La sinfonia della Catholica (da Joseph Ratzinger)
Riprendiamo sul nostro sito una Prefazione dell’allora cardinale Joseph Ratzinger, pubblicata in Catholica. Annuario della parola e della vita della chiesa, 1986/1987, Jaca, Milano, pp. 9-11. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line.
Il Centro culturale Gli scritti (19/1/2012)
“Là dove è il Cristo Gesù, lì è la Chiesa cattolica”. La convinzione testimoniata all'inizio del II secolo da S. Ignazio di Antiochia è ritornata con molta chiarezza alla coscienza dei cristiani nel Concilio Vaticano II.
Il popolo dei battezzati riunito attorno al suo vescovo costituisce, in qualunque luogo del mondo si trovi, una Chiesa particolare che non è solo una parte della Chiesa universale ma è la Chiesa stessa di Dio nella sua dimensione locale. È quindi, sempre costitutivamente, inserita nella Chiesa universale. La realizza pienamente, anche se in modo particolare.
Poiché l'intero episcopato è in ciascun vescovo, ugualmente l'intera Chiesa è in ogni Chiesa locale. Fra queste c'è come un'interiorità reciproca, che viene meglio espressa con il termine "cattolico", vale a dire con l'idea di un tutto organico. Qualunque sia la sua estensione nello spazio e la sua differenziazione interna, il popolo di Dio è essenzialmente orientato verso un centro che ne assicura l'unità: la presenza di Cristo.
La Chiesa è suscitata da Cristo, cioè si forma a partire dal sacramento e quindi è essa stessa sacramento. L'eucarestia, come presenza di Cristo e come suo sacramento, edifica la Chiesa, che quindi si trova presente tutta quanta ovunque Egli è, cioè dove l'eucarestia viene celebrata in modo adeguato.
Così come Cristo non è presente a metà, ma in tutta la sua realtà, altrettanto la Chiesa è presente nella sua totalità, là dove Egli si trova. Le Chiese locali perciò sono Chiesa in senso completo e non una porzione limitata, ritagliata da un grande corpo.
Tuttavia oltre alla scoperta che Cristo non può essere presente che sempre in tutta la sua realtà, non si deve dimenticare neanche l'altro aspetto, e cioè che Egli non può essere che uno e che perciò lo si può avere solamente se lo si ha insieme con gli altri, se lo si ha nell'unità.
L'unità della Chiesa universale è, in questo senso, elemento interiore della Chiesa locale, così come d'altra parte la molteplicità e il significato specifico delle Chiese locali appartengono all'essenza dell'unità ecclesiale.
In quanto locale, la Chiesa è chiamata a dar corpo, nella propria realtà e secondo le proprie peculiarità, alla presenza di Cristo. È nelle circostanze particolari in cui vive che il mistero del Verbo si deve fare carne, si deve realizzare. Per la sua aggregazione al collegio episcopale, ciascun vescovo esercita però nello stesso tempo una "responsabilità diffusa" (H. de Lubac) nei confronti della Chiesa universale, in unione con il successore di Pietro, il vescovo di Roma, la cui prerogativa singolare consiste nel compito unico di operare, nello spazio e nel tempo, la "forma di unità" tra coloro che oggi sono i successori degli Apostoli.
In tal modo la Chiesa locale è costantemente stimolata dal suo vescovo ad accordarsi pienamente con la Chiesa universale, che diventa cosi come tale percepibile ed efficace in essa. In tale duplice movimento, che si potrebbe in qualche modo qualificare come centrifugo e centripeto, si verifica la vita e si manifesta la cattolicità della Chiesa, la sua azione dinamica di auto-realizzazione.
Come lo Spirito sia all'origine dell'auto-realizzazione della Chiesa appare anche da un fenomeno ricorrente nella storia della Chiesa, ma particolarmente evidente oggi in questa stagione successiva al Concilio Vaticano II: la fioritura spontanea di testimonianze, di iniziative molteplici e soprattutto di movimenti rinnovatori della vita ecclesiale.
Uno dei grandi segni dei tempi che apre alla speranza a livello di Chiesa universale e ciò avviene proprio nel cuore della crisi della Chiesa del mondo occidentale è il sorgere di Movimenti che nessuno ha progettato, ma che sono scaturiti spontaneamente dalla vitalità interiore della fede stessa. Si manifesta in essi per quanto sommessamente qualcosa come una stagione di pentecoste nella Chiesa.
Certamente le nuove aggregazioni sollevano anche qualche problema; comportano a volte pericoli e tensioni con la vita già strutturata delle Chiese locali. Tuttavia questo accade per ogni realtà vitale. Ciò che va notato è che in ogni caso tutta l'intensa vita di fede presente in questi movimenti non implica una fuga nell'intimismo o un riflusso nel privato, ma semplicemente una piena e integrale cattolicità.
In essi il riferimento al centro, a Pietro, è garanzia di una azione apostolica che può essere capace in questa stagione della storia cosi come lo è stata in altre (penso ai grandi ordini mendicanti del XIII secolo) di dare un nuovo dinamismo all'annuncio del Vangelo, in circostanze nuove e in situazioni talvolta sclerotizzate. Cosi anche in questa dialettica feconda di "avvenimento" e "istituzione" la Chiesa universale come tale può diventare percepibile ed efficace in modo inedito all'interno delle singole Chiese locali e testimoniare della loro cattolicità.
"Catholica" appare perciò termine molto vicino ad un altro concetto coniato dalla Chiesa primitiva per esprimere la sua concezione di quella sintesi tra unità e molteplicità che si attua all'interno delle comunità ecclesiali: il concetto di "symphonia". Questo termine designa l'unità dei cristiani tra di loro, la forma di unità propria della Chiesa, che corrispondentemente e nello stesso modo non è semplicemente una omofonia, ma rispecchia la struttura formale dell'espressione della verità, su cui si basa l'unità.
Con ciò si afferma anche che nessun fattore empirico può essere fondamento sufficiente di unità, ma che questa sinfonia che è la Chiesa può essere compaginata organicamente solo attraverso una realtà non empirica - cioè lo Spirito Santo. La fede tuttavia tende a una più grande unità: essa non vuole costruire solo una forma di socializzazione all'interno di un gruppo determinato, ma realizzare quella socializzazione specifica dell'uomo, che consiste nella sua comunione con il divino.
Anche l'unità dell'uomo con Dio, che attua nello stesso tempo l'unità reciproca tra gli uomini, l'unità con tutta la creazione e cosi anche l'unità del Creatore con la creazione, viene designata come "symphonia". Se l'unità interiore della Chiesa particolare è data dallo Spirito allora non può trattarsi di una uniformità meccanica e stereotipata come quella che basta a garantire il funzionamento di un'organizzazione monolitica o di un apparato burocratico. Si tratta invece di una consonanza nello Spirito di molteplici doni, dati alla Chiesa per la sua missione e per la vita del mondo.
Per l'iniziativa audace e interessante di Elio Guerriero e dell'editrice Jaca Book, Catholica diventa oggi anche il nome di un Annuario della parola e della vita della Chiesa; eco della sua "symphonia". In esso risuona, in una melodia unica e varia, la voce del Papa, vescovo della Chiesa di Roma che presiede alla carità, nonché quella delle Chiese particolari, dei loro pastori e di tanti testimoni che animano e stimolano la sua vita quotidiana. Ecco un anno di musica "buona", raccolta per l'edificazione del popolo di Dio. Ricca, multiforme, questa sinfonia è nello stesso tempo in qualche modo incompiuta. Infatti è un invito a chi legge, ai singoli, alle famiglie, alle comunità, ad entrare nel concerto, a suonare il proprio pezzo in armonia.
Cosi Catholica non solo vuole donare la buona musica della vita ecclesiale, ma anche invitare a comporre buona musica, essere un aiuto tra altri alla "symphonia".
Joseph Card. Ratzinger
Roma, festa di San Bonaventura, 1987