Cammino in preparazione alla comunione in parrocchia (di A.L.)
Racconta con intelligenza un prete...
Il sacerdote deve essere presente e non delegare ai catechisti, nel cammino dell’iniziazione cristiana. Nell’ora e mezzo settimanale della catechesi deve essere presente almeno i 15 minuti iniziali o finali per la preghiera e per una impostazione del tema che sarà affrontato o per una sintesi. È bene che nella parte iniziale o finale della riunione sempre tutti i bambini od i ragazzi stiano con lui, oltre che con i catechisti.
Se la catechista è ammalata, è il sacerdote che coglie l’occasione per stare lui quella volta con i bambini, in quel gruppo.
Il ritiro in preparazione alla comunione è importantissimo. Meglio due giorni. Meglio gruppo per gruppo, anche se è una grande fatica. Stare insieme con i bambini due giorni, iniziando con il lancio del tema, ad esempio, con un piccolo filmato, poi con la catechesi, poi con il gioco, poi con la preparazione della liturgia: tutto questo aiuta moltissimo. Dice contento: “Sono sicuro che mai i bambini, una volta cresciuti, si dimenticheranno dei due giorni di ritiro e della celebrazione”.
In una piccola cappella, durante il ritiro, si vedono e si toccano tutti gli oggetti liturgici, le vesti che il sacerdote indosserà, il calice e la patena. Si scrive una preghiera di ringraziamento che poi si tornerà a leggere in quella stessa cappella il pomeriggio del giorno nel quale al mattino si è ricevuta la prima comunione.
Va bene la messa animata e con attenzione al modo di esprimersi dei piccoli, perché i bambini siano anch’essi protagonisti. ma si deve sempre insegnare il senso del sacro. Queste due cose non sono antitetiche. La centralità dei gesti che si compiono quando si entra in chiesa, il segno di croce e l’inginocchiarsi, non possono essere trascurati. Il clima del luogo della liturgia, e della celebrazione in particolare, non può e non deve mai essere quello di una manifestazione sportiva.
Cosa pensare dell’annoso problema se è bene che nel gruppo della catechesi siano messi insieme tutti i bambini di una stessa classe scolastica? In fondo, la risposta è semplice e la questione si risolve con il buon senso. I bambini non chiedono di stare con tutta la classe, ma con quell’amichetto o amichetta a loro più caro/a. Li aiuta a non sentirsi sperduti in un nuovo ambiente. Questo non è da rifiutare, a meno che non siano quei due che si fomentano a vicenda nel disinteresse. Non c’è, invece, alcuna necessità che la classe resti tutta insieme, anzi è un arricchimento l’inserimento di bambini di più classi. Nel gruppo identico alla classe proseguirebbero le dinamiche del mattino, delle ore passate con gli stessi bambini a scuola e con i ruoli che si assegnano a vicenda.
Che differenza fra la scuola e la catechesi, in relazione all’affetto? Anche nella scuola c’è l’affetto, ma il bambino sa anche che sarà valutato, che riceverà dei voti diversi a seconda della sua applicazione nello studio. Nella parrocchia deve predominare il clima della grazia, della sola grazia.
Il sacerdote deve essere presente e non delegare ai catechisti, nel cammino dell’iniziazione cristiana. Nell’ora e mezzo settimanale della catechesi deve essere presente almeno i 15 minuti iniziali o finali per la preghiera e per una impostazione del tema che sarà affrontato o per una sintesi. È bene che nella parte iniziale o finale della riunione sempre tutti i bambini od i ragazzi stiano con lui, oltre che con i catechisti.
Se la catechista è ammalata, è il sacerdote che coglie l’occasione per stare lui quella volta con i bambini, in quel gruppo.
Il ritiro in preparazione alla comunione è importantissimo. Meglio due giorni. Meglio gruppo per gruppo, anche se è una grande fatica. Stare insieme con i bambini due giorni, iniziando con il lancio del tema, ad esempio, con un piccolo filmato, poi con la catechesi, poi con il gioco, poi con la preparazione della liturgia: tutto questo aiuta moltissimo. Dice contento: “Sono sicuro che mai i bambini, una volta cresciuti, si dimenticheranno dei due giorni di ritiro e della celebrazione”.
In una piccola cappella, durante il ritiro, si vedono e si toccano tutti gli oggetti liturgici, le vesti che il sacerdote indosserà, il calice e la patena. Si scrive una preghiera di ringraziamento che poi si tornerà a leggere in quella stessa cappella il pomeriggio del giorno nel quale al mattino si è ricevuta la prima comunione.
Va bene la messa animata e con attenzione al modo di esprimersi dei piccoli, perché i bambini siano anch’essi protagonisti. ma si deve sempre insegnare il senso del sacro. Queste due cose non sono antitetiche. La centralità dei gesti che si compiono quando si entra in chiesa, il segno di croce e l’inginocchiarsi, non possono essere trascurati. Il clima del luogo della liturgia, e della celebrazione in particolare, non può e non deve mai essere quello di una manifestazione sportiva.
Cosa pensare dell’annoso problema se è bene che nel gruppo della catechesi siano messi insieme tutti i bambini di una stessa classe scolastica? In fondo, la risposta è semplice e la questione si risolve con il buon senso. I bambini non chiedono di stare con tutta la classe, ma con quell’amichetto o amichetta a loro più caro/a. Li aiuta a non sentirsi sperduti in un nuovo ambiente. Questo non è da rifiutare, a meno che non siano quei due che si fomentano a vicenda nel disinteresse. Non c’è, invece, alcuna necessità che la classe resti tutta insieme, anzi è un arricchimento l’inserimento di bambini di più classi. Nel gruppo identico alla classe proseguirebbero le dinamiche del mattino, delle ore passate con gli stessi bambini a scuola e con i ruoli che si assegnano a vicenda.
Che differenza fra la scuola e la catechesi, in relazione all’affetto? Anche nella scuola c’è l’affetto, ma il bambino sa anche che sarà valutato, che riceverà dei voti diversi a seconda della sua applicazione nello studio. Nella parrocchia deve predominare il clima della grazia, della sola grazia.