Brani di difficile interpretazione della Bibbia, XXV. Tre cose sono troppo ardue per me, anzi quattro, che non comprendo affatto: la via dell’aquila nel cielo, la via del serpente sulla roccia, la via della nave in alto mare, la via dell’uomo in una giovane donna (Proverbi 30, 18-19)

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 02 /06 /2012 - 17:31 pm | Permalink | Homepage
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Riprendiamo da L. Alonso Schökel – J. Vilchez Lindez, I Proverbi, Borla, Roma, 1988, pp. 606-608, un brano che commenta Pr 30, 18-19. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per altri testi di difficile interpretazione della Bibbia vedi la sezione Brani di difficile interpretazione della Bibbia. Per ulteriori approfondimenti vedi la sezione Sacra Scrittura.

Il Centro culturale Gli scritti (2/6/2012)

Tre cose mi superano,
e una quarta, che non comprendo:
il cammino dell’aquila in cielo,
il cammino del serpente sulla roccia,
il cammino della nave nel mare,
il cammino dell’uomo per la fanciulla.

La quartina è tanto bella e suggestiva per chi l’ascolta, quanto difficile e schiva per chi la vuol razionalizzare. È chiaro che il peso dei tre termini gravita sul quarto. Il quale è il primo mentalmente e quello che provoca la ricerca e attrae gli altri tre. Ma questo quarto termine lo si riserva per la fine, eccitando l’attesa e la sorpresa. Infatti la direzione regolare del movimento si spezza, con un salto ad altra sfera.

drk significa il cammino. E anche lo stile, il modo di procedere.

Conviene aver presente simile ambivalenza. Il cielo (o l’aria) è l’elemento dell’aquila. Può sembrare ovvio, e tuttavia è meraviglioso vedere come l’uccello si sostenga e avanzi senza camminare. Nel suo volo si sposta con somma libertà, senza lasciare orma del suo passaggio. L’aria si fende e si chiude dietro di lui, e l’uomo lo contempla pieno di stupore.

Così per la biscia sulla roccia. Anch’essa avanza senza passi; è liscia e non scivola; e appare e scompare senza sforzo, senza che ne possiamo ripetere la traiettoria. è da meno la nave che, pur essendo tanto pesante, si sostiene sull’acqua e avanza col vento propizio e a forza di remi e della corrente; ed è capace di controllare il suo corso senza lasciare una traccia permanente del suo transito.

Nei tre elementi - aria, terra e mare - il poeta scorge degli esseri e dei movimenti meravigliosi. Ma resta ancora un altro elemento, un altro essere fuori dei tre: l’uomo. Anche nell’uomo c’è qualcosa di ovvio e insieme di meraviglioso, che è il rapporto tra i sessi.

drk non significa più cammino, ma condotta, regola di vita (e anche unione carnale nell’ebraico posteriore). Già la Genesi, nel secondo racconto della creazione, esprime meraviglia per l’attrattiva sessuale. Il maschio si sente attratto, sostenuto e dominatore; come qualcosa a lui connaturale. Non un elemento estraneo, perché la donna è carne della sua carne. Forse la donna è leggera come l’aria, docile come l’acqua, ferma come la roccia? O il maschio si sente come aquila che vola, nave che naviga, serpe che striscia? (Ricordiamo, di passaggio, che il serpente era un simbolo fallico).

La maggiore meraviglia è comunque l’uomo; e che Dio lo abbia creato maschio e femmina. Una meraviglia che invita a contemplare e a interrogarsi, o «evocare». Appunto questo è il compito del poeta.

Ho seguito fin qui la via del «suggerimento», tipico del cammino poetico. Alcuni commentatori seguono invece quella del cammino logico, interrogandosi sul terzo elemento di comparazione. Secondo alcuni, il quarto caso riguarda la formazione del feto nel seno materno; altri lo riferiscono di preferenza all’unione sessuale, di cui tuttavia nell’immediata e semplice osservazione esterna non si hanno segni. Il pericolo della spiegazione logica sta soprattutto nel suo rimpicciolire la visione poetica; senza contare che a volte il terzo elemento di comparazione non funziona.