Carissimi fidanzati,
queste poche righe vogliono essere un aiuto per la preparazione alla celebrazione del
matrimonio. Inoltre, confido, ci aiuteranno nella conoscenza reciproca, a cui personalmente
tengo molto.
Avendo celebrato, ormai, molti matrimoni mi viene spontaneo augurarvi di pensare, con coraggio e libertà, la festa e la celebrazione delle nozze. Per trovare il modo di organizzare qualcosa, in vista del vostro matrimonio, la via più vera è più bella è quella di cercarne il significato. Non si può decidere come fare una cosa, se non si ha chiaro prima perché la si vuole fare e qual’è il fine che si vuole raggiungere. Mi sembra di poter dire, in tutta franchezza, che gli amici e i parenti avvertono che non sarà la vostra scelta di un luogo particolare per la messa o per il pranzo che li aiuterà a festeggiarvi meglio, ma la scoperta che le scelte da voi fatte sono legate ad un motivo, ad un senso.
L’esempio che ci viene subito alla mente – ed è elemento
decisivo nell’impostazione di tutta la preparazione del matrimonio – è la
scelta del luogo dove celebrare il matrimonio. In molte città è invalso l'uso
della ricerca spasmodica di una chiesa bella e originale, in cui celebrare il proprio
matrimonio (spesso con il conseguente scandalizzarsi delle file e delle attese per avere la
chiesa libera e per le conseguenti spese economiche da affrontare). Noi ci permettiamo di
consigliarvi di sposarvi nella chiesa della vostra parrocchia, quella di origine di uno o
dell’altra, quella dove andrete ad abitare, quella che avete frequentato per anni,
proprio perché è il luogo significativo della vostra vita di fede. I vostri
invitati si accorgeranno subito che quel posto ha segnato tante tappe della vostra vita, del
vostro cammino. Tante volte ancora tornerete a pregare lì, nelle domeniche, nel giorno
del battesimo dei vostri figli, in tante altre occasioni liete e tristi. E tutte saranno anche
memoria del giorno del vostro matrimonio.
La chiesa della nostra parrocchia, come di ogni parrocchia, è sempre a vostra
disposizione per questo. E' la vostra casa, come lo sono anche i locali, il parcheggio e
l'oratorio e potete disporne gratuitamente come meglio credete.
Se, però, credete di fare diversamente, scegliendo per il vostro matrimonio chiese
diverse da quelle che sono già cariche di senso per voi, sappiate che questo ha, a
fondamento, la vostra appartenenza alla Chiesa cattolica. Un cristiano è di casa nelle
chiese di tutto il mondo, proprio perché la sua fede non è soggettivistica, ma
è la fede della Chiesa intera, in ogni epoca ed in ogni luogo. Vi invito allora a
riscoprire che sposarvi in una Chiesa paleocristiana o medioevale o barocca vuol dire
testimoniare che quel periodo della storia della Chiesa è stato splendido e che anche i
cristiani di quella generazione sono stati presi dalla grandezza della rivelazione di Cristo e
gli hanno dedicato con tanto amore ed arte quei luoghi magnifici. Non dimenticate mai che la
Chiesa ama rappresentare Dio, non è aniconica, non rifiuta le immagini, proprio a motivo
dell’incarnazione del Figlio. Non vi accada poi di parlare male, scioccamente, del
periodo paleocristiano o del Medioevo o dell’età barocca e della decisione delle
generazioni cristiane che ci hanno preceduto di costruire anche con le pietre e con
l’arte la lode di Dio, dopo che proprio a quei luoghi vi siete rivolti perché
esprimessero la bellezza del sacramento che celebrate.
Sappiate che dobbiamo restare estasiati dinanzi alla cura con cui tante generazioni hanno
costruito chiese, hanno dipinto affreschi, hanno scolpito statue, a lode di Dio e per
l’educazione degli uomini, e che – volesse Dio! – dobbiamo pregare
perché sia dato anche a noi un giorno di vedere sorgere ancora chiese belle come altre
epoche della storia della chiesa sono state capaci di creare.
Ci permettiamo anche di consigliarvi di invitare veramente tutti i vostri amici, conoscenti e
parenti alla messa del matrimonio. Nelle regole non scritte dell'immaginario matrimoniale si
dice che se uno riceve la partecipazione alla messa, ma non al pranzo, vuol dire che non
è invitato nemmeno alla messa. E' molto brutto e assurdo. Ogni persona che sia un minimo
saggia e che vi voglia un minimo di bene capisce che non è possibile invitare tutti ad
un pranzo di matrimonio. Ma questo non vuol dire che non sia importante la sua presenza e la
sua preghiera alla celebrazione. E’ la celebrazione del sacramento il momento decisivo
della vostra festa: lì veramente non deve mancare nessuno. Prima di quel momento si
è solo fidanzati, dopo quel momento si è sposi; il resto è contorno. Per
questo invitate tutti! Se vi sembra proprio disdicevole non festeggiare con tutti, offrite
allora anche solo un brindisi al termine della messa, ma non fate distinzioni nell'invitare
alla liturgia del matrimonio.
Avete visto come già la sola scelta del luogo può essere
legata ad un senso, ad una testimonianza, o può essere fatta senza motivo! Il corso che
vi proponiamo vuole accompagnarvi nella riflessione su questo significato che illumina poi
tutto di sé.
Spesso le persone iniziano i “corsi di preparazione” quando già il
matrimonio (e le sue modalità) sono state decise. Vogliamo suggerire che sarebbe,
invece, molto più utile un confronto con la comunità cristiana prima della
decisione stessa. Invitiamo a prendervi parte i fidanzati che sono già in vista della
decisione, pur non avendola ancora presa. Il corso di preparazione dura un mese e si articola
in otto incontri. Si conclude il sabato o la domenica con una giornata di condivisione.
Tante coppie ci hanno raccontato di essersi accostate alla parrocchia, dopo
tanti anni, per il corso di preparazione al matrimonio con diffidenza, talvolta pronti solo a
pagare il pedaggio di questi incontri che si è "obbligati a fare", oltre ai tanti altri
impegni da sbrigare per preparare il matrimonio.
Ci hanno anche detto come, nel corso dei pochi incontri che viviamo insieme, sia mutato il
loro atteggiamento. E’, infatti, importante la franchezza con cui è possibile
affrontare alcuni temi legati al matrimonio (dai problemi relativi al distacco dell’uno o
dell’altra dalla famiglia d’origine, alla paura e al desiderio della
sessualità, dalla consapevolezza di dover fare i conti con la propria storia, alla
fatica di mettere in comune soldi, beni, tempo del riposo, dal desiderio dei figli al timore
della responsabilità e dei mutamenti di libertà e di vita che questo comporta).
Spesso nemmeno fra amici che si dichiarano molto intimi, che escono tutti i sabati insieme, si
arriva a dire quello che si pensa veramente sulle scelte di vita - a dire, ad esempio, "Sai?
Sposato, non ti ci vedo proprio", oppure "Stai meglio da quando vuoi bene a quella persona",
oppure "Ti sei chiuso, quel rapporto ti sta avvilendo", o ancora "Sarete dei bravissimi
genitori dei vostri figli".
Soprattutto, però, vi proponiamo alcuni incontri, perché sia possibile
riflettere insieme, sul senso cristiano della vita di una nuova famiglia.
Non si dà possibilità di vita cristiana, in fondo, se non "dando la vita per i
propri amici", come ha insegnato il Signore. Il matrimonio è una delle
possibilità donate da Dio all’uomo per consegnare la vita. La stessa
sessualità ci ricorda che, almeno nel pensiero, per provare piacere abbiamo bisogno
dell’altro. La nostra sofferenza più grande è quando siamo stati "amati"
(per così dire) solo "a condizione che...". Ti amo se farai la facoltà che mi
aspetto da te, se avrai gli amici che desidero tu abbia, ecc. ecc.
L’incondizionatezza dell’amore rende possibile che esso ci parli dell’amore
di Dio. Dio non ama l’uomo solo quando esso è lontano dal peccato. La croce di
Cristo è il grande segno di Colui che prende su di sé il peccato del mondo,
l’espressione dell’unico innocente che si carica di ciò che non ha fatto.
Questo la Chiesa esprime nell’affermazione che il matrimonio è un segno, un
sacramento. Esso non parla solo dell’amore di un uomo e della sua donna, ma parla anche
dell’amore di Cristo che offre la vita per l’uomo lontano dalla grazia di Dio.
L’indissolubilità esprime questa dedizione totale.
L’uomo conosce anche la sua debolezza e chiede a Dio la grazia, perché la sua
vita possa essere realmente un dono. E’ l’altro aspetto della realtà
sacramentale del matrimonio. Non è la fiducia sola in se stessi e nell’altro che
fa nascere il coraggio di scelte definitive e irrevocabili, ma l’invocazione
dell’aiuto indefettibile dello Spirito di Gesù che viene donato in ogni
sacramento. Per grazia noi possiamo amare di amore eterno.
E' possibile sposarsi sempre. Con un po' di coraggio sarebbe possibile
sposarsi di domenica, ma non in una messa a parte, bensì proprio nella messa domenicale,
nella messa della comunità parrocchiale, accompagnati dalla preghiera di tutti (e non
solo dei propri cari) e come testimonianza per ognuno.
Non ci sembra inutile ricordarvi, anche se in realtà dovrebbe essere scontato, che non
è bene decidere il giorno del matrimonio, senza prima chiedere la disponibilità
del sacerdote che poi dovrà celebrarlo.
Ci stiamo orientando, come preti di S.Melania, a non celebrare personalmente matrimoni fuori
parrocchia di sabato pomeriggio o di domenica, perché tante persone vengono a cercarci
proprio nei giorni festivi, sicuri di trovarci. Vi preghiamo di aiutarci in questo e, se avete
piacere che sia uno di noi a celebrare la messa del vostro matrimonio, quanto prima mettetevi
d’accordo con noi.
Fare festa significa anche porre dei segni che esprimono visibilmente una
bellezza ed una gioia interiore, significa cambiare il vestito, uscire dall'ordinario per dire
che "oggi è un giorno importante". Ogni cultura esprime in modi diversi la
festosità. I cristiani vogliono "far diventare il vangelo cultura", per questo sentono
anche la libertà di non seguire tutte le mode o gli usi che un dato tempo e luogo
sembrano imporre. E' innegabile che, soprattutto oggi, in momenti di festa come il matrimonio,
si manifestino tanti atteggiamenti di apparenza, spreco, superficialità fine a se
stessa; tanto che, a volte, è difficile cogliere qualcosa che rimandi alla fede, al
Vangelo, alla condivisione fraterna.
Pertanto la nostra comunità vi invita alla sobrietà sia negli addobbi floreali,
sia nello scegliere vestiti meno pretenziosi possibile.
Se mi permettete un gioco di parole, “festoso” e
“fastoso” sono due cose molto diverse. Dice un documento della chiesa sulla musica
nelle chiese: “non c'è niente di più solenne e festoso nelle sacre
celebrazioni di una assemblea che, tutta, esprime con il canto la sua pietà e la sua
fede”.
Se siete abituati a cantare nella messa, chiedete ai vostri amici di incontrarsi per preparare
i canti della liturgia nuziale. E' una occasione molto bella di prepararsi insieme (più
che non le feste di addio al celibato e al nubilato!).
Sono totalmente diversi i matrimoni dove le persone partecipano e cantano da quelli dove,
oltre la parola del prete, non si ode alcuna voce dei presenti. Comunque sappiate che
l'Alleluia e il Santo sono canti obbligatori nella liturgia. E' strano quando li si legge, non
quando li si canta. La musica e i canti divengono, allora, non momento puramente coreografico o
di riempimento, ma aiutano l'assemblea nella preghiera.
La Chiesa ama tutte le espressioni culturali dell’uomo e, fra esse, eccelle la musica.
Proprio la tradizione liturgica sacra e classica ha mostrato come la fede cristiana sappia
essere fonte di ispirazione per l’espressione musicale. E’ possibile così
che siano eseguiti brani classici che aiutino a raccogliersi nella preghiera o ad esprimere il
senso del mistero che si celebra, ma non composizioni che siano, invece, motivo di semplice
sottofondo o distrazione!
E' previsto dalla liturgia che voi - come i vostri testimoni, parenti e amici - rivolgiate a
Dio preghiere durante la messa. Proprio l’espressione “preghiere dei fedeli”
indica che esse sono proprie non del sacerdote, ma dei cristiani radunati. Chiedete che si
preghi per voi alle persone che credono e date loro la possibilità di esprimere queste
preghiere durante la celebrazione.
Nel chiederle, ricordate solo ai vostri cari che esse debbono essere brevi – non sono
declamazioni, ma preghiere! – e che debbono concludersi con “per questo, Signore,
ti preghiamo”, o “per questo, Signore, ti ringraziamo”, permettendo
così a tutti di unirsi nella richiesta a Dio.
L’esperienza ci insegna che spesso i fotografi possono rovinare la
celebrazione del matrimonio. Se non chiedete loro di essere discreti, anzi chiedete loro di
strafare con le immagini, la gente avrà continuamente - e proprio nei momenti più
significativi - dinanzi a sé il muoversi di persone estranee alla gioia della
celebrazione e le luci di flash e proiettori. Mi sembra un istinto di morte il preoccuparsi del
ricordo della celebrazione più che del viverla bene e dell’aiutare gli altri a
fare altrettanto. Le foto più belle sono quelle spontanee e non quelle dove ci si mette
in posa. Ogni fotografo che se ne intenda un po’ non avrà bisogno di apparire
continuamente, per scattare delle belle immagini.
Per questo il suggerimento più ovvio è quello di limitare, durante la
celebrazione del Matrimonio, le fotografie e le riprese video.
Abituati a spese di qualunque tipo, in occasione del matrimonio, a volte mi
sento rivolgere dai fidanzati, o dai loro genitori, la domanda: "Cosa dobbiamo per il
matrimonio?" Questo esprime la mentalità che i sacramenti debbano essere pagati,
mentre essi sono il segno della assoluta gratuità dell’amore di Dio.
Vorremmo, invece, che la tradizione di un offerta alla parrocchia, in occasione dei
sacramenti, riscoprisse le sue motivazioni. Il condividere il denaro (e il tempo) con la
parrocchia, con la chiesa, con i poveri, non è momento opzionale, eccezionale, della
vita cristiana. E’, piuttosto, l’ordinario. La tradizione della chiesa conosce la
scelta di una percentuale data per i bisogni dell’evangelizzazione e dei poveri, ad
esempio la decima di quanto si guadagna. Questo fa riscoprire che si è solo
"amministratori" dei beni ricevuti da Dio e non padroni assoluti. Questo permette anche di non
sentirsi da più o da meno. L’adolescente, il lavoratore, il pensionato condividono
la stessa percentuale della loro fatica, anche se la quantità è diversa. Questo
fa crescere il desiderio di guadagnare di più non per arricchire, ma per poter
condividere di più. E’ la carità (Deus caritas est) che struttura la vita
cristiana e che è cosa ben diversa dall’elemosina.
Un segno che si può scegliere è la proposta fatta agli invitati che si informano
della lista di nozze, di riservare una parte del regalo per la Chiesa e per i poveri, in modo
da unire, al giorno del matrimonio, una scelta di carità verso i piccoli che, come dice
la benedizione nuziale al termine della liturgia, "ci accoglieranno un giorno nella casa del
Padre".
E’ nostro dovere non tanto chiedervi un contributo per la parrocchia o per altre
realtà specifiche, ma piuttosto annunciarvi che è il Vangelo stesso ad impegnarvi
alla condivisione, perché il Signore sia annunziato e l’uomo aiutato nella sua
crescita. A voi il compito di decidere attraverso quale iniziative specifiche fare questo.
Una volta al mese, dopo il matrimonio, vi invitiamo all'incontro delle giovani famiglie. Trovate su questo stesso sito numerosi articoli e riflessioni sul matrimonio, oltre ai testi del Nuovo rito del matrimonio, con tutte le letture bibliche suggerite per la liturgia.
Comprendo che non è facile cambiare usi incrostati dal tempo. Ma cercate di partire dal vostro cuore e dal Vangelo, lì ci sono tanti suggerimenti per fare festa. Il cristiano è una personale libera, libera di amare nella verità. Non fatevi rendere schiavi da nessuno... neanche "a fin di bene". Fate le cose in semplicità, secondo la misura del vostro amore, chiedendo al Signore l'umiltà di imparare ad amare ogni giorno. Non abbiate paura di pensare voi stessi, a partire dal senso stesso delle cose, al vostro modo di festeggiare. La nostra parrocchia sarà felice di aiutarvi in questo. Con affetto, chiedo su di voi la benedizione del Signore
d.Andrea Lonardo
Nuovo Rito del Matrimonio
L'arte di imparare ad amare
e il cristianesimo
Il matrimonio come sacramento
e il suo rapporto con la realtà naturale del matrimonio
Il matrimonio nella Sacra Scrittura
(Gen 2, Os 2 e Ct)
Corso sul matrimonio di d.Achille
Tronconi
Indissolubilità del matrimonio:
grazia o disgrazia?
Chi sono i ministri del matrimonio?
Motivazioni che dichiarano nullo un
matrimonio
Vecchio Rito del Matrimonio
Per il giuramento e la pratica matrimoniale del matrimonio
concordatario (quello cioè che è sacramento e ha insieme effetti
civili per lo Stato italiano) i fidanzati possono scegliere o una delle parrocchie
di residenza o domicilio di uno dei due fidanzati o la parrocchia dove andranno
ad abitare (questo indipendentemente dalla città o dalla chiesa in cui
sarà poi celebrato il matrimonio, perché è sempre una delle
parrocchie suddette che autorizza poi il matrimonio).
La pratica si può istruire nella parrocchia dove si svolge il corso prematrimoniale
soltanto se i fidanzati celebreranno poi il sacramento del matrimonio nella
parrocchia del corso.
La pratica matrimoniale si inizia con il giuramento davanti al sacerdote,
novanta giorni circa dalla data del matrimonio.
I nubendi prenderanno appuntamento con i sacerdoti per la pratica matrimoniale
e dovranno essere in possesso dei seguenti certificati, prima del giuramento:
Nel contesto del giuramento si preparano le due pubblicazioni
religiose (per la parrocchia del fidanzato e per la parrocchia della fidanzata)
e si riceve il Modello dieci (Modello X) per poter fare il giuramento e le
pubblicazioni al Comune.
Quando saranno espletate tutte e tre le pubblicazioni (quelle ecclesiali
dopo due domeniche, quelle al Comune dopo 30 giorni circa) i fidanzati consegneranno
le tre pubblicazioni al sacerdote che ha istruito la pratica.
Il sacerdote poi consegnerà in busta chiusa, esclusivamente agli sposi,
tutta la pratica matrimoniale, che i nubendi dovranno portare al Vicariato
di Roma per la vidimazione. Abitualmente è possibile portare la busta
con tutti i documenti in Vicariato tutte le mattine, compreso il sabato, ma
non la domenica.
I fidanzati avranno poi tempo fino a 5 giorni dalla data del matrimonio per
portare l'autorizzazione alla chiesa dove si sposeranno.
Per ulteriori situazioni particolari (un matrimonio solo religioso quando già
è stato celebrato il civile, un matrimonio dopo un precedente caso di
nullità, un matrimonio tra una persona cattolico ed un'altra cristiana
di altra confessione, un matrimonio tra un cattolico ed una persona di un'altra
religione o un non credente, ecc.) è bene contattare personalmente i
sacerdoti.
d.Francesco Pesce
NOTA: Questa lettera è stata, in origine, pensata e scritta per la parrocchia di Santa Melania in Roma