».

Poi c’è il busto di bronzo di Rodin – il sommo scultore francese –, opera datata 1863.
L’incontro di Rodin con il padre Eymard fu breve ma decisivo. Depresso per la morte della sorella, Rodin pensò di entrare in convento. Alla fine del 1862 venne a trovare il padre Eymard in Rue du Foubourg Saint-Jacques. Il padre gli offrì di partecipare alla vita della comunità.      

Ma ben presto Rodin fu ripreso dalla passione della scultura e p. Eymard gli fece installare un atelier improvvisato nel giardino del convento. Permise anche al giovane artista di realizzare il suo ritratto e l’incoraggiò a proseguire nella sua vera vocazione: quella di scultore. Nel busto di bronzo oggi conservato al Louvre – gli zigomi salienti, il naso diritto e fino, la fronte alta e libera, la capigliatura composta con cura dall’artista, lo sguardo profondo del contemplativo – il padre Eymard indossa il mantello ed ha il petto attraversato da una banda su cui è incisa l’iscrizione: Laudes ac gratiae... SS.mo Sacramento. E la formula di preghiera che è ripresa di ora in ora nelle comunità e che il novizio Rodin ha recitato e scolpito poi qui come per identificare il suo maestro in maniera irrefutabile.

Infine, risalenti agli anni che vanno dalla fondazione della congregazione fino alla sua morte, gli archivi posseggono una quindicina di fotografie di cui alcune sono sfuocate. I ritratti del XIX secolo possono sembrarci rigidi e solenni; ma non dimentichiamo che anche con la luce migliore, bisognava contare circa un minuto di posa negli studi fotografici dell’epoca. Seduto in poltrona, in primo piano, di fronte o a tre quarti, il p. Eymard appare come un personaggio che si impone. Talvolta egli tiene in mano un libretto, le Costituzioni senza dubbio: è il maestro che insegna. Su certe lastre il viso si illumina. Ma è sempre, qualunque sia la posa, lo stesso sguardo nel viso angoloso del montanaro di La Mure, con le fossette e gli zigomi marcati, che rivela l’uomo e l’apostolo. Il suo viso esprimeva, in fondo, ciò che egli proponeva ai suoi discepoli, diventare degli «esseri di fuoco».

Nei differenti processi canonici, alcuni hanno tracciato il suo ritratto. Così un marista, il padre Molino: «Alto, figura magra dagli zigomi pronunciati che rivelava un asceta, ma pieno di dolcezza e di finezza del Delfinato. Nella conversazione, la sua voce un poco strascicata ma simpatica, era quella di un uomo che pensa parlando. Egli era serio e tuttavia aveva sempre un sorriso amabile sulle labbra e nel suo sguardo. Io non l’ho mai visto inquietarsi, dire una parola dura o aspra ai suoi confratelli».