Le caratteristiche della Catechesi del buon Pastore

- Scritto da Redazione de Gliscritti: 23 /09 /2011 - 15:28 pm | Permalink | Homepage
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Nel giorno del trigesimo di Sofia Cavalletti per facilitare un approfondimento, una conoscenza ed un dibattito sulla Catechesi del buon Pastore riprendiamo sul nostro sito il breve testo Le caratteristiche della catechesi del buon Pastore, da La catechesi del buon Pastore 1954-2004. Aspetti di un’esperienza, S. Cavalletti (a cura di), Tau, Todi, 2004, pp. 39-43. Restiamo a disposizione per l’immediata rimozione se la presenza sul nostro sito non fosse gradita a qualcuno degli aventi diritto. I neretti sono nostri ed hanno l’unico scopo di facilitare la lettura on-line. 

Il Centro culturale Gli scritti (23/9/2011)

1/ Il bambino, in particolare la sua vita religiosa, è al centro dell'interesse e dell'impegno del catechista del buon Pastore;

  • egli ne osserva e ne studia l'esigenza profonda e le manifestazioni secondo l'età;
  • la vive insieme con lui, secondo l'insegnamento del Vangelo: "Se non diventerete come bambini, non entrerete nel regno dei Cieli" (Mt 18,8);
  • predispone le condizioni necessarie perché questa vita possa essere vissuta e svilupparsi.

2/ A questo scopo fa sua la visione dell'essere umano di Maria Montessori, e quindi l'atteggiamento dell'adulto verso il bambino; prepara un ambiente che aiuti lo sviluppo della vita religiosa: l'atrio.

3/ L’ATRIO è la comunità in cui i BAMBINI, fin dai primissimi anni, vivono insieme con gli ADULTI un'esperienza religiosa

  • che li aiuta a inserirsi nella più vasta comunità familiare, ecclesiale, sociale;
  • è un luogo di preghiera, in cui lavoro e studio diventano spontaneamente meditazione, preghiera, contemplazione e gioiosa esperienza;
  • è un luogo in cui l'unico Maestro è il Cristo; bambini e adulti si pongono insieme all'ascolto della sua Parola e cercano di penetrare nel mistero della celebrazione liturgica.

4/ La trasmissione del messaggio cristiano nell'atrio ha carattere celebrativo;

  • il catechista non è insegnante, nel rispetto dovuto all'unico Maestro;
  • il catechista rinuncia a ogni controllo (sul tipo di interrogazioni, esami, ecc.) in spirito di povertà di fronte a un'esperienza i cui frutti non gli appartengono.

5/ I temi presentati sono quelli di cui i bambini dimostrano di saperne penetrare il messaggio in profondità e gioia; sono tratti dalla Bibbia (storia sacra in chiave tipologica) e dalla liturgia (preghiera e sacramenti), in quanto fonti fondamentali per creare e nutrire la vita cristiana a ogni livello di età, e in particolare per illuminare le esperienze vitali fondamentali del bambino.

6/ La Parola viene annunciata nel modo più rispettoso possibile del testo, perché le parole dell'adulto non si frappongano indebitamente fra Dio che parla e le sue creature, ma siano solo discreto servizio all'ascolto, in obbedienza alla parola del Vangelo: "Il mio insegnamento non è mio, ma di colui che mi ha mandato" (Gv 7, 16).

7/ Il catechista del buon Pastore non mescola nella catechesi altre tematiche che esulino dalla essenzialità e dalla specificità delle esigenze del lavoro con i bambini.

8/ Le riunioni settimanali durano almeno due ore, di cui una piccola parte è spesso dedicata all'esposizione di un tema da parte del catechista e la maggior parte all'attività personale del bambino.

9/ In sintonia con la Chiesa universale, la vita nell'atrio segue l'anno liturgico, e quindi i momenti forti sono quelli di Natale-Epifania e di Pasqua-Pentecoste.

10/ L'Eucarestia è il centro della vita dell'atrio a tutti i livelli di età, secondo le varie denominazioni delle Chiese cristiane.

11/ All' annuncio annuale della celebrazione della prima Comunione i bambini rispondono secondo il loro desiderio e la loro maturazione personale, che discernono con l'aiuto della famiglia, delle catechiste e del sacerdote.

12/ La celebrazione della prima Comunione è preceduta da un periodo intenso di preparazione, costituita da più incontri settimanali particolari, oltre quelli abituali, con i comunicandi.

13/ Il ritiro della prima Comunione dura almeno quattro giorni dalla mattina alla sera, durante i quali è essenziale:

  • la celebrazione quotidiana dell'Eucarestia;
  • lasciare che i bambini possano soffermarsi tranquillamente su quanto conoscono, senza dare presentazioni nuove;
  • prolungarne la durata fino alla sera, anche nel giorno della prima Comunione, perché i bambini non siano troppo presto distratti da quanto hanno vissuto.

14/ La celebrazione della prima Riconciliazione è solennemente collegata ai segni battesimali della veste candida e della luce e, quando ci fossero catecumeni, alla celebrazione del battesimo.

15/ Nel periodo di preparazione prossima alla prima Comunione si intensificano le riunioni periodiche con le famiglie.

16/ La catechesi continua negli anni seguenti la prima Comunione, riprendendo e allargando i temi già noti e presentandone altri adeguati alle nuove esigenze dell'età evolutiva.

17/ I bambini hanno a disposizione un MATERIALE che, attraverso l'attività personale, è di aiuto all'assorbimento in forma meditativa del tema presentato.

18/ Il materiale deve essere attraente, ma molto sobrio, strettamente aderente al tema che vuole presentare, senza abbellimenti superflui, che distrarrebbero dall'importanza e dall'essenzialità del tema stesso. Il materiale deve essere semplice, essenziale e povero, così da far risaltare maggiormente la ricchezza del contenuto.

19/ Lo stesso deve dirsi dell'atrio nel suo assieme. La catechesi del buon Pastore è realizzabile in qualsiasi ambiente sociale e culturale.

20/ Il materiale deve essere fedele ai modelli sperimentati in base alle esigenze del bambino, secondo le fasi dell'età evolutiva.

21/ Il materiale permette al catechista di occupare il posto che gli spetta: quello del "servo inutile" (Lc 17, 10). Questa espressione del Vangelo è intesa nel senso che l'adulto ha un compito e una funzione da assolvere, i cui risultati tuttavia superano di gran lunga quello che egli fa, perché l'unico Maestro è il Cristo.

22/ I catechisti lavorano in armonia e unità tra di loro, per mettersi in sintonia con il progetto di Dio sulla storia e con l'esigenza di unità espres­sa così fortemente nelle parabole del buon Pastore (Gv 10, 1 ss.) e della vera Vite (Gv 15, 1 ss.). Mettono generosamente al servizio di tutti le proprie capacità ed esperienze.

23/ L'atteggiamento dell'adulto deve essere improntato all'umiltà di fronte alle capacità del bambino, stabilendo con lui un corretto rapporto, che lo porti al rispetto della sua personalità e all'attesa del suo rivelarsi.

24/ Nei compiti del catechista rientra:

  • approfondire il messaggio cristiano attraverso la conoscenza delle fonti biblico-liturgiche, della loro vita nella tradizione, e dei movimenti teologici, ecumenici, sociali che animano oggi la vita della Chiesa;
  • preparare e conservare nell'ordine l'atrio in modo che sia un luogo che aiuti la concentrazione, il silenzio, la contemplazione del bambino e dell'adulto;
  • preparare il materiale personalmente, servendosi di collaboratori per quei campi che esulano dalle sue capacità.

25/ Le ragioni per cui si richiede di fare il materiale con le proprie mani sono:

  • aiutare l'assorbimento personale dei contenuti;
  • combattere l'efficientismo, la fretta, il consumismo;
  • assumere nel lavoro un ritmo più consono a quello del bambino e - così noi crediamo - all'operare dello Spirito dentro di noi;
  • raggiungere l'integrazione tra la mano, la mente e il cuore.

26/ Il lavoro con i bambini nell'atrio è il principale impegno del catechista del buon Pastore, impegno che tuttavia lo apre alla catechesi nel suo assieme, nella disponibilità a quei servizi che possano essere necessari.

27/ La catechesi del buon Pastore vuole aiutare gli adulti ad aprire gli occhi sulle ricchezze sconosciute del bambino, in particolare quelle religiose, perché siano attratti a mettersene al servizio e a imparare da lui.

  • Non cerca il successo.
  • Non fa rumore (Is 10,33-11, 10).
  • È fedele allo spirito del seme di senapa (Mt 13, 31).
  • È solidale con i più piccoli nella Chiesa.

28/ La catechesi del buon Pastore privilegia i valori spirituali dell'infanzia e vuole aiutare la formazione di una coscienza attenta alla costruzione della storia in giustizia e solidarietà.

29/ La catechesi del buon Pastore è aperta a tutti i cristiani di confessioni diverse e di impegno diverso nella Chiesa.

30/ La catechesi del buon Pastore offre i suoi servizi alla diocesi e pertanto lavora in comunione con il vescovo.

31/ Ogni atrio si avvale dell'aiuto di un sacerdote, che conosca i bambini in particolare nella loro dimensione religiosa, celebri con loro l'Eucarestia e il sacramento della Riconciliazione, ed operi in armonia con lo spirito della catechesi del buon Pastore.

32/ La catechesi del buon Pastore ha carattere sperimentale ed è aperta a sempre maggiori approfondimenti di fronte al mistero infinito di Dio e della sua alleanza cosmica con le creature.

(prima stesura a cura del gruppo romano, maggio 1993; 21 ottobre 1996 revisione con i membri del Consiglio internazionale e in base agli emendamenti proposti il 30 marzo 1995)