Il tempo ha un nome, di Massimo Camisasca

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 31 /03 /2012 - 21:56 pm | Permalink | Homepage
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Riprendiamo da www.ilsussidiario.net un articolo di Massimo Camisasca pubblicato il sabato 31 marzo 2012. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line.

Il Centro culturale Gli scritti (1/4/2012)

Non si può servire Dio e ciò che si oppone al suo nome, Cristo e ciò che si oppone a lui. Non si può servire la strada in cui Cristo ci ha messo e ciò che vorrebbe distoglierci da questa strada. Per questo, la grazia più grande che dobbiamo chiedere a Dio è quella di redimere il tempo, di vivere con passione e verità i nostri giorni. «Redimentes tempus quoniam dies mali sunt», dice san Paolo (Ef 5, 16).

I giorni sono cattivi? Viviamo in un tempo difficile, ma per questo interessante, perché esige radicalità. Ciò che una volta poteva essere accettato per tradizione, oggi non può essere vissuto se non per convinzione, e la convinzione è la scoperta di una corrispondenza, non tanto intellettuale, ma che dia gusto alla vita.

Questa esigenza di radicalità ci invita ad avere soprattutto il senso del tempo che ci è dato. La prima forma con cui Dio ha voluto esprimere la sua misericordia verso l’uomo è di aver creato il tempo, cioè una serie di occasioni: il tempo della vita è un bene prezioso e non va sprecato. Ungaretti ha intitolato una raccolta di sue poesie Il tempo ha un nome; noi potremmo dire che il tempo ha tanti nomi, i nomi delle persone che ci hanno portato fin dove siamo.

Senza rispondere al tempo non si può essere se stessi. La cosa più terribile che possa accadere all’uomo è di essere superficiale, di non vivere il senso del tempo come occasione, istante per istante. Il tempo vissuto come risposta a Cristo toglie dalla vita il primo nemico, che è la paura. Laddove c’è paura, non c’è Cristo. Come dice san Giovanni, «nell’amore non c’è paura» (1Gv 4, 18).

Questa riflessione non sarebbe veramente compiuta, se non fosse ringraziamento, perché tutto è già stato dato. Quanti uomini, dice Gesù, avrebbero desiderato vedere quello che noi vediamo e non lo videro, avrebbero desiderato sentire quello che noi sentiamo e non lo udirono! Nel tempo si manifesta Colui che ci accompagnerà per sempre.