Umiltà non insicurezza (di L.S.)
Tutto il tempo liturgico del Natale invita a considerare l’umiltà, quella di Dio, quella di Maria, quella del Bambino.
Che differenza fra l’umiltà e l’insicurezza. Se umiltà volesse dire semplicemente che non si vale nulla ecco che nulla mai avverrebbe, nulla sarebbe mai fatto, poiché chi non vale niente non si assume responsabilità, anzi la sua coscienza di non valere diviene alibi per l’inattività.
L’umiltà è, ben più profondamente, quel preciso sapere di aver ricevuto. Ed è per questo che non si ha alcun merito, ma non per questo si è semplicemente nulla, bensì un nulla riempito. Poiché si è chiamati, poiché si vive una vita che a buon diritto è detta vocazione, poiché si è ricevuto un incarico, una responsabilità.
Dio affida i suoi doni per altri. Umiltà cioè vocazione.
Che differenza fra l’umiltà e l’insicurezza. Se umiltà volesse dire semplicemente che non si vale nulla ecco che nulla mai avverrebbe, nulla sarebbe mai fatto, poiché chi non vale niente non si assume responsabilità, anzi la sua coscienza di non valere diviene alibi per l’inattività.
L’umiltà è, ben più profondamente, quel preciso sapere di aver ricevuto. Ed è per questo che non si ha alcun merito, ma non per questo si è semplicemente nulla, bensì un nulla riempito. Poiché si è chiamati, poiché si vive una vita che a buon diritto è detta vocazione, poiché si è ricevuto un incarico, una responsabilità.
Dio affida i suoi doni per altri. Umiltà cioè vocazione.