Il lavoro intellettuale e la ricerca, tra lo spaventosamente grande e una qualche configurazione, di Romano Guardini
- Tag usati: romano_guardini
- Segnala questo articolo:
Da Romano Guardini, La responsabilità dello studente per il progresso civile (non è stato possibile controllare la fonte della citazione)
Chi ne è animato [dall’autentica volontà di ricerca], è mosso dal carattere nobile ed insieme inquietante di quell’impeto, che cerca la verità per se stessa e non arriva mai alla fine.
Il conoscere scientifico è come una sfera: quanto più cresce in ampiezza, tanto più grande diviene il confine nei confronti di ciò che sta fuori dei suoi limiti. I fatti, che scopre e le relazioni che hanno da esser comprese, emergono dallo spazio illimitato ed indeterminabile della realtà. Ogni dato appena acquisito getta una nuova luce su quanto è già stato scoperto; e ogni principio appena formulato inscrive quelli già conosciuti in ulteriori contesti.
L’autentico ricercatore non si pone neppure la domanda sull’utilità pratica di quanto ha trovato. Gli interessa cogliere sempre più integralmente e comprendere sempre più chiaramente nel suo orizzonte l’ambito di realtà cui s’è applicato, sia esso la storia o il mondo della natura, la sfera del diritto o l'educazione. Dietro l’autentico ricercare sta una grande passione. Esso è spinto dalla tensione ad un valore assoluto: la verità; ed obbedisce ad una ferrea legge: il metodo.
Di conseguenza, è inevitabile che la volontà di ricerca scientifica entri in conflitto con gli sforzi, e in generale con quella disposizione di fondo verso il conoscere che sorreggono la professione. Quella volontà non accetta di ridursi entro alcun limite; il suo campo è grande tanto quanto il tutto. E non si lascia vincolare ad alcuno scopo particolare, ma cerca la conoscenza per amore di quest’ultima. L'autentica ricerca porta in sé qualcosa che rompe ogni misura. Come avrebbe detto un greco, essa è Realtà Straordinaria, Qualcosa-di-Spaventosamente-Grande: ricercatore è colui che si sente fatto per questo. Perciò, quell’attività di insegnamento e di apprendimento, che pone il medico in condizione di guarire, o lo storico di offrire ai suoi studenti un’immagine viva del contesto dell’esistenza nella storia, deve lottare contro l’inondazione che viene dalla ricerca pura. Perché il loro lavoro ha bisogno d’una sua configurazione, se pure aperta.