Dalle 12 tribù di Israele ai 12 apostoli di Gesù ed alle 12 tribù della diaspora: la Lettera di Giacomo (da Rosario Chiarazzo)

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 27 /02 /2012 - 22:29 pm | Permalink | Homepage
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Ripresentiamo sul nostro sito un brano tratto da Rosario Chiarazzo, Lettera di Giacomo, Città Nuova, Roma, 2011, p. 24. L’esegeta sottolinea il legame che esiste nella Lettera di Giacomo tra il nuovo popolo dei cristiani ed il popolo dell’Antica Alleanza, evidenziato proprio dal numero “dodici”. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. Per altri articoli biblici, cfr. su questo stesso sito la sezione Sacra Scrittura.

Il Centro culturale Gli scritti (27/2/2012)

I destinatari della lettera sono genericamente definiti come «le dodici tribù della diaspora». Le dodici tribù, nei testi biblici, indicano l’intero popolo di Dio dell’Antico Testamento, il cui declino si ebbe con la caduta del regno del Nord (722 a.C.).

Tuttavia la speranza della loro ricostituzione fu mantenuta dalla voce dei profeti (Os 2,22; Ger 3,18). La rinnovata speranza della rinascita del popolo fu sostenuta dall’annuncio che un “resto” non sarà eliminato ed abbandonato, anzi continuerà a mettere radici in basso e a fruttificare in alto (Is 6,13), metafora di una continuità e di uno splendore futuro (Is 37,30-32; 65,17; 66,22). La salvezza, iniziata con l’Antica Alleanza, continua nel nuovo popolo di Dio: chi vi aderirà verrà unito all’antica radice (Rm 11,17-24).

Tuttavia l’autore della lettera non si rivolge alle dodici tribù d’Israele, ma alle dodici tribù che sono nella dispersione. Il termine “diaspora” fa riferimento sia alla dispersione di Israele tra i popoli sia all’insieme dei dispersi (Gv 7,35; Pt 1,1). L’assenza di ogni riferimento geografico induce ad interpretare il termine “diaspora” sullo sfondo della tradizione biblica, dove esso indica sia la condizione precaria dei figli di Israele dispersi tra le nazioni sia l’attesa della loro piena e definitiva raccolta e riunificazione da parte di Dio.

I destinatari della lettera di Giacomo non sono i giudei della diaspora appartenente alle dodici tribù d’Israele – come realtà etnica o geografica – ma i cristiani (At 8,1-4; 11,19) come membri del popolo di Dio che vive in diaspora, nell’attesa della venuta del Signore (Mt 19,28; Lc 22,30; Gal 6,16; Ap 7,4-8; 21,12), perché membri di una comunità in cammino verso la patria celeste: i cristiani vivono sulla terra ma sono pellegrini in cammino verso una patria senza confini.