Donna cinese costretta ad abortire al settimo mese. Continua il massacro della legge del figlio unico, di Wang Zhicheng
Riprendiamo un articolo dal sito Asianews, pubblicato il 12/6/2012. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line.
Il Centro culturale Gli scritti (15/6/2012)
Una donna cinese dello Shanxi è stata costretta ad abortire al settimo mese di gravidanza. Ad accrescere l'orrore per la violenza, le autorità hanno messo il corpo del piccolo abortito sul letto affianco alla donna.
Il fatto è avvenuto il 3 giugno scorso ed è riportato dal sito Tianwang. La donna, Feng Jianmei è stata picchiata e trascinata in un veicolo da un gruppo di impiegati del Family planning, mentre suo marito Deng Jiyuan era al lavoro. I rappresentanti del controllo sulla popolazione avevano chiesto 40mila yuan (circa 4 mila euro, oltre 3 anni di lavoro) alla famiglia, che aveva trasgredito la legge del figlio unico. Non avendo ricevuto i soldi, essi hanno fatto abortire Jianmei al settimo mese. Il corpo del piccolo è stato messo accanto alla madre sul letto. La donna si trova ora in ospedale nella città di Ankang.
Reggie Littlejohn, avvocato Usa che combatte per la difesa della donna in Cina (Women's Rights Without Frontiers) e che ha diffuso la notizia in occidente, afferma: "Tutto questo è un oltraggio. Nessun governo legittimo potrebbe commettere o tollerare un atto simile. I responsabili dovrebbero essere perseguiti per crimini contro l'umanità". L'aborto forzato è ancora un pratica molto comune in Cina, a causa della stretta osservanza della politica del figlio unico.
Sempre la Littlejohn ha diffuso oggi la notizia che una donna di Changsha (Hunan) sarà costretta ad abortire se non paga 25mila dollari Usa. Nei giorni scorsi, una dozzina di membri del Family planning cinese sono penetrati in casa di Cao Ruyi, che aspettava al quinto mese il suo secondo figlio per trascinarla all'ospedale e forzarla all'aborto. Suo marito, Li Fu, è stato picchiato e avvertito che o dava il permesso per un "aborto volontario" oppure sua moglie avrebbe subito un aborto forzato.
Lo scorso fine settimana l'ospedale ha rilasciato Cao Ruyi dietro pagamento di 1500 dollari come "multa per compensazione sociale". Ma i membri del Family planning chiedono ancora 25mila dollari per dare a lei il permesso di continuare la gravidanza.
Secondo le statistiche ufficiali in Cina si praticano 13milioni di aborto ogni anno. Di questi moltissimi sono forzati.
La dissidente Chai Ling, una dei capi del movimento di Tiananmen, esule negli Stati Uniti e convertita al cristianesimo, è impegnata nella lotta contro gli aborti forzati causati dalla legge del figlio unico. Più di un anno fa, durante un incontro di dissidenti davanti alla casa Bianca, Chai Ling ebbe a dire: "L'applicazione brutale e violenta della politica del figlio unico è il più grande crimine contro l'umanità attualmente in atto; è lo sventramento segreto e inumano di madri e figli; è il massacro di Tiananmen che si ripete ogni ora; è un olocausto infinito che va avanti da 30 anni".