Cosa è il Medioevo? Un'età buia o il periodo in cui nacque l'idea di libertà comunale e lo sviluppo mercantile? Da un'intervista a Franco Cardini
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Riprendiamo dal sito Archeostoria brani da un'intervista a Franco Cardini apparsa su Focus Storia n° 1 del 2004. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line.
Il Centro culturale Gli scritti (14/10/2012)
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Come si può definire il Medioevo?
"Il Medioevo è innanzitutto una convenzione. L'idea di "età di mezzo" (in latino media tempestas o media aetas) nacque infatti tra la fine del XV e l'inizio del XVI secolo, con l'esplosione del Rinascimento. Quest'idea fu accompagnata da un pregiudizio negativo verso i secoli appena trascorsi, anche se oggi sappiamo che il Medioevo non era così nero come lo si è dipinto a lungo. E comunque ciò che a noi può apparire negativo era vissuto spesso in modo diverso dalla gente dell'epoca".
Nacque così il mito dei "secoli bui"...
"Sì. Gli eruditi del Cinquecento (e del Seicento, che coniarono il termine medium aevum) erano convinti che con i Greci ed i Romani la civiltà avesse toccato un livello di perfezione sociale ed artistica ineguagliabile. E il concetto di Medioevo nacque proprio in contrapposizione a quella presunta età dell'oro. Ma per riallacciare il loro tempo a quel mondo scomparso si doveva rinnegare tutto ciò che stava nel mezzo: i secoli del Medioevo furono bollati come secoli di barbarie, ignoranza e assolutismo. Gli uomini medioevali, in realtà, non percepivano affatto la frattura con il mondo antico. Se avessimo chiesto a Dante di elencare gli imperatori romani, avrebbe cominciato da Cesare, poi avrebbe citato Traiano, Costantino, Carlo Magno e Federico Barbarossa".
Quali sono oggi i confini cronologici di questo capitolo della storia europea?
"Le date variano a seconda del criterio che si adotta. Alcuni studiosi, per esempio, cercano nelle diverse epoche la continuità delle istituzioni. Da questo punto di vista, il 476 - data d'inizio convenzionale del Medioevo - è la fine dell'istituzione imperiale romana: dopo Romolo Augustolo, infatti, non furono più proclamati imperatori d'Occidente. Ma nel 476, dal punto di vista sociale, non cambiò quasi nulla. La svolta era infatti già avvenuta con l'Imperatore Teodosio, quando il cristianesimo divenne religione di Stato. Se la mettiamo così, il Medioevo dovrebbe iniziare verso il 380, quando Teodosio condannò il paganesimo.
Dal punto di vista dell'economia, invece, ebbe inizio quando in Europa prese forma una società agricola basata sul potere dei cavalieri e dei proprietari terrieri. La causa di questo cambiamento sarebbe stata la pressione islamica, che avrebbe reso pericolosa la navigazione nel Mediterraneo. Chi adotta quest'ottica fa cominciare il Medioevo intorno al 750".
E quando lo si fa finire?
"La data convenzionale, almeno in Italia, coincide con la scoperta dell'America: il 1492. Ma c'è chi ha proposto il 1250, anno della morte dell'Imperatore Federico II di Svevia, che aveva anticipato l'idea "moderna" di Stato centralizzato ed unitario.
Oppure chi, come gli storici francesi, delinea un lungo Medioevo che dura fino al Settecento, cioè fino all'epoca della rivoluzione scientifica, industriale ed illuminista. Fu questa svolta a mutare nel profondo la mentalità comune, il modo di guardare alla natura (prima ritenuta dai più una manifestazione del divino) ed i ritmi di produzione: tutti fattori che erano rimasti quasi immutati dal Basso Medioevo".
Perché si distingue tra Alto (V-X secolo) e Basso Medioevo (XI-XV secolo)?
"È una distinzione nata dallo studio della società. A partire dal X secolo la popolazione europea cominciò a crescere. In Italia si passò dai 4 milioni di abitanti presenti fino al IX secolo agli oltre 12 milioni del 1300. Il punto di svolta fu l'XI secolo, quando avvenne una "rivoluzione" climatica. La temperatura media si alzò, tanto che si riuscì a coltivare la vite in Inghilterra: la produzione agricola crebbe e migliorarono le condizioni di vita. E da una società esclusivamente agricola si passò ad un mondo di città e commerci. Un cambiamento particolarmente evidente in Italia, dove non si era sviluppata una monarchia nazionale (come invece era accaduto in Francia o in Inghilterra) e dove si affermarono i comuni e le autonomie locali."
Che cosa significò tutto questo per la gente comune?
"Quando, nel Basso Medioevo, si affermarono figure a noi familiari, come i mercanti, la mentalità comune mutò profondamente. Si diffusero ideali come la produttività e l'individualismo, che noi consideriamo tipicamente moderni".
E oggi, come vediamo il Medioevo?
"I pregiudizi sono ancora vivi nel cinema, nei fumetti e persino nella scuola. Per questo quando commentiamo l'attualità ci capita di usare espressioni come ritorno al Medioevo. Ed anche gli storici, invece di coniare nuovi termini, parlano di Medioevo cinese, giapponese e persino etiopico per indicare tutti quei periodi durante i quali si affermarono elementi sociali, civili e culturali che ricordano il Medioevo europeo: una società aristocratica, una prevalenza di guerrieri ed un mondo agricolo o pastorale. Sono i caratteri dell'età feudale e cavalleresca, che per esempio in Giappone arrivò fino alla fine dell'Ottocento. Ma il vero Medioevo non fu solo un'epoca di feudatari e cavalieri. Fu anche l'epoca in cui nacquero le lingue, le nazioni, le banche ed i comuni".
E le guerre di religione? Non sono un'eredità negativa dei secoli bui?
"In realtà, gli scambi tra Europa ed Islam furono intensissimi e fruttuosi, soprattutto per l'Occidente. L'idea del conflitto di civiltà è invece radicata nell'errata interpretazione delle Crociate, viste come una guerra santa tra cristiani e musulmani. Si tratta però di una visione distorta, purtroppo tramandata all'élite islamica che tra Ottocento e Novecento si è formata nelle università occidentali".
Il Medioevo, dunque, fu anche un'epoca di splendori...
"Per svilupparsi appieno, una civiltà necessita di alcune condizioni di base: una buona situazione climatica, che permetta la crescita della produzione agricola e della popolazione, stabilità politica ed assenza di gravi conflitti. Sono tutti fattori che incentivano i commerci. Di periodi così nella storia europea ce ne sono stati pochissimi: uno di questi cadde tra la metà dell'XI secolo e la fine del XIII, proprio in pieno Medioevo. Fu uno dei periodi in cui si visse meglio in Europa. Agricoltura e traffici prosperavano e le guerre in corso, le Crociate, si combattevano lontano da casa con effetti economici positivi. Poi, dalla metà del Trecento, cominciò una nuova fase di declino (epidemie, carestie, guerre) durata fino al Seicento".