Bin Laden. L’«esercito» disperso di mogli e figli, di Camille Eid
Riprendiamo da Avvenire del 29/4/2012 un articolo scritto da Camille Eid. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line.
Il Centro culturale Gli scritti (29/4/2012)
La lotta diventa più avvincente quando i tuoi familiari vi prendono parte. Questa vecchia affermazione di Benladen sembra oggi una burla. Con cinque diversi matrimoni, l’ex capo di al-Qaeda ha lasciato un numero considerevole di orfani. Almeno 24. Se le ultime tre mogli (le saudite Khairiah e Siham, e la yemenita Amal), insieme a sette figli e due nipoti sono stati allontanati martedì scorso in Arabia Saudita, che fine ha fatto il resto della prole?
Dal primissimo matrimonio con una parente siriana Najwa Ghanem, Osama ha avuto ben 11 figli. Najwa è rientrata dall’Afghanistan nel suo Paese pochi giorni prima dell’11 settembre, e vive presumibilmente ancora a Lattakia, sulla costa, con il secondogenito Abdul- Rahman e le ultime due figlie, Ruqaia e Nour. Uno dei frutti di questo matrimonio è Omar, che si è reso famoso per aver avuto una storia d’amore con una suddita di Sua Maestà. Dal secondo matrimonio con Khadigia Sharif, Osama ha avuto tre figli.
Il maggiore, Alì, sconta attualmente una condanna a 15 anni di carcere per detenzione illegale di armi. Amer e Aisha vivono probabilmente con la madre divorziata. Nel 1985, Osama convola a nuove nozze con Khairiyah Sabar, che faceva la psicologa per sordomuti. Da lei Osama ha avuto un unico figlio, Hamza, che egli preparava alla propria successione. Hamza, 21 anni, è sfuggito al blitz dell’anno scorso e risulta ancora sul libro dei ricercati pericolosi. È sospettato di complicità nell’assassinio della leader pachistana Benazir Bhutto.
Da un quarto matrimonio con Siham Sabar, Osama ha avuto 4 figli. Khadija e Khalid sono rimasti uccisi insieme al padre nel blitz, mentre Maryam e Sumaya, rispettivamente 21 e 20 anni, sono state estradate in Arabia Saudita dopo una breve detenzione in Pakistan per ingresso illegale nel Paese.
Al momento della morte lo sceicco aveva al suo fianco l’ultima moglie, la giovane yemenita Amal al-Sadah, rimasta ferita nell’attacco a una gamba. Amal intende trasferirsi da Gedda nello Yemen insieme ai cinque figli, tutti di età inferiore ai 10 anni. I suoi rapporti con le altre mogli non sono infatti buoni. Si racconta che durante il fermo in Pakistan abbia accusato Khairiyah di avere contribuito all’individuazione del rifugio di Abbottabad per motivi di gelosia.