Dialogando sulla cresima, di Andrea Lonardo
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Un interessantissimo dialogo con una personalità ecclesiastica che apre prospettive...
La Chiesa ha una sua tradizione. Anche la Chiesa latina ha una sua tradizione nella quale lo Spirito ha operato. La Cresima è tipicamente cattolica. Nell'ortodossia non c'è, c'è solo il miron, ed i padri orientali non hanno una teologia della cresima! Ma questo non vuol dire che si debba cancellare la tradizione latina sulla Cresima.
Anzi è una ricchezza dell'occidente che sia emerso il valore della Cresima. Il rischio di alcune delle nuove sperimentazioni di Iniziazione cristiana è che in nome del valore dell'Eucarestia scompare l'importanza della Cresima.
Il problema è di individuare e di mettere in risalto la grazia particolare che si riceve con la Cresima. Essa non va semplicemente conferita lo stesso giorno della “Prima comunione”.
Tommaso difende la consuetudine della Chiesa anche contro le grandi autorità. Ad esempio dice: Ambrogio e Agostino hanno detto... sed contra... perché la consuetudine della chiesa è questa!
Così discute sulle parole della preghiera di consacrazione sul vino che differiscono dalla lettera evangelica... Videtur quod non afferma!
Non possiamo, allo stesso modo, distruggere la consuetudine della Chiesa latina sulla Cresima, rendendola una piccola appendice della Comunione. Questo vuol dire che la Chiesa è padrona di modificare, guidata dallo Spirito, salva substantia, cioè a condizione di non snaturare, ciò che è stato prassi originaria.
È la stessa questione che si è posta in relazione al Sacramento dell'Ordine. Prima la “forma” dell'ordinazione era il conferimento di una potestà - accipe potestatem – e la “materia” era la consegna del vangelo, del calice, ecc. Con Pio XII in Sacramentum ordinis invece si cambia: egli afferma che “da ora in poi” è l'imposizione delle mani ad essere decisiva! Cioè si cambia!
È questo che conferisce anche una coloritura particolare alla questione di Leone XIII sulle ordinazioni anglicane: se decisiva era la consegna delle potestà, la chiesa anglicana, togliendola, ha tolto il sacramento!
San Tommaso d'Aquino non aveva un'idea chiara di Iniziazione cristiana (essa emerge solo con Duchesne a fine ottocento). Ma Tommaso sa che esistono dei sacramenta priora per la persona. Essi sono per la persona in quanto tale. Ed essi ricalcano la vita della persona in sé: nascere, crescere, nutrirsi.
Ma la persona si può poi ammalare, per accidens... Ed esistono sacramenti per guarire.
Esistono poi i sacramenti di relazione, cioè matrimonio e ordine.
Per questo San Tommaso, con una teologia diversa da quella scotista - per gli scotisti è sempre la stessa grazia che si riceve in ogni sacramento -, afferma che si riceve la grazia “per mezzo di”, “attraverso di”, così come se si riceve l'acqua da un tubo di piombo, c'è il sapore del piombo. Si riceve una grazia che ha il sapore della nascita, del cibo, della debolezza, e così via.
I sacramenti hanno un'analogia con la vita, proprio perché i sacramenti sono vitali, hanno a che fare con la vita!
Sulla questione se venga prima il mangiare o il crescere - prima l'Eucarestia o la Cresima - Tommaso risponde che se mangi cresci e che se cresci mangi... viene prima l'uovo o la gallina?
In fondo, egli afferma, nel Battesimo è già inclusa l'Eucarestia. Egli afferma: «Nessuno deve avere il minimo dubbio che ogni fedele diviene partecipe del corpo e del sangue del Signore nel momento in cui con il battesimo diviene membro del Corpo di Cristo» (S.Th. III, q. 73, a. 3).
Non si deve dimenticare un'altra analogia con la vita umana: c'è un assaggiare e poi un mangiare. Si pensi a come un bambino passa dal latte ai cibi solidi. Assaggiare non è mangiare... ti faccio assaggiare e poi pian piano impari a mangiare!
Nella tradizione latina della Cresima è certamente importante la forza, la robustezza che ti viene conferita. Nella Cresima si dava lo schiaffo ad robur. Così è sempre stata importante la signatio. Per San Tommaso la Cresima è la maturità spirituale: è un sigillo.
In che cosa oggi il mondo è più analfabeta riguardo al Vangelo: il mondo è più analfabeta sulla fede della chiesa che sulla morale della chiesa!
Lumen gentium 25 afferma che la fede è da credere e da vivere (ripresa in CCC 2034).